“La comicità è arte genetica.” Paolo Villaggio
Non solo tragico, non solo Fantozzi
Paolo Villaggio, scrittore, attore e
comico italiano, con la sua dissacrante e grottesca ironia,
è stato uno dei primi attori brillanti in Italia che, attraverso la satira, è
riuscito a far riflettere sui problemi della nostra società.
L'inventore della satira sociale nasce a
Genova il 31 dicembre 1932, e non nel 1938 come molti pensano, e passa
un'infanzia abbastanza povera e rovinata dalla guerra mondiale. Dirà in
seguito:
In quel periodo facevo una dieta, dettata non dalla
voglia di apparire ma dalla povertà.
Fa molti lavori, tra cui l'impiegato
presso la Consider. E' in questa azienda che Paolo Villaggio crea
il personaggio di Ugo Fantozzi, che in seguito lo renderà popolarissimo.
A scoprire la vena artistica di
Villaggio è Maurizio
Costanzo, che nel 1967 gli consiglia di esibirsi
in un cabaret di Roma. Da qui passa a condurre il programma televisivo
"Bontà loro", in cui i suoi personaggi aggressivi, vili e sottomessi
trovano la loro definitiva consacrazione.
Dal set televisivo passa poi alla
macchina da scrivere facendo pubblicare dall'Espresso i suoi brevi racconti
incentrati sulla figura del ragionier Ugo Fantozzi, uomo dal
carattere debole, perseguitato dalla sfortuna e dal "megadirettore"
della "megaditta", dove Fantozzi lavora.
Gli anni '70
Nel 1971 la casa editrice Rizzoli
pubblica il libro "Fantozzi", basato proprio su questi racconti,
dando a Paolo Villaggio notorietà internazionale.
Il successo dei suoi best-seller (ne
scriverà tre, tutti editi dalla Rizzoli), gli dà l'opportunità di darsi al
cinema con successo e profitto. Per la verità, Villaggio aveva già lavorato in
alcuni film (si ricordi, per tutti, "Brancaleone alle
crociate" di Monicelli del 1970), ma solo
con il celebre film "Fantozzi"
di Luciano Salce nel 1975 comincia ad essere apprezzato anche in questo campo.
Ne seguiranno tanti altri, ben 9 sul
personaggio del mitico ragioniere (uno di Salce, sette di Neri Parenti e uno di Domenico Saverini), oltre a quelli
fatti interpretando personaggi minori, quali Giandomenico Fracchia ("Fracchia la belva umana", "Fracchia contro Dracula") e il professor Krainz.
Gli anni '90
A volte, e sempre con abilità e fortuna, Paolo
Villaggio è uscito dalla routine delle sue creazioni, lavorando
con maestri del cinema quali Federico Fellini (nel 1990 con "La voce della Luna", insieme a Roberto Benigni), Lina Wertmuller (nel
1992 con "Io
speriamo che me la cavo"), Ermanno Olmi (nel
1993 con "Il segreto del bosco vecchio"), Mario Monicelli (nel
1994 con "Cari fottutissimi amici") e Gabriele Salvatores (nel
2000 con "Denti").
Tra i numerosi premi cinematografici
ricevuti da Paolo Villaggio, vale la pena ricordare il David di Donatello del
1990, il Nastro d'Argento del 1992 e il Leone d'oro alla carriera nel 1996.
Gli anni 2000
In tutti questi anni non è tuttavia
cessata la sua attività di scrittore: ha continuato a far pubblicare libri di
buon successo con regolarità, cambiando però editore dal 1994 (è infatti
passato dalla Rizzoli alla Mondadori). Per quest'ultima ha pubblicato:
"Fantozzi saluta e se ne va" (1994-95), "Vita morte e miracoli
di un pezzo di merda" (2002), "7 grammi in 70 anni" (2003) fino
al suo disperato sfogo: "Sono incazzato come una belva" del 2004.
Tutti lo ricordiamo come attore di
cinema e scrittore, ma Paolo Vilaggio è stato anche un buon attore di teatro:
ha infatti interpretato in teatro il ruolo di Arpagone nell' "Avaro"
di Molière nel
1996.
Paolo Vilaggio si è spento a Roma
all'età di 84 anni, il giorno 3 luglio 2017.
https://biografieonline.it/biografia-paolo-villaggio
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