Il Complotto è in fase avanzata. Ha buone
possibilità di raggiungere il suo scopo. Ogni girono che passa un nuovo
inquietante tassello si aggiunge alla trama ordita intorno alla vittima
designata, più o meno a sua insaputa. E sì, se tutto continua così a giungo
Virginia Raggi rischia davvero di diventare sindaco- anzi sindaca – di Roma. La
prima donna in Campidoglio. Volto sconosciuto fino a qualche settimana fa del
Movimento 5 Stelle, improvvisamente al centro dell’attenzione. (..). In vista
delle elezioni di Roma si stanno manifestando tutte le contraddizioni covate
all’interno degli schieramenti. Da quanto, ormai tre anni fa, dopo il voto alle
politiche del 2013, la penosa “non vittoria” di Bersani e il clamoroso successo
di Grillo hanno scardinato il debole bipolarismo del ventennio precedente. Con
la conseguente rottamazione di un’epoca. A desta Berlusconi è sopravvissuto a
se stesso. Alla sua Forza Italia ormai presente solo in Parlamento, a ranchi
sempre più ridotti. Bertolaso è il candidato sindaco di tempi in cui il
consenso cresceva parallelamente alle sciagure che si abbattevano sull’Italia:
il terremoto dell’aquila, l’immondizia a Napoli, alluvioni e frane lungo tutta
la Penisola. Oggi invece Bertolaso rischia di naufragare (politicamente)
davanti al no di Salvini. Al capo della Lega non gliene importa nulla della
Capitale e di come sono e saranno amministrati i suoi cittadini. Vuole
ammazzare (politicamente, s’intende) l’ex Cavaliere e restare l’unico padrone
del campo. (..). A Sinistra Il Voto di Roma è visto come l’ultima
occasione per ostacolare la marcia trionfale del premier-segretario. Prima del
referendum costituzionale di ottobre che Matteo Renzi sta preparando come un
plebiscito sulla sua leadership. Poi, ha annunciato, l’anno prossimo il
congresso del Pd e, forse, subito dopo le elezioni politiche. (..). Sulla
Capitale dunque il Pd regola i suoi conti interni; la cacciata di Ignazio
Marino non è stata l’occasione per una riflessione sul modello di città. Che
poi inevitabilmente significa interrogarsi sul modello Italia. Mesi persi.
Ancora una volta tocca a Raffaele Cantone, il magistrato castiga-corrotti,
svelare che il sistema Roma è fuorilegge: dal 2013 al 2014, giunte Alemanno e
Marino, gli appalti della Capitale sono stati concessi agli amici degli amici.
Bella scoperta. La Capitale D’Italia è alla deriva da almeno un anno; prima
ancora delle dimissioni imposte all’ignaro Marino; con Renzi che si tiene al
largo come se queste elezioni non lo riguardassero. (..). La quotidianità
spacciata come rivoluzionaria. In una metropoli stremata forse unici argomenti
capaci di attirare l’attenzione di un elettorato giustamente disamorato. Gioco
facile per il Movimento di Grillo. Scrive infatti su Facebook Virginia Raggi:
“Una città che funziona non è di destra o di sinistra. E’ una città 5 Stelle”.
Più rassicurante di Alessandro Di Battista, perfettivo come Luigi Di Maio, la
Raggi sembra avere quel profilo che piace sempre più alla Casaleggio &
soci; professionale, telegenico, sempre contro la casta ma accorto nel non
inimicarsi i ricchi bacini di voti (anche clientelari). Altro che complotto. Ci
provano davvero a conquistare Roma. Non per loro merito. Ma per demerito di chi
li ha preceduti.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it
@vicinanzal – L’Espresso – 24 marzo 2016
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