Nato
a Parigi e morto nel settembre del 1937 a Ginevra, in Svizzera, Pierre de
Frédy, barone di Coubertin, rimase affascinato dal sistema educativo dei
college inglesi, in particolare dal ruolo centrale assegnato all'attività
fisica.
Maturando la convinzione che lo sport potesse diventare uno strumento per
migliorare la formazione dell'individuo e un'occasione di confronto pacifico
tra i popoli, arrivò all'intuizione di riportare in vita le Olimpiadi dell'antica
Grecia.
Dopo aver annunciato il progetto nel 1894, nel corso di un congresso
internazionale alla Sorbona di Parigi, istituì il Comitato Olimpico
Internazionale (CIO, in inglese IOC), di cui fu nominato segretario
generale (carica ricoperta fino al 1925). I primi Giochi Olimpici di Atene nel
1896 furono uno strepitoso successo, ma solo dopo il 1906 la competizione
assunse il valore, che tuttora le viene riconosciuto, grazie anche a degli
accorgimenti introdotti dallo stesso Coubertin: i cinque cerchi nel simbolo; il
giuramento olimpico; una nuova disciplina come il pentathlon.
Gli insegnamenti di Coubertin ispirarono, dopo la morte, una medaglia speciale
intitolata a suo nome (nota anche come "Medaglia del Vero Spirito
Sportivo"), assegnata agli atleti che si distinguono per spirito di
sportività.
«L'importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la
vittoria ma la certezza di essersi battuti bene.» È la versione
completa della celebre frase di Pierre de Coubertin (citando il vescovo
Ethelbert Talbot), che spesso è utilizzata anche ai giorni nostri, non solo in
ambito sportivo.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/57001
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