La tragedia si materializzò nell'arco di tre
giorni, alla fine dei quali la pioggia incessante (oltre 140 millimetri in 72
ore) provocò il distacco di due milioni di metri cubi di fango dalle
pendici del monte Pizzo d'Alvano. La valanga nera investì in poco tempo i
centri abitati di Sarno (in provincia di Salerno) e Quindici (nell'avellinese),
portando ovunque morte e distruzione.
Il prezzo più alto in termini di vittime (137) e
danni materiali lo pagò il comune salernitano, il cui Sindaco di allora,
Gerardo Basile, venne processato per omicidio plurimo e riconosciuto colpevole
(con sentenza definitiva della Cassazione nel 2013) di negligenza, per non aver
ordinato la tempestiva evacuazione, sottovalutando il rischio della frana
lanciato dall'assessorato regionale all'Ambiente.
L'operato delle forze di soccorso e di
volontari, giunti da tutta Italia, consentì il salvataggio di numerose persone,
sepolte dalla colata di fango.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/8908001
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