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martedì 22 marzo 2016

Lo Sapevate Che: Il cinismo in politica estera è la strada sicura per perdere le guerre...



Le figure di Valeria Solesin e Giulio Regeni ci parlano di una bella Italia e di una vera Europa che non sarebbe mai finita in un’apertura di telegiornale se le loro giovani vite non fossero state distrutte dalla furia del terrorismo. Il terrorismo dell’Is, nel caso di Valeria, vittima della strage al Bataclan, e il terrorismo di uno stato di polizia, nel caso di Giulio, il cui corpo martoriato porta le impronte dell’assassinio politico. Valeria e Giulio incarnavano i valori di civiltà che tanti altri sbandierano senza mai praticarli e che soltanto questa meglio gioventù difende davvero dalla follia contemporanea, con la sua voglia di conoscere il mondo e di cambiarlo. In questo simili a tanti altri giovani di ogni Paese e di differenti culture o convinzioni politiche o religiose, fratelli di migliaia di studenti e ricercatori e giovani lavoratori arabi che sono stati in questi anni perseguitati, imprigionati,torturati o uccisi dai fondamentalisti o dai dittatori mediorientali. Perché con la loro voglia di vivere un esistenza libera da pregiudizi, con la volontà di ricercare una verità, con la curiosità dell’altro o anche soltanto il piacere di godersi un concerto, di ridere e cantare, erano loro i veri nemici del fanatismo. Assai più dei guerrafondai da talk show o da comoda redazione, dei politici dalla retorica pronta o dei generali a capo di potentissimi eserciti che poi finiscono di perdere le guerre. Perché viva l’esempio di Valeria Solesin e Giulio Regeni non servono i discorsi celebrativi: serve cambiare la natura e il senso di quella che chiamiamo guerra al terrorismo. Una guerra che non si vince con gli eserciti, ma con la difesa convinta dei nostri valori democratici. Così del resto si è sconfitto un altro terrorismo in Italia e non con le misure di polizia. Non si possono barattare i valori con gasdotti o pozzi di petrolio o accordi commerciali e considerare nostri alleati regimi sanguinari come l’Egitto di Al Sisi o la Turchia di Erdogan o l’Arabia Saudita che finanzia l’Is. Da decenni la politica occidentale in Medio Oriente come in Africa si riduce alla scelta della nostra banda di criminali preferita, il “nostro figlio di puttana”, come diceva il presidente Roosvelt di Somoza. Quante altre volte questo cinismo dovrà fallire perché ci si convinca a cambiare strada?
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 18 marzo 2016 -

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