Nato
a Parigi e qui scomparso nell'aprile del 1906, Pierre fu attratto fin da
piccolo dal sapere scientifico, in particolare per la matematica e la fisica,
in cui si laureò rispettivamente a 16 e 18 anni. Con il fratello Jacques scoprì
la piezoelettricità, ossia "la proprietà di alcuni cristalli
di generare una differenza di potenziale quando sono soggetti ad una
deformazione meccanica", il cui effetto inverso è oggi alla base della
maggior parte dei circuiti elettronici digitali.
Professore di Fisica dal 1900, con la moglie Marie Curie, sposata
nel 1895, presero ad effettuare alcuni test sulla radioattività dei minerali di
uranio, partendo dalla sensazionale scoperta del collega francese Antoine
Henri Becquerel. Di qui arrivarono a individuare due elementi che in
seguito presero i nomi di polonio (in onore alle origini
polacche di Marie) e radio (così chiamato per la sua intensa
radioattività).
La scoperta proiettò i coniugi Curie al Nobel per la Fisica nel
1903, condiviso con Becquerel per gli «straordinari servigi che essi
hanno reso grazie alle loro ricerche congiunte sui fenomeni di radioattivi».
L'amore per la scienza fu trasmesso alle successive generazioni della famiglia
Curie, dalla figlia Irène Joliot-Curie, che insieme al marito Frédéric
Joliot-Curie ricevette il Nobel per la Chimica nel 1935, alla nipote Hélène
Langevin-Joliot, professoressa di fisica nucleare all'Università di Parigi.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/6908001
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