Nato
a Vinci, in provincia di Firenze, e morto ad Amboise (in Francia) nel maggio
del 1519, con la sua insaziabile sete di conoscenza e il profondo interesse per
l'arte nelle svariate forme rappresentò l'uomo simbolo del Rinascimento.
A 17 anni fu ammesso alla bottega di Andrea del Verrocchio, fucina di illustri
maestri del 500 quali Botticelli, Perugino e Ghirlandaio.
Durante il soggiorno milanese (1482-99), produsse alcune opere celebri come
la Vergine delle rocce, la Dama con l'ermellino (oggi
al Museo di Cracovia) per Ludovico Sforza, detto il Moro, e l'Ultima cena per
il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, sconvolgendo con
quest'ultima l'iconografia tradizionale e introducendo una nuova tecnica
pittorica (tempera e olio su due strati di intonaco).
Lasciata Milano insieme al giovane Francesco Melzi (il più caro dei suoi
allievi che lo seguì fino alla morte), fu a Mantova presso la casa di Isabella
d’Este e dopo nuovamente a Firenze, dove iniziò a manifestare una sorta di
insofferenza per la pittura, preferendole gli studi geologici del territorio.
Da sopralluoghi compiuti in Romagna e in Toscana in vista di opere
ingegneristiche e di difesa, scaturirono poi l’amore per il paesaggio e per le
forze della natura.
Natura interpretata con assoluta innovazione nella Gioconda (1503-1506),
considerato il ritratto più famoso del mondo. In questo Leonardo riesce a
legare la figura umana al paesaggio, che appare non come semplice sfondo ma
protagonista del quadro, in un rapporto che nessun pittore prima di lui aveva
saputo rendere con altrettanta finezza.
Nei primi anni del Cinquecento, Leonardo dedicò particolare attenzione allo
studio del volo e al progetto di una nuova macchina volante e
cominciò ad interessarsi all'anatomia degli uccelli, all'anatomia umana, alla
resistenza e ai moti dell'aria e alla caduta dei pesi. Nel 1514 si trasferì a
Roma, sotto la protezione di Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il
Magnifico e, successivamente, in Francia alla corte di Francesco I, dove
continuò con passione e dedizione gli studi e le ricerche scientifiche.
Morì il 2 maggio del 1519, lasciando Francesco Melzi come esecutore
testamentario. Cinquant'anni dopo, violata la tomba, le spoglie andarono
disperse nei disordini delle lotte religiose tra cattolici e ugonotti. Nel 1984
furono attribuite a Leonardo delle ossa ritrovate, riposte poi nella
cappelletta di Saint-Hubert presso il castello di Amboise.
In occasione del cinquecentenario della morte, sono state organizzate mostre e
manifestazioni celebrative in particolare a Vinci e in Francia, con l'omaggio
sulla sua tomba ad Amboise del presidente della Repubblica italiana, Sergio
Mattarella, e dell'omologo francese, Emmanuel Macron.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/414005
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