Quando il miliardario americano Hamdi
Ulukaya parla di “business dello yogurt”, può riferirsi a due cose: al lavoro
che faceva suo padre oppure alla sua azienda newyorkese. E tra le due realtà
c’è un abisso. Ulukaya, come suo padre, è cresciuto in un paesino curdo del
nordest della Turchia. Il padre allevava
pecore, proprio come i suoi antenati e i suoi vicini di casa. “D’inverno, le
famiglie vivevano in paese. “D’estate, invece, conducevamo una vita da nomadi, racconta
Ulukaya. Per settimane attraversavamo le montagne assieme al gregge. Il latte
veniva trasformato in formaggio e yogurt, che principalmente servivano al
sostentamento della famiglia. Ciò che avanzava, veniva venduto. “Tutti i
bambini aiutavano gli adulti nel lavoro”. Ulukaya
lo yogurt lo fa anche oggi, ma ne produce due milioni di confezioni a
settimana. Nel giro di pochi anni, Ulukaya è diventato il re americano del
settore. Il 50% dello “yogurt greco” venduto negli Usa proviene dalla sua
fabbrica. Tradotto in cifre, parliamo di oltre un miliardo di dollari. Secondo
la rivista Forbes, Ulukaya detiene un patrimonio di 1,4 miliardi di dollari. E
all’ultimo World Economic Forum a Davos, l’imprenditore curdo ha dichiarato di
voler devolvere metà del suo patrimonio – circa 700 milioni – a favore dei
rifugiati. Ha un’aria piuttosto cool, Hamdi. A guardarlo bene, sembra uscito
direttamente dalle pagine di una rivista. Carnagione scura, capelli castani,
camicia bianca, pantalone costosa.(..) Ce l’ha fatta ha coronato il suo sogno
americano: da giovane pastore squattrinato a miliardario. a. Oggi nei suoi 40
anni si gode il successo. (..). L’idea
gli è venuta da lì: “Non riuscivo a trovare in commercio uno yogurt che mi
piacesse sul serio”, racconta Ulukay. Per lyi erano tutti troppo
annacquati, troppo zuccherati e, soprattutto, troppo chimici. “Volevo farlo
simile a quello che mangiavo da bambino: cremoso, saporito, con tanto latte dentro”. “Yogurt greco”, chiamano
tutti oggi in America quello che Hamdi
aveva in testa. Senza conservanti, senza sostanze chimiche, 100% naturale. Ecco
quello che mancava. (..). Molti americani lo chiamano Mister Chobani, perché
fanno fatica a tenere a mente il suo vero nome. A lui questo non sembra dare
fastidio: “Del resto, sono un pastore” Ulukaya è probabilmente anche l’unico
imprenditore americano a non sapere esattamente la sua età. Non è stato mai
possibile, infatti, determinare la sua esatta età di nascita.Il piccola Hambi
ha visto la luce durante una delle transumanze tra le montagne. (..) Ma come ha
fatto il giovane pastore ad arrivar dov’è oggi? “Devo ringraziare mia madre”,
racconta. “Per lei, l’educazione scolastica è sempre stata molto importante”.
Fu la madre a mandarlo prima in collegio e poi a studiare Scienze Politiche ad
Ankara. “”Sono stato il primo al mio paese, ad andare all’università”. (..) Lui
è stato l’eccezione. Nel 1994, al termine degli studi, si trasferisce a New
York per migliorare l’inglese. In tasca ha 3.500 dollari. Nei due anni
successivi impara bene la lingua, si sposa. Fonda, con la moglie, una piccola
azienda che produce formaggi di pecora. Nel 2005 scova per caso un’inserzione
sul giornale: Kraft Foods vende una fabbrica di yogurt in disuso nella
zona di New Berlin. Non si lascia
sfuggire l’occasione e rimette in piedi la fabbrica secondo la propria visione.
Bettina Weiguny – New – Donna di Repubblica – 12 marzo – 2016
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