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venerdì 25 marzo 2016

Lo Sapevate Che: Quando l'azzardo si prende gioco di noi e crea dipendenza...



Nel 2015 gli italiani che giocano d’azzardo hanno speso in lotterie, scommesse e slot machine 88 miliardi di euro, perdendone 4 miliardi: quattro volte quello che ci costava l’Imu sulla prima casa. A fornire tra il 30 e il 60 per cento di questa “tassa volontaria”, secondo l’antropologa americana Natasha Dow Schull, sono soprattutto persone che soffrono di indopatia, la dipendenza psicologica per l’azzardo. Non si sa quanti siano oggi i ludopatici in Italia, ma nel 2012 una ricerca della Sapienza li aveva stimati in oltre 800 mila, 200 mila in più del 2008, e dietro hanno spesso una famiglia rovinata dalla loro ossessione. Per capire meglio il problema è illuminante il saggio Fate il nostro gioco (Add.pp.56, euro 14), scritto da Paolo Canova, matematico, e Diego Rizzuto, fisico. I due, oltre a dimostrare matematicamente quanto sia folle puntare ad arricchirsi con giochi pensati per farti perdere, spiegano i trucchi psicologici che oggi rendono l’azzardo particolarmente pericoloso. “Il principale di questi meccanismi è la possibilità di giocare continuamente, ricevendo subito eventuali premi: così si perde la cognizione del tempo e dei soldi spesi e si moltiplica la possibilità di perdite. Tutti i giochi moderni, dal Gratta e Vinci al 10 e Lotto, con estrazioni ogni 5 minuti, hanno questa caratteristica. Ma nessuno la sfrutta meglio delle slot machine: in Italia ce ne sono ormai ben 400 mila e da sole garantiscono la metà degli incassi totali” dice Canova. Un altro importante fattore che spinge a continuare a giocare sono le “pseudo vincite”. “In teoria l’80 per cento di quanto giocato torna ai giocatori come premi, ma in gran parte si tratta di vincite pari o minori al prezzo della giocata. Queste vincite, che spesso vengono subito rigiocate, sono però importanti al fine di mantenere agganciato il giocatore, che se perdesse sempre si disamorerebbe velocemente. Nel Gratta e Vinci miliardario per esempio, i biglietti “vincenti” sono addirittura il 26 per cento:ma nel 52 per cento dei casi restituiscono  solo i 5 euro del biglietto”. “Questi meccanismi, studiati da psicologi e matematici, hanno esposto l’intera popolazione al rischio azzardo, portando a un’esplosione di dipendenze e rovine economiche” dice la psicoterapeuta varesina Daniela Capitanucci, fondatrice dell’associazione Azzardo e Nuove Dipendenze, che offre assistenza psicologica e legale. “La nostra associazione tratta ogni mese decine di nuovi casi. Molti sono poveri che sperano nel colpaccio: accendete la radio alle 6,30, quando ci si alza per i lavori più duri, e sentirete il coro di spot indirizzati a loro”. Soluzioni? “Limitare puntate, diffusione e frequenza dei giochi. E, come si è fatto in Svizzera, concentrare le slot-machine in poche sale, obbligando i gestori a non far entrare i giocatori problematici. Ma chi dovrebbe emanare queste norme, visto che a incassare circa 9 miliardi l’anno da queste attività è lo Stato-biscazziere?”
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 18 marzo 2016

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