Quella che inizialmente appare come una crisi
isolata, si trasforma in poco tempo nel più grande e drammatico conflitto della
storia, noto come Prima guerra mondiale. Vari fattori concorrono a
far precipitare gli eventi: la forte ostilità tra Francia e Germania; la
frenetica corsa agli armamenti tra il 1908 e il 1913; la rivalità tra le
potenze colonialiste.
Sul campo si danno battaglia i grandi imperi
centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano e Bulgaria) e
le potenze alleate (Francia, Regno Unito, Impero Russo,
Serbia). Con queste ultime si allea a guerra in corso l'Italia, dopo un aspro
dibattito interno tra interventisti e neutralisti che
spaccherà in due l’opinione pubblica.
L'entrata in guerra avviene con il patto di
Londra del 26 aprile 1915; un mese dopo iniziano i primi scontri sul versante
alpino tra l'esercito italiano, guidato dal generale Luigi Cadorna,
e quello austro-ungarico. Due anni più tardi, l'ingresso degli Stati Uniti fa
definitivamente pendere le sorti del conflitto a favore delle potenze alleate.
La guerra termina l'11 novembre del 1918 con un
bollettino spaventoso: oltre 9 milioni di vittime militari, circa 7
milioni di vittime civili provocate sia dagli scontri, sia dalle gravi
carestie e malattie che ne derivarono.
Accanto alle morti e alle mutilazioni provocate
dai nuovi armamenti ultramoderni (compaiono per la prima volta carri armati,
lanciafiamme, mitragliatrici e gas tossici), vanno ricordati veri e propri
crimini di guerra commessi nei confronti degli ebrei, degli armeni e del popolo
belga.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/15053
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