La vita
Jerome David Salinger nacque a New York il 1º gennaio del 1919, secondogenito dei due figli di Solomon
Salinger, detto Sol, un commerciante statunitense, nato da una famiglia ebraica di origine lituana[3], e di Miriam Salinger
(nata Marie Jillich), una casalinga statunitense di origini tedesche, scozzesi ed irlandesi[4][5][6], convertitasi all'ebraismo in occasione
delle proprie nozze[7]. Sin dal momento
della sua conversione, la madre si considerò sempre un'ebrea e Salinger venne a conoscenza
delle sue origini "gentili" solamente in seguito alla celebrazione del proprio bar mitzvah[8]. Aveva una sorella
maggiore, Doris (1911–2001)[9].
Il giovane Salinger frequentò le scuole
pubbliche nell'Upper West Side di Manhattan, completando gli
studi di base presso la McBurney School,
dopodiché fu ben felice di sottrarsi all'iperprotettività della madre
iscrivendosi al Valley
Forge Military Academy and College di Wayne, in Pennsylvania.[10] Nonostante avesse già in
precedenza scritto sul giornalino scolastico della McBurney, è
alla Valley Forge che Salinger iniziò a scrivere racconti
"la notte, sotto le coperte, con l'aiuto di una pila elettrica."[11]
Si iscrisse poi come matricola
alla New York University, ma nella primavera
successiva abbandonò i corsi per accettare un lavoro su una nave da crociera.
In autunno si convinse ad apprendere il lavoro del padre nel settore
dell'importazione di carne, e fu mandato presso la filiale di Vienna della società, dove perfezionò la conoscenza
del francese e del tedesco.
Lasciò l'Austria solo un mese prima che il paese
cadesse sotto il controllo di Hitler, il 12 marzo 1938. L'autunno seguente
frequentò l'Ursinus College di Collegeville, ma lo fece soltanto per un
semestre. Nel 1939 frequentò poi il
corso serale di scrittura della Columbia University. Il suo insegnante
era Whit Burnett, a lungo direttore della rivista Story
Magazine. Nel corso del secondo semestre Burnett capì che quel giovane
autore aveva talento e, nel numero di marzo/aprile 1940 della rivista,
pubblicò il racconto di debutto di Salinger, un breve ritratto di alcuni
giovani senza uno scopo nella vita intitolato The Young Folks.
Burnett e Salinger da allora rimasero a lungo in contatto epistolare, anche se
un insieme di incomprensioni, alcune causate dalla proposta di pubblicare una
raccolta di racconti a sua volta intitolata The Young Folks, finì
per allontanarli.
La seconda guerra mondiale
Nel 1941 Salinger iniziò
una relazione sentimentale con Oona O'Neill, figlia di Eugene O'Neill, a cui scriveva ogni giorno lunghissime
lettere. La relazione finì quando Oona iniziò a frequentare Charlie Chaplin. Salinger fu sorteggiato per servire
sotto le armi nel 1942 e, con il 12º
reggimento di fanteria degli Stati Uniti, partecipò ad alcune delle più
dure battaglie della seconda guerra mondiale, tra cui lo sbarco
ad Utah Beach nel D-Day e la battaglia delle Ardenne. Durante l'avanzata
dalla Normandia verso la Germania conobbe Ernest Hemingway, allora corrispondente di guerra
da Parigi, e rimase in contatto epistolare con lui. Dopo aver
letto gli scritti di Salinger, Hemingway commentò: "Gesù ! Ha un
talento straordinario!".[4]
Fu assegnato al servizio di
controspionaggio, nell'ambito del quale interrogò i prigionieri di guerra,
mettendo a frutto la propria conoscenza delle lingue. Fu tra i primi soldati ad
entrare in un campo di concentramento liberato dagli
alleati, forse uno dei sotto-campi di Dachau. In seguito disse
alla figlia "È impossibile non sentire più l'odore dei corpi bruciati,
non importa quanto a lungo tu viva."[12] Questa esperienza, forse, lo segnò
duramente sotto il profilo emotivo (dopo la sconfitta della Germania fu
ricoverato per alcune settimane in ospedale per curare una sindrome da reazione
allo stress del combattimento) ed è probabile che si sia servito dei propri
ricordi di guerra in molti dei suoi racconti, come For Esmé with Love
and Squalor, narrato in prima persona da un soldato rimasto traumatizzato.
Sia nel corso della sua esperienza di guerra che quando questa ebbe termine,
continuò a pubblicare racconti su riviste di alto profilo come Collier's Weekly e
il Saturday Evening
Post.
Dopo la fine della guerra, Salinger si
offrì per trascorrere un periodo di sei mesi dedicato all'attività di
de-nazificazione della Germania, nel corso del quale incontrò una donna tedesca
di nome Sylvia che poi sposò nel 1945. La portò con sé
negli Stati Uniti, ma il matrimonio fallì dopo appena otto mesi e Sylvia tornò
in Germania.[13] Nel 1972, mentre era assieme a
sua figlia Margaret, ricevette una lettera da parte di Sylvia. Guardò la busta,
la stracciò e la gettò via. Disse che era la prima volta che riceveva sue
notizie da quando l'aveva lasciato, ma "quando aveva chiuso con una
persona, aveva chiuso per sempre"[14].
Dal The New Yorker ai romanzi
Nel 1948 Salinger propose
al The New Yorker un breve
racconto intitolato Un
giorno ideale per i pescibanana. Alla redazione della rivista, nota per
essere severa nei giudizi, rimasero così impressionati dalla "eccezionale
qualità del racconto" che i suoi curatori editoriali lo accettarono
immediatamente per la pubblicazione e fecero firmare allo scrittore un
contratto che concedeva loro il diritto di prelazione su tutti i suoi futuri
lavori.[15] L'entusiasmo con cui Bananafish fu
accolto, unito al fatto che a Salinger non piaceva che i racconti fossero
modificati dai "furbastri"[16], spinse lo scrittore a pubblicare i
suoi lavori quasi esclusivamente sul The New Yorker.[17] Bananafish tuttavia
non rappresentava in realtà la prima volta che Salinger entrava in contatto con
la rivista; nel 1942 avevano
accettato di pubblicare un racconto intitolato Slight Rebellion off
Madison, in cui era presente un personaggio semi-autobiografico
chiamato Holden Caulfield. Il racconto però non
venne poi pubblicato a causa della guerra. Slight Rebellion era
collegato a varie altre storie che avevano come protagonista la famiglia Caulfield,
ma il punto di vista con cui vennero affrontate si spostò poi dal fratello
maggiore, Vince, al minore, Holden.
Salinger aveva confidato a varie persone
che sentiva che il personaggio di Holden meritava di essere il protagonista di
un romanzo. Nel 1951 uscì
quindi Il giovane Holden, che riscosse un
immediato successo, anche se le prime reazioni della critica non furono unanimi
nel giudicarlo positivamente. Nel 1953, in un'intervista
rilasciata ad un giornalino scolastico, Salinger ammise che il romanzo era
"una specie di autobiografia", spiegando che "la mia adolescenza
fu molto simile a quella del ragazzo del libro.... è stato un grande sollievo
parlarne alla gente."[18]
Il romanzo è dominato dal personaggio di
Holden, complesso e ricco di sfumature, e la trama è in sé piuttosto semplice.
Divenne famoso per l'eccezionale abilità di Salinger nel cogliere i più
complessi particolari e dettagli, per la cura delle descrizioni, per il tono
ironico e per le atmosfere tristi e disperate con cui viene dipinta New York.
Tuttavia, alcuni lettori si
scandalizzarono per il fatto che Salinger affrontava la religione in termini
critici e dissacratori e parlava di sesso nell'adolescenza in modo aperto e
disinvolto: la popolarità del libro iniziò così a vacillare. Diversi critici
sostennero che il libro non andava considerato come un'opera letteraria seria,
motivando l'opinione con il tono spontaneo ed informale con cui era scritto. Il
romanzo fu vietato dalla censura in alcuni paesi ed in alcune
scuole statunitensi per il suo uso disinvolto di un linguaggio volgare: la
parola goddamn (It. "maledizione!") vi compare 255
volte insieme ad un certo numero di fuck (It.
"cazzo!"); sono inoltre presenti alcune situazioni piuttosto
scabrose, come l'incontro con una prostituta.
Il romanzo è comunque tuttora
popolarissimo, specialmente negli Stati Uniti, dove è considerato una perfetta
descrizione dell'angoscia adolescenziale. È piuttosto facile trovare Il
giovane Holden nella lista delle letture obbligatorie per gli studenti
delle scuole superiori.
Nel luglio del 1951 il suo amico e
curatore editoriale del New Yorker William
Maxwell, in un articolo sulla rivista Book of the Month Club News,
chiese a Salinger di spiegare quali fossero le sue influenze letterarie.
Salinger disse: "Uno scrittore, quando gli viene chiesto di parlare della
sua arte, dovrebbe alzarsi in piedi e gridare forte semplicemente i nomi degli
autori che ama. Io amo Kafka, Flaubert, Tolstoj, Čechov, Dostoevskij, Proust, O'Casey, Rilke, Garcia Lorca, Keats, Rimbaud, Burns, E. Brontë, Jane Austen, Henry James, Blake, Coleridge. Non farò alcun nome di autori
ancora in vita. Penso che non sia giusto."[19]
Nel 1953 Salinger
pubblicò una raccolta di sette racconti tratti dal The New Yorker (tra
di essi c'è Bananafish) oltre ad altri due che la rivista aveva
rifiutato. La raccolta fu pubblicata con il titolo di Nove racconti. Anche questo libro riscosse molto
successo, anche se lo scrittore, già restio a pubblicizzare i suoi lavori, non
avrebbe permesso al curatore editoriale di ritrarre i suoi personaggi nelle
illustrazioni della sovraccoperta perché i lettori non si creassero idee
preconcette sull'aspetto che avrebbero dovuto avere.
Il ritiro dalla vita pubblica
Dopo aver raggiunto una grande notorietà
grazie a Il giovane Holden, Salinger si rinchiuse gradualmente in
se stesso. Nel 1953 si trasferì da New York a Cornish, nel New Hampshire. Nel periodo successivo al
trasferimento nella cittadina si mostrò relativamente socievole, in particolare
con gli studenti della Windsor High School, che frequentemente invitò a casa
sua per ascoltare dischi e discutere di problemi scolastici.[20] Una di questi studenti, Shirley
Blaney, convinse Salinger a concederle un'intervista per la pagina dedicata
alla scuola del The Daily Eagle, il quotidiano locale. Tuttavia,
dopo che l'intervista della Blaney apparve in "magnifica evidenza"
nella parte del giornale dedicata agli editoriali, Salinger interruppe ogni
contatto con gli studenti senza alcuna spiegazione.[20] Si fece inoltre vedere in città
con frequenza molto minore, e prese a frequentare un solo amico, il
giurista Learned Hand, ma anch'egli
in modo piuttosto irregolare.
Nel giugno del 1955, all'età di 36 anni,
sposò la studentessa Claire Douglas. In dicembre nacque la loro
primogenita Margaret, mentre nel 1960 nacque il
secondo figlio, Matt. Salinger insistette perché Claire abbandonasse gli
studi, solo quattro mesi prima di laurearsi, e andasse a vivere con lui, cosa
che la ragazza fece. Alcuni particolari del racconto Franny,
pubblicato nel gennaio 1955, sono ispirati a Claire, tra cui il fatto che
Claire possedeva una copia del libro La
via di un pellegrino.[21] Sia per l'isolamento della
località in cui vivevano che per l'inclinazione personale dello scrittore,
finirono per trascorrere lunghi periodi di tempo senza praticamente mai vedere
nessuno. La figlia Margaret racconta che la madre ammise che vivere con
Salinger non era facile, sia per l'isolamento sia per il suo carattere
dominante; inoltre era gelosa del fatto che la figlia andava sostituendola,
finendo per rappresentare l'affetto principale per il marito.[22]
La piccola Margaret era ammalata la
maggior parte del tempo, ma Salinger, che seguiva i dettami della Chiesa scientista, rifiutava di
portarla da un medico. Anni dopo Claire confessò a Margaret che aveva
praticamente superato il limite di rottura, e aveva progettato di ucciderla per
poi suicidarsi. Stava per succedere durante un viaggio a New York in compagnia
del marito. Claire però fu vinta dall'impulso di prendere la figlia dall'hotel
in cui alloggiavano e fuggire via con lei; dopo alcuni mesi, però, Salinger
riuscì a convincerla a tornare da lui a Cornish.[23]
Salinger pubblicò Franny e Zooey nel 1961, e Alzate l'architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione nel 1963. Quattro lunghi
racconti - due per ogni volume - in cui si sviluppava la saga della famiglia
Glass, ovvero dei fratelli Seymour (già protagonista del racconto Un giorno
ideale per i pescibanana), Buddy, Walter, Waker, Franny, Zooey e
Boo Boo.
Nonostante il Time magazine nel
1961 avesse scritto che tale saga "è lontana dall'essere
completa....Salinger intende scrivere una trilogia sui Glass"[4] da allora fino ai giorni nostri
Salinger ha pubblicato soltanto un altro racconto. Il suo ultimo lavoro è
stato Hapworth 16, 1924, un breve romanzo epistolare, scritto sotto la
forma di una lunga lettera scritta dal campo estivo dal piccolo Seymour
Glass, di sette anni. Proprio in quel periodo, la situazione di isolamento
da amici e parenti in cui Salinger costringeva la moglie - Margaret in seguito
scrisse che era una "prigioniera virtuale" -[24] spinse Claire a separarsi da lui:
era il settembre del 1966. Il divorzio venne
ufficializzato nell'ottobre 1967.
Nel 1972, quando aveva 53
anni, ebbe per un anno una relazione con la diciottenne scrittrice Joyce Maynard, che già pubblicava per la
rivista Seventeen. Il New York Times aveva chiesto
alla Maynard di scrivere un articolo per loro che, quando il 23 aprile 1972 fu
pubblicato con il titolo di "An Eighteen Year Old Looks Back On Life" l'aveva resa la
celebrità del momento. Salinger le scrisse una lettera, mettendola in guardia
sui rischi che la fama comporta. Dopo che si furono scambiati 25 lettere,
l'estate successiva al primo anno trascorso all'Università Yale, la Maynard andò da
Salinger.[25]
Quell'autunno la Maynard non tornò a
Yale e passò dieci mesi ospite nella casa di Salinger a Cornish; la relazione
finì, disse in seguito Salinger alla figlia Margaret, perché la ragazza voleva
dei figli e lui invece sentiva di non poter sopportare di nuovo dei bambini
reali (al contrario dei bambini immaginari che compaiono nei suoi scritti).[26] La Maynard lo descrisse come un
uomo egoista e incapace di amare.[2]
Salinger continuò a scrivere con
regolarità, sedendosi a tavolino per qualche ora tutte le mattine; secondo la
Maynard entro il 1972 aveva già completato
due nuovi romanzi.[27] In una delle rare interviste,
concessa al The New York Times nel 1974, lo scrittore spiegò:
"Non pubblicare mi dà una meravigliosa tranquillità...Mi piace scrivere.
Amo scrivere. Ma scrivo solo per me stesso e per mio piacere."[28]
Si dice che diverse volte, durante
gli anni settanta sia stato sul
punto di pubblicare uno dei suoi nuovi scritti, ma che abbia cambiato idea
all'ultimo momento. Nel 1978 la rivista Newsweek scrisse
che Salinger, mentre partecipava ad una festa in onore di un vecchio
commilitone, disse che aveva da poco completato un "libro lungo e romantico
ambientato durante la seconda guerra mondiale", ma di
quest'episodio non si sa nient'altro. Nella sua biografia Margaret Salinger ha
descritto l'accurato sistema di archiviazione che suo padre usa per i
manoscritti che non pubblica: "Un contrassegno rosso significa, se muoio
prima di averlo finito pubblicatelo così com'è, uno blu significa pubblicatelo
ma prima sottoponetelo a revisione, e così via."[29]
Gli anni successivi e indiscrezioni sulla sua vita
Tentò di sfuggire alla visibilità ed
alla pubblica attenzione il più possibile, a proposito scrisse che "Il
desiderio che uno scrittore ha di anonimato-oscurità è la seconda dote più
importante che gli sia stata affidata".[30] Tuttavia dovette continuare a
lottare contro le indesiderate attenzioni che riceveva come personaggio entrato
nella cultura popolare. Decine di studenti e semplici lettori andarono fino a
Cornish solo per riuscire a vederlo di sfuggita. Alcuni scrittori gli inviarono
dei loro manoscritti. Negli anni settanta e ottanta, lo scrittore Franz
Douskey, solitario quanto lui e suo vicino di casa, prese l'abitudine di sviare i
turisti mandandoli per una serie di stradine sterrate allontanandoli da casa
Salinger ed indirizzandoli nelle cittadine circostanti. I fotografi scatteranno
molte foto non autorizzate di lui durante momenti della sua vita quotidiana,
come ad esempio le sue passeggiate o l'uscita da un negozio (una foto del 1990
mostra un Salinger sorpreso e arrabbiato contro il fotografo, che lo immortalò
al supermercato).[31][32]
Subito dopo essere venuto a conoscenza
del fatto che lo scrittore britannico Ian Hamilton aveva intenzione di pubblicare In
Search of J. D. Salinger: A Writing Life (1935-65), una sua biografia che
comprendeva alcune lettere che aveva scritto ad altri autori ed amici, Salinger
intentò causa per impedire l'uscita del libro. Il libro uscì nel 1988 ma con le
lettere, anziché in originale, parafrasate. Il tribunale aveva stabilito che,
anche se una persona può possedere fisicamente delle lettere, il linguaggio con
cui sono scritte appartiene comunque all'autore. Una conseguenza imprevista
della causa fu che molti dettagli della vita privata di Salinger, tra cui il
fatto che aveva passato gli ultimi vent'anni scrivendo, parole sue, "Solo
un'opera di fantasia... tutto qui"[33], divennero pubblici grazie alla
trascrizione degli atti del processo. Finirono per essere ampiamente diffusi
anche estratti dalle sue lettere. Salinger stesso depose in tribunale
affermando, alla domanda del giudice su quale fosse la sua professione: «Mi
occupo di narrativa, non saprei come meglio definire il mio lavoro. Seguo i
miei personaggi nella loro naturale evoluzione. È quello il mio punto di
partenza».[34]
Nel corso degli anni ottanta Salinger
intrattenne una relazione sentimentale con l'attrice televisiva Elaine
Joyce.[35] La relazione finì quando
incontrò Colleen O'Neill, che sposò
verso il 1988.[36] La O'Neill, di quarant’anni più
giovane dello scrittore, una volta ha detto a Margaret che stavano cercando di
avere un figlio.[37]
Con una mossa a sorpresa nel 1997 Salinger
concesse ad un piccolo editore, la Orchises Press, il permesso di
pubblicare Hapworth 16, 1924, il racconto che in precedenza non era
mai stato incluso in alcuna raccolta; la pubblicazione era prevista per quello
stesso anno, e il libro fu incluso tra l'elenco delle novità di Amazon.com ed altri librai. Tuttavia è stata
più volte rinviata, fino al 2002. Alla fine non fu
pubblicato né fu più fissata una nuova data.
Nel 1999, venticinque anni
dopo la fine della loro relazione, Joyce Maynard mise all'asta alcune lettere
che Salinger le aveva scritto. La vendita servì per pubblicizzare un'autobiografia
della Maynard stessa, At Home in the World: A Memoir, che uscì in
quell'anno. Tra le altre indiscrezioni, il libro racconta come la madre della
Maynard l'avesse consigliata su come fare colpo sull'attempato scrittore, e
descrive per intero la sua relazione con lui. Raccontò di averlo incontrato a
distanza di anni dalla relazione e per l'ultima volta, nel 1997.[2]
Nel dibattito che seguì sia
sull'autobiografia che sulle lettere, la Maynard sostenne che era stata
costretta a metterle all'asta per problemi economici e che avrebbe preferito
donarle alla Beinecke Library. La
lettere furono acquistate per $156.500 dallo sviluppatore di software Peter Norton, che annunciò la sua intenzione di
restituirle a Salinger.[38]
L'anno seguente, sua figlia Margaret,
con l'aiuto della sua seconda moglie Claire, pubblicò Dream Catcher: A
Memoir. Nel suo libro di "rivelazioni", la Salinger descrisse il
terribile dominio e controllo che il padre esercitava su sua madre e sfatò
molti dei miti su Salinger che erano stati diffusi dal libro di Ian Hamilton.
La donna scrive, sull'esperienza di guerra: "I pochi uomini che
sopravvissero a questo ne riportarono ferite nel corpo e nell'anima", ma
dopotutto per lei suo padre era "Uno dei primi soldati ad entrare in un
vero campo di concentramento appena liberato". Una delle tesi di Hamilton
era che l'esperienza di Salinger e il conseguente disturbo
post-traumatico da stress che aveva sofferto, lo avessero lasciato
psicologicamente segnato, e che fosse incapace di affrontare l'aspetto
traumatico della sua esperienza bellica. La figlia invece fa un ritratto del
padre come quello di un uomo enormemente orgoglioso del suo curriculum
militare, che aveva mantenuto lo stesso taglio di capelli della leva e
conservato la divisa, e che per spostarsi nei suoi campi ed andare in paese
usava una vecchia Jeep.
Margaret presentò al pubblico anche
altre indiscrezioni sulla "mitologia" salingeriana, tra cui il suo
supposto interesse per la macrobiotica e l'adesione a quella che oggi
viene definita "medicina alternativa", nonché la passione per le
filosofie orientali. Poche settimane dopo la presentazione del libro, il
fratello Matt, con una lettera al The New York
Observer, screditò il valore dell'autobiografia. Definì lo scritto della sorella
"un racconto gotico ispirato ad una nostra immaginaria infanzia" ed
affermò "Non ho alcuna autorità per dire se stia alterando i fatti in modo
conscio o meno. So solo che sono cresciuto in una casa molto diversa e con due
genitori molto diversi da quelli descritti da mia sorella".[39]
Nel giugno 2009 Salinger
attraverso i propri avvocati ha chiesto il divieto alla pubblicazione di 60
Years Later: Coming Through the Rye, il cui autore usa lo pseudonimo di J. D. California: si tratta di
un volume presentato come il seguito del Giovane Holden, senza aver ottenuto
l'autorizzazione da parte dello stesso Salinger, che del proprio capolavoro
intende così tutelare il copyright assoluto, compreso il diritto di pubblicare
eventuali sequel[40].
La morte
J. D. Salinger, malato da tempo di tumore al pancreas[41], è morto il 27 gennaio 2010 per cause
naturali, all'età di 91 anni.[42][43][44] Nel 2013 viene presentato Salinger
- Il mistero del giovane Holden, documentario biografico dello
scrittore diretto da Shane
Salerno e prodotto dalla casa cinematografica The Weinstein Company.[45]
https://it.wikipedia.org/wiki/J._D._Salinger
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