Una Tisana Alla valeriana, un po' di melatonina, un
farmaco sedativo. Quest’escalation sarà familiare a molti dei milioni di
insonni cronici in Italia, che ricorrono ai più disparati – e disperati –
rimedi. Una soluzione efficace sembrano averla trovata al Centro di Terapia
Strategica di Arezzo, diretto (e fondato oltre 30 anni fa insieme a Paul
Watzlawick) da Giorgio Nardone. Qui sono stati trattati con successo oltre
25mila pazienti provenienti da tutto il mondo, afflitti da patologie
psicologiche come disturbi fobici, ossessivi e alimentari. Fra questi vi sono
anche centinaia di insonni che hanno trovato conforto grazie a protocollo di
trattamento basati sull’assegnazione di esercizi da eseguire a casa. Federica
Cagnoni, psicoterapeuta e docete della Scuola di Specializzazione del Centro,
sull’insonnia ha lavorato molto.
Dottoressa Cagnoni, lei ha una
percentuale di successo dell’85% come ci è arrivata? “Chi segue le nostre indicazioni
risolve il problema in media dopo cinque sedute. Il 15% di insuccesso comprende
quei pazienti che non eseguono gli esercizi (capisco che all’inizio possano
sembrare paradossali o privi di senso e abbandonano la terapia perché convinti
di non poter fare ciò che chiediamo.
Come funziona nel concreto il vostro
approccio? “Per noi è
inutile sia concentrarsi sul sintomo sia sulla causa del problema. E’
necessario invece scardinare i meccanismi che impediscono all’insonne di
evadere dalla trappola in cui si è infilato. Se un paziente non si addormenta
perché ha paura di non riuscire a farlo, ricorriamo alla tecnica della
“Peggiore Fantasia”. Gli chiediamo cioè di pensare per mezz’ora al giorno alla
peggiore notte insonne possibile e alle catastrofiche conseguenze che lo
attendono al risveglio, cercando di portare la paura all’estremo. Il risultato
è che le sue resistenze svaniscono”.
Anche chi si sveglia durante la
notte e non riprende sonno ha paura di non dormire? “No. In quel caso, per lo più, si
tratta di persone che continuano a rimuginare sulle questioni che le
preoccupano di giorno. Per costoro prima riduciamo con alcune tecniche il
livello di rimuginazione diurna, cioè la potenza di quei pensieri che assillano
la mente. Poi sfruttiamo la “Tecnica dell’Ordalia”: alle donne, per fare un
esempio, chiediamo di preparare l’asse da stiro prima di addormentarsi. Se si
svegliano, dovranno obbligatoriamente stirare fino all’esaurimento delle
energie. Dopo qualche stirata notturna, iniziano a riaddormentarsi velocemente,
senza svegliarsi più.
E con gli uomini? “La procedura viene declinata al
maschile: chiediamo di lucidare la motocicletta in garage, di spazzare le
foglie in giardino o di riordinare completamente l’armadio”
Scusi ma cosa c’entrano l’asse da
stiro e le foglie in giardino con l’incapacità di dormire? “In una concezione prettamente
logica, nulla. Ma la “Terapia Breve Strategica” sfrutta i percorsi irrazionali
per guarire le psicopatologie in cui i pazienti si sono intrappolati seguendo
troppo rigidamente logiche razionali. Il concetto chiave, qui, è che una paura
più piccola è scacciata da una paura più grande”.
Niente più igiene del sonno quindi? “Per alcuni proprio le regole dell’igiene
del sonno (a letto dopo una cena leggera e sempre alla stessa ora) diventano
una trappola: rinunciano alle attività serali che li farebbero andare a letto a
un’ora diversa da quella “raccomandata” oppure mangiare sempre le stesse cose,
col risultato di finire con gli occhi sbarrati nel letto, a contare le pecore”.
Michele
Razzetti – Salute – Donna di La Repubblica – 8 ottobre 2018 -
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