Un altro colpo alla virilità: una
tecnica di ingegneria genetica ha dimostrato che il cromosoma Y, orogliosa
esclusiva dei maschi, è praticamente inutile. Com’è noto il sesso, nella specie
umana come nella maggior parte dei mammiferi, è determinato dalla presenza, fra
i 46 cromosomi che compongono il nostro genoma, della combinazione dei due
chiamati X e Y. Se ci sono due X il feto, che di base è sempre femmina, essendo
dotato di ovaie, diventerà una bambina, se ci sono X e un Y, diventerà un
maschietto. La genetista Monika Ward, dell’Università delle Hawaii, ha adesso
mostrato in una ricerca pubblicata su Scienze che si possono far nascere topi
maschi, sani e fertili, anche se privi di cromosoma Y. In realtà già si sapeva
che l’Y è molto meno importante dell’X: mentre l’X contiene oltre 1.500 geni,
molto indispensabili alla sopravvivenza, l’Y ne ha solo 90, quasi tutti
destinati alla costruzione degli spermatozoi. Solo due geni contenuti nel
cromosoma Y si occupano del passaggio del feto da femmina a maschio. Questo
avviene con la trasformazione delle ovaie in testicoli, i quali, producendo
testosterone, completano poi il “cambio di sesso” di tutto il feto. In realtà,
come ha scoperto la Ward, quei due geni del cromosoma Y non si occupano
direttamente del passaggio al sesso maschile funzionano solo da interruttori,
facendo “scattare” l’azione di altri due geni, posti su cromosomi diversi, che
poi compiono tutto il lavoro. Così, per dimostrare che dell’Y si può fare a
meno, la ricercatrice ha creato embrioni di topo dotati solo di un cromosoma X,
ma con modifiche genetiche che attivavano automaticamente i due geni che
trasformano le ovaie in testicoli. “Gli embrioni così modificati si sono
sviluppati in maschi di aspetto, salute e comportamento normali, anche se
mancando del cromosoma Y, producono spermatozoi immaturi, incapaci di muoversi
perché privi delle tipiche code, e possono quindi procreare solo se i loro
spermatozoi sono usati per la fecondazione artificiale” dice Ward. Con questo
“aiutino” i topi maschi senza Y hanno avuto figli e nipoti anch’essi
perfettamente sani. Che del “cromosoma dei maschi” si potesse fare ameno lo
avevano comunque già dimostrato due specie di roditori, le arvicole Ellobius tancrei e lutescens: queste
hanno perduto l’Y da tempo, spostando le sue funzioni sui cromosomi X, che
funzionano diversamente nei due sessi. E visto che da 300 milioni di anni l’Y,
continua a perdere geni e funzioni, può darsi che la sua sparizione, prima o
poi, interessi tutti i mammiferi. Oltre a lasciar intravedere il triste destino
dell’Y, la tecnica della Ward potrebbe avere però anche ricadute terapeutiche.
“Esiste una malattia genetica, la sindrome di Turner, di cui soffrono bambine
nate con solo un cromosoma X” ci spiega il professor Paolo Vezzoni, direttore
dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr. “Chi ne soffre è sterile
e con vari problemi di salute. Ma se bastano due semplici modifiche genetiche
per far nascere un mammifero sano con un solo cromosoma X, la possibilità
futura di curare embrioni con sindrome di Turner non può essere esclusa”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 26
febbraio 2016 -
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