Napoletano doc, Paolo Sorrentino prende contatto con il set a 24 anni girando
il primo cortometraggio, "Un paradiso", cui ne seguono altri e la
scrittura di alcuni episodi della serie televisiva La squadra (Rai
Tre).
Il contratto con la Indigo Film segna l'uscita del primo film, "L'uomo in
più" (che gli regala nel 2002 il Nastro d'argento come "miglior
regista esordiente"), e l'inizio del lungo sodalizio artistico con
Servillo, con cui gira i suoi capolavori: da "Le conseguenze
dell'amore" (vincitore di 5 David di Donatello nel 2005) a Il divo che
lo impone sulla scena internazionale, grazie al "premio della giuria"
al Festival di Cannes 2008 e alla nomination all'Oscar per il "miglior
trucco".
L'incontro con la celebre statuetta è soltanto rimandato: nel 2014, insieme al
suo attore feticcio, ritira l'Oscar (dopo il Golden Globe per la stessa
categoria) per il "miglior film straniero", assegnato a La
grande bellezza (2013). È la consacrazione di un artista già
apprezzato da star di Hollywood del calibro di Sean Penn, che nel 2011 recita
per lui in This Must Be the Place.
Dimostra di non sfigurare nemmeno come scrittore, grazie al romanzo
d'esordio Hanno tutti ragione, edito da Feltrinelli nel 2010 e
terzo classificato al Premio Strega. Nel 2015 sfiora il secondo Oscar e due Golden
Globe con Youth - La giovinezza, premiato con due David di
Donatello. Nel 2018 dirige il film Loro, diviso in due parti e
ispirato alla vita di Silvio Berlusconi.
In TV è l'ideatore e il regista di due serie televisive, trasmesse in Italia da
SKY: The Young Pope (2016) e The New Pope (2020).
Conquista il Leone d'argento (2021) e cinque David di Donatello (2022) con il
film È stata la mano di Dio, candidato all'Oscar come miglior film
straniero (2022). Nel maggio 2024 partecipa al Festival di Cannes con il
film Parthenope.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/9958001
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