Gli Italiani si sono messi a dieta. Ma
i nutrizionisti non c’entrano. E’ stata la crisi a far stringere la cinghia
agli abitanti di questo Paese di santi, poeti e chef. A dirlo è una ricerca
Censis intitolata Gli Italiani a tavola. Tornano le differenze di ceto,
presentata nei giorni scorsi al Senato dal direttore generale Massimiliano
Valerii e anticipata da Repubblica. Dall’indagine emerge che la lista della
spesa alimentare si accorcia in quantità e qualità.
Consumi in calo del
12,2 per cento e nelle famiglie più povere addirittura del 28 per cento. E il cibo che più di
tutti è stato tolto dal carrello è la carne, con una riduzione che tocca il 19
per cento. Come dire che se mangiamo tutti meno, chi ha un reddito basso mangia
anche peggio. Tant’è che sono diminuiti anche i consumi di frutta, verdura,
pesce e pasta. Con tanti saluti alla dieta mediterranea che, pure, le grandi
agenzie internazionali come l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e la
Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione) considerano
garanzia di sostenibilità e di sicurezza alimentare. Nonché un voucher per la
longevità. Una forbice sociale che i
ricercatori del Censis hanno definito Food social gap. Divario socio- alimentare.
Per cui i ricchi mangiano meno carne per ragioni etiche e dietetiche. Mentre i
poveri sono costretti a farlo per ragioni di budget. In ogni caso è il
crepuscolo della fettina. Che è stata il grande mito degli anni del miracolo
economico. Così la nostra società si divide sempre di più in due popoli. Quello
del vorrei ma non posso e quello del potrei ma non voglio.
Marino Niola – Miti D’Oggi – Scienze – Il Venerdì di
Repubblica – 4 Novembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento