Accadde tutto in una notte, quella del 13 luglio 1859, successiva allo
storico armistizio di Villafranca, che aveva posto fine alla
Seconda guerra d'indipendenza e alle speranze di riunire la Lombardia e il
Veneto sotto le insegne del Regno di Sardegna. Per nulla rassegnato ai nuovi
assetti geopolitici, il barone Bettino Ricasoli, chiamato a
presiedere il governo provvisorio della Toscana (dopo la fine del granducato),
decise nel giro di poche ore di rilanciare il progetto unitario attraverso un
efficace strumento di propaganda.
Di qui, insieme ad alcuni soci, ebbe l'idea di pubblicare il mattino seguente
un nuovo quotidiano, che nel titolo denunciasse la sua marcata ispirazione
mazziniana e risorgimentale. Diretta da Leopoldo Cempini, La Nazione debuttò
con un foglio a doppia facciata, aumentando la foliazione e strutturandosi
meglio a cinque giorni dalla prima uscita.
Principale testimone dei fatti storici di Firenze, dal periodo sabaudo
all'alluvione del 1966, il quotidiano ospitò nel corso degli anni prestigiose
firme della letteratura europea e del giornalismo italiano: da Alexandre
Dumas a Giosuè Carducci, da Giovanni Spadolini a Oriana Fallaci.
Dall'inizio del Terzo millennio è confluito con Il Giorno e Il
Resto del Carlino nel QN Quotidiano Nazionale.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/8018001
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