Sopravviverà l’Unione Europea fino al
2020? L’ignavia delle istituzioni di Bruxelles di fronte ai segnali di crollo
imminente ricorda il clima della Finis Austriae o la dissoluzione dell’Unione
Sovietiva. Come l’Urss p la Cacania multinazionale di Robert Musil, l’Unione
non riesce a rispondere al risorgere feroce dei nazionalismi rilanciando un
grande progetto condiviso e si affida a improbabili e cervellotiche Azioni
Parallele. Tutti ormai hanno capito che le politiche di questi decenni,
l’austerità e le rigidità dell’eurozona, portano declino, nostalgia dei
confini, povertà e rivolta. Eppure nessuno osa immaginare un’altra Europa. Gli
ultimi sono stati i socialisti europei, con il piano di eurobond, unione
fiscale e militare, ma ormai hanno dimenticato tutto per aderire ovunque alle
grandi coalizioni con i conservatori. Salvare l’Europa non interessa più
neppure a chi ne ha maggiormente beneficiato, la Germania. Dopo essersi fatta
pagare dal resto d’Europa i costi dell’unificazione, Berlino ha saputo usare
col massimo cinismo il ruolo di Paese guida, imponendo norme rigide agli altri
e riservandosi il diritto di violarle. Il severo tutore dell’Unione ha sfiorato
i parametri tutte le volte che serviva, continuato a pompare investimenti
pubblici nell’industria e nella ricerca, ha usato capitali di Stato per salvare
le proprie banche. In questo modo la Germania ha scavato ormai un fossato
incolmabile fra il proprio poderoso apparato industriale e quello delle
declinanti nazioni del Sud, in primis l’Italia, e ora potrebbe perfino
concedersi il lusso di lasciar andare alla deriva Unione ed euro, senza subire
grandi danni. Non si ribellano davvero neppure le nazioni danneggiate. Il governo italiano piange con Bruxelles per
avere qualche miliardo in più da spendere in bonus, tutto qui. Renzi ha ragione
a giudicare ridicolo, inadeguato e “all’acqua di rose” il documento dell’ultimo
vertice di Bratislava seguito alla Brexit , ma comunque l’aveva approvato e
sottoscritto. Fra questi piccoli uomini senza qualità che stanno scrivendo il
romanzo della fine dell’Unione, l’unico tratto di grandezza si trova in Mario
Draghi, il Rathenau della situazione, autore dell’Azione Parallela del Quantitative Easing che finora ha
consentito all’edificio europeo di non collassare. Comprare titoli di Stato per
comprare altro tempo, era questo il progetto di Draghi. Ma il tempo è stato
sprecato da mediocri governanti. Nel 2017 o 2018. probabilmente, il bazooka di
Draghi finirà di sparare miliardi e titoli di Sato di molti Paesi, compreso il
nostro, torneranno sul libero mercato per quello che sono: spazzatura. E
dunque, sopravviverà l’Europa fino al 2020?
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 28
Ottobre 2016 -
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