Ci vediamo a Samarcanda
Il noto giornalista e conduttore televisivo Michele Santoro è nato a Salerno il 2 luglio
1951. Laureatosi in Filosofia, dopo un passato da "leaderino"
studentesco, approda con successo nel mondo dei media e dell'informazione,
sfruttando le sue indubbie qualità di comunicatore e di capacità di
approfondimento. Dopo aver diretto "Voce della Campania", collabora
in seguito a numerose testate quali "Il Mattino", "L'Unità",
"Rinascita", "Prima Comunicazione" ed "Epoca".
Prima di essere assunto in RAI nel 1982,
ha lavorato per la radio e, prima ancora di diventare universalmente conosciuto
come uno dei giornalisti più acuti in circolazione, è stato conduttore di
rubriche e autore di sceneggiati radiofonici come "Via le odiate
macchine" (RadioUno).
In televisione, dopo una breve
esperienza agli esteri del TG3, ha realizzato speciali e settimanali, fra i
quali: "Tre sette", "Oggi dove", "Specialmente sul
Tre", "Tg terza". All'inizio della direzione di Sandro Curzi è
responsabile della redazione cultura del TG3.
Santoro è comunque divenuto celeberrimo
come autore e conduttore di programmi di approfondimento giornalistico che vanno da "Samarcanda" a "Rosso e
Nero", da "Temporeale" al più recente "Sciuscià".
Tutti esempi di un giornalismo potente e rigoroso, capace di scavare nei
problemi che via via si sono affacciati sulla scena politica o della semplice
cronaca: programmi sempre puntuali capaci di navigare a vista, ma ben
saldamente sull'onda degli eventi.
Il modo di fare giornalismo di Santoro, inoltre, ha provocato un vera e
propria rivoluzione nel porgere la notizia, soprattutto grazie all'uso dei
reportage in funzione drammatica o narrativa, un espediente che ha permesso
alle sue redazione di confezionare servizi sempre di grande impatto. Accusato
spesso di faziosità, Michele Santoro è un personaggio che ha puntualmente
sollevato ampie discussioni e grandi divisioni, spaccando spesso l'opinione
pubblica fra simpatizzanti e detrattori.
Pur non smettendo mai di apparire
controverso (come quando, sentendo minacciata, a suo dire, la libertà di
stampa, ha intonato a inizio trasmissione una versione sconclusionata del
celebre canto partigiano "Bella ciao"), la sua professionalità è indubbia, ed è
riconosciuta anche dai suoi avversari.
I suoi interessi e competenze spaziano
in diversi settori, fra cui è lecito annoverare anche i documentari-reportage
dall'estero, come "Viaggio in Russia" e "Viaggio in Cina",
richiesti dalle più importanti nastroteche del mondo. Oppure "Sud",
acquistato e trasmesso dalla francese TF1.
La BBC inoltre ha ricavato da
"Samarcanda", un format uscito sempre dalla fucina santoriana, un
programma dal titolo "Words apart", riproducendo la scenografia
italiana.
Nel 1992 ha pubblicato il libro
"Oltre Samarcanda" (edizioni Sperling & Kupfer) e nel 1996
"Michele chi?" (Baldini e Castoldi), ironico titolo ripreso dalla
celebre uscita dell'allora direttore della RAI Enzo Siciliano che, richiesto di
un parere sul giornalista rispose proprio con un ineffabile "Miche
chi?".
In quello stesso anno Santoro, a causa
di dissapori vari che Siciliano con la sua risposta ha di fatto avallato,
lasciò la RAI per sbarcare a Mediaset, la grande nemica storica della tivù di
Stato, dove ebbe comunque modo di condurre altre trasmissioni di successo (come
"Moby Dick"), sempre contrassegnate dal marchio della sua
forte personalità.
Nel 1999 è ritornato in RAI, con il
programma di RaiUno "Circus". Dal marzo 2000 all'anno successivo ha
condotto "Sciuscià", una serie di reportage narrati in veste
cinematografica che lo hanno visto al centro di numerose polemiche, incentrate
soprattutto sull'accusa di una sua presunta faziosità a favore del
centro-sinistra. In seguito, dopo la campagna elettorale vinta dal
cavalier Berlusconi, leader del polo di centro-destra, la RAI ha deciso
di non rinnovare il contratto del giornalista, tenuto fermo proprio da quella
azienda che a lui deve tanto.
Santoro ha vinto molti premi giornalistici, tra cui il "Premio Giornalistico Europa" come giornalista dell'anno nel 1989,
il "Premio Spoleto" (1991), un Telegatto con "Samarcanda"
(1992), per quattro volte il "Premio Regia Televisiva" (1991, 1992,
1993, 1994). Al Mystfest 1993 è stato premiato "per la sua attività di
giornalista investigativo". Si è anche aggiudicato, nel 1996, il
"Premio Flaiano" e la "Palma della popolarità".
Per Moby Dick,
nel 1998, ha ricevuto il "Premio Internazionale Ibla". Nel 1999 ha
ricevuto il Premio giornalistico
"Mario Francese" e la XLVIII Maschera d'Argento.
Dal settembre 2006 riparte in Rai con il
programma "AnnoZero": tra gli ospiti fissi vi sono il
vignettista Vauro, i giornalisti Marco Travaglio e Rula Jebreal e la fotomodella Beatrice
Borromeo, oltre a Sandro Ruotolo, suo collaboratore storico. AnnoZero va avanti
fino al mese di giugno del 2011; poi il rapporto tra Santoro e la Rai si
interrompe consensualmente.
Michele Santoro negli anni 2010
Per la stagione televisiva 2011-2012,
dopo il divorzio consensuale con la Rai e il mancato accordo d'ingaggio con
LA7, Michele Santoro decide di realizzare la sua nuova
trasmissione Servizio pubblico seguendo il modello
multipiattaforma di televisioni locali e streaming su Internet.
A ottobre del 2012 "Servizio pubblico"
si trasferisce su La7, dove rimane fino al 2014.
Dopo aver divorziato dalla rete di Urbano Cairo,
nel maggio 2016 Santoro acquista il 7% del giornale "Fatto
Quotidiano", attraverso "Zerostudio's", società di cui detiene
la maggioranza.
Alla fine del mese di giugno Michele
Santoro conduce su Rai 2 uno speciale in due puntate dal titolo "M":
si tratta di un format che mescola inchiesta storica, teatro e talk show.
L'obiettivo è raccontare alcuni momenti della vita di Adolf Hitler;
il programma torna poi su Rai 3 per 4 puntate all'inizio del 2018.
A luglio del 2018 il giornalista annuncia
la fine della collaborazione con "Il Fatto Quotidiano" per diversità
di vedute: vende contestualmente le sue azioni e si dimette dal comitato dei
garanti.
https://biografieonline.it/biografia-michele-santoro
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