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mercoledì 2 marzo 2016

Lo Sapevate Che: In Antartide le tracce dell'origine della vita e di un'apocalisse...



I ricercatori della XXXI spedizione italiana in Antartide presso la base Mario Zucchelli a Baia Terra Nova sono rientrati portando con sé nuovi campioni e reperti relativi si due studi che stanno catalizzando l’attenzione della comunità scientifica internazionale. Il primo riguarda i atta di microrganismi scoperti nelle cavità delle rocce delle cosiddette “valli secche antartiche”, un deserto popolare molto simile a quello marziano. Si tratta di muffe e funghi in grado di sopravvivere a temperature medie di 25 gradi sui quali i biologi dell’Università della Tuscia stanno svolgendo esperimenti in collaborazione Con l’Agenzia spaziale europea: alcuni campioni sono stati portati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) per testarne la resistenza alle radiazioni e alla pressione elettromagnetica dello spazio e in primavera torneranno sulla Terra. E la nuova missione europea in partenza per Marte in marzo cercherà tracce di microrganismi simili, nell’ipotesi che questa forma primordiale di vita sia stata portata sul nostro sistema solare da meteoriti. Il secondo studio in corso riguarda il ritrovamento sulle Allan Hills di una foresta fossile che risale a 250 milioni di anni fa, quando l’Antartide era ancora aggregata al Gondwana, il supercontinente unico delle terre emerse. La foresta fossile è la testimonianza di uno scenario post-apocalittico: “Probabilmente ci furono eccezionali eruzioni vulcaniche in Siberia” DICE Gianluca Cornamisini, coordinatore del team di geologi dell’Università di Siena che  studia i reperti, “oppure giganteschi incendi, per via dell’impatto di asteroidi”. Insomma, una catastrofe che cambiò radicalmente l’ecosistema della Terra. Le foreste di conifere allora esistenti ai Poli vennero distrutte, e l’accumulo di CO2 nell’atmosfera fece diventare il pianeta arido e inospitale, causando la più grande estinzione animale della storia della Terra. Ora i reperti fossili saranno portati al Museo nazionale dell’Antartide di Siena. “Le ricerche proseguiranno  anche nei laboratori di Pisa, Padova, Roma Tre e Perugia” dice Cornamusini, “Cercheremo tracce di carbone vegetale che sarebbero la prova dei paleoincendi, e tracce di iridio e quarzo da shock, che invece potrebbero testimoniare l’impatto di asteroidi”.
Claudio Visani -  Scienze – Il Venerdì di Repubblica -  26 febbraio 2016 -

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