Con
un Paese intento ancora a rimarginare le ferite inferte dalla Seconda guerra
mondiale e atteso dalle prime elezioni politiche (per eleggere l'Assemblea
Costituente che redasse la nuova Carta costituzionale) dopo la fine del regime
fascista, milioni di cittadini affidarono speranze e sogni a un piccolo
rettangolo di carta, in bianco e nero ideato da tre giornalisti sportivi: Massimo
della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo.
L'intuizione fu del triestino Della Pergola che, durante la prigionia nel campo
profughi svizzero di Ponte de la Morge (vi si trovava in quanto ebreo), prese
ispirazione da analoghi concorsi già esistenti in Svezia e nella stessa nazione
elvetica. Tradusse in pratica l'idea dopo la guerra, fondando con Jegher e Molo
la SISAL (Sport Italia Società a Responsabilità Limitata).
Il tagliando lanciato nel 1946 includeva 12 incontri, tra cui il big match
"Inter-Juventus", più due partite di riserva che venivano conteggiate
in luogo di rinvii e sospensioni di quelli nella griglia principale. Da quella
storica domenica gli italiani cominciarono a familiarizzare con i segni "1",
per la vittoria in casa, "2", per quella in trasferta,
ed "X" per il pareggio.
A poco più di due mesi di distanza dal lancio della schedina, arrivò il primo
vincitore, con un 12 da 463.846 lire (equivalente a circa 4 anni di paga di un
operaio dell'epoca). Il tredicesimo risultato venne introdotto nel 1951 e da
quel momento l'espressione «fare 13» entrò nella lingua
italiana, indicando una strepitosa fortuna ricevuta dal destino o il
conseguimento del più alto profitto tratto da un'impresa.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/113005
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