La mafia si libera di un grande servitore dello
Stato, che con i suoi innovativi ed efficaci metodi di indagine era
riuscito ad assestare colpi importanti sia all'organizzazione mafiosa sia alle
Brigate Rosse (in Piemonte), portando allo scoperto la fitta rete di complicità
con la politica e con una parte delle istituzioni.
Grazie a lui erano saliti alla ribalta
giudiziaria personaggi cruciali di Cosa Nostra, come Tommaso Buscetta e Michele
Greco, fino a quel momento sconosciuti agli investigatori. Ciononostante, il
Generale si era sentito, negli ultimi tempi, abbandonato dalle istituzioni
centrali nella lotta alla mafia, lamentando la scarsità di mezzi a disposizione
in un’ultima intervista rilasciata a Giorgio Bocca, per il
quotidiano la Repubblica.
Le indagini e il processo sulla strage di via
Carini porteranno alla condanna come mandanti di sei boss di spicco (Totò
Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè
Geraci) e di quattro esecutori materiali. In realtà da alcune inchieste
giornalistiche e da rivelazioni emerse durante il processo Andreotti (per
l’assassinio del giornalista Mino Pecorelli), si farà strada
l’ipotesi che l'omicidio Dalla Chiesa fosse da collegare al ritrovamento del
memoriale redatto da Aldo Moro e ritrovato nel covo delle
Brigate Rosse.
Rispetto alla versione ufficiale del memoriale,
s'ipotizza una versione integrale di cui Dalla Chiesa era a conoscenza e di cui
avrebbe messo al corrente il giornalista Pecorelli (versione confermata dalla
sorella di quest’ultimo).
http://www.mondi.it/almanacco/voce/8061
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