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lunedì 2 luglio 2018

Lo Sapevate Che: La Regione TOSCANA!


LA TOSCANA

« Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. »

Nel mezzo del cammin di nostra vita è il primo verso della prima terzina della Divina Commedia di Dante Alighieri; costituisce l'incipit del primo canto dell'Inferno.

Considerata come la culla della cultura italiana, la Toscana è una regione ricca di risorse e bellezze, sia artistiche che naturali.


Caratteristiche fisiche


Il paesaggio toscano non solo è tra i più suggestivi del Paese, ma anche uno dei più vari.


La conformazione geo-fisica della Toscana infatti comprende i rilievi dell'Appennino Tosco-Emilianodell'Antiappenno Toscano e dell'ultimo scorcio di Alpi Apuane (dove si trova il monte Prato, 2054m d'altezza), le dolci colline famose in tutto il mondo per la loro bellezza (Colline Livornesi, Colline Pisane, Chianti, Montalbano ecc...) e le ampie pianure della Maremma e della Versilia.


Tra i fiumi, il più importante è senza dubbio l'Arno, il quale lungo il suo corso attraversa le province di Arezzo, Firenze e Pisa. I laghi (Montepulciano e Chiusi) invece sono di modeste dimensioni.


A completare il rigoglioso assortimento paesaggistico vi sono le coste, perlopiù basse e sabbiose, ma che in certi punti (Piombino, Punta Ala e sull'Argentario) si innalzano in veri promotori rocciosi e ricoperti da pinete.


Il clima della regione è marittimo lungo le coste e sulle isole e continentale nell'entroterra.

Collocata nella zona centro-occidentale dello Stivale, questa regione confina a Nord con l'Emilia Romagna, a Sud con il Lazio, a Est con l'Umbria e Marche e ad Ovest è bagnata dal Mar Tirreno.


Risorse

La vegetazione della Toscana assomma specie tipiche dell'area montana e specie spiccatamente mediterranee. Tutta la fascia retrostante la costa, caratterizzata da colline che raggiungono un'altitudine di 300-400 mt  è occupata da specie mediterranee: tipica formazione vegetale è la macchia sempreverde, sia con arbusti (mirto, rosmarino, lavanda ecc.) sia con alberi (leccio, pino domestico e marittimo).
Le zone che non superano i 1000 metri hanno come vegetazione boschi di castagni e di querce che rivestono l'Appennino; al di sopra, sino ai 1700m si estendono le foreste di faggi e abeti. Complessivamente i boschi occupano 9000 Km e stanno aumentando in modo spontaneo a causa dell'abbandono da parte dei contadini di vaste aree coltivate.
La Toscana è la regione d'Italia con la più estesa superficie di territorio tenuto a bosco tuttavia si tratta per lo più di boschi che non consentono un abbondante produzione di legname. La fauna, un tempo ricca e varia, è stata decimata dai cacciatori.
Il parco della Maremma (parco dell'Uccellina) ospita il cinghiale e pochi esemplari di caprioli e cervi, più numerosi sono soprattutto nelle aree montane i tassi, le lepri e le volpi. Tra gli uccelli di passo o stanziali ci sono le starne, le beccacce e le tortore; la fauna della laguna di Orbetello che comprende varie specie di trampolieri e altri uccelli acquatici (folaghe, germani ecc.).
Aspetto economico Fin dal tempo degli Etruschi la Toscana è stata una regione a economia essenzialmente agricola, ma, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale lo sviluppo dell'industria ha portato notevoli trasformazioni tanto che oggi solo una piccola percentuale della popolazione è impiegata in questo settore.
L'elemento base della produzione agricola è costituito dai cereali soprattutto grano e mais; in aumento, nelle zone di pianura la produzione di barbabietole da zucchero; coltura tipica della regione è quella della vite, conosciuti in tutto il mondo i suoi celebri vini quali il Chianti e il Brunello di Montalcino. Nelle zone collinari oltre alla vite è assai diffusa la coltivazione degli olivi.
Intensa è anche la coltivazione di ortaggi soprattutto nelle zone pianeggianti.Nella zona del pistoiese è sviluppata la floricoltura e nelle vallate montane si coltiva il tabacco (Val di Chiana, aretino).
Recentemente si è introdotta anche la coltivazione dei girasoli da olio. Sviluppato è l'allevamento di bovini e ovini soprattutto nella Maremma. L'estrazione mineraria oggi non ha più l'importanza che aveva nel passato. Tra i vari giacimenti, alcuni dei quali esauriti o abbandonati perché troppo costosi, (ad esempio quelli di minerali di ferro nell'Isola d'Elba e di mercurio del monte Amiata), ce ne sono ancora alcuni di minerali di rame e di piombo, e di piriti da cui si ottiene il ferro.
Hanno grande importanza i marmi delle Alpi Apuane, assai pregiati e costosi (marmo bianco di Carrara) e l'alabastro estratto nei pressi di Volterra.
La Toscana ha inoltre una particolare fonte di energia geotermica: i soffioni boraciferi di Larderello che emettono grandi quantità di vapore impiegato per alimentare centrali elettriche.
Fra le industrie prevalgono quelle tessili, chimiche, alimentari, siderurgiche, metalliche, meccaniche, del vetro, del legno, farmaceutiche, del tabacco e dell'abbigliamento. Fra le attività artigianali notevoli quelle che lavorano


Amministrazione

La Toscana è divisa in 10 province e aree metropolitane.

Firenze (capoluogo di regione), Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena

La grande ricchezza della Toscana però è il turismo, grazie all'immenso patrimonio artistico, oltre che naturale.


Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, ad esempio, sono città colme d'arte e di storia, conosciute davvero in tutto il mondo.


In questi luoghi operarono i più grandi personaggi del Medioevo e del Rinascimento Italiano (come Leonardo), il cui passaggio ha lasciato in eredità monumenti e opere d'arte mozzafiato (segue dettaglio delle opere)


A queste vanno aggiunte poi le attrattive dei paesaggi dell'entroterra (agriturismi, cascine e paesini collinari) e delle rinomate stazioni balneari affacciate sul mare: Viareggio, Forte dei Marmi e Punta Ala (ma anche le isole dell'Arcipelago Toscano) sono ogni anno meta di centinaia di migliaia di amanti del mare e della vita da spiaggia


Personaggi Famosi


In Toscana le personalità illustri si sprecano. 

Il Decameron di Boccaccio
Data di composizione
Il Decameron è composto fra 1349 e 1353 ma le prime tre giornate circolano prima della conclusione dell’opera

L'argomento
Dieci ragazzi si rifugiano in campagna durante la peste e si raccontano a vicenda dieci novelle per dieci giorni.

La fortuna
L’opera ha avuto un successo vastissimo ed è stata presa come modello della prosa letteraria durante la questione della lingua nel Cinquecento.


Dante Alighieri – Inferno - Canto trentratreesimo -

 La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto.
      Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli
disperato dolor che ’l cor mi preme
già pur pensando, pria ch’io ne favelli.
      Ma se le mie parole esser dien seme
che frutti infamia al traditor ch’i’ rodo,
parlar e lagrimar vedrai insieme.
      Io non so chi tu se’ né per che modo
venuto se’ qua giù; ma fiorentino
mi sembri veramente quand’io t’odo.
      Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.
      Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;
      però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’e’ m’ha offeso.
      Breve pertugio dentro da la Muda
la qual per me ha ’l titol de la fame,
e che conviene ancor ch’altrui si chiuda,
      m’avea mostrato per lo suo forame
più lune già, quand’io feci ’l mal sonno
che del futuro mi squarciò ’l velame… ….


GIACOMO LEOPARDI: XII – L’INFINITO

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare. 


Francesco Petrarca: “ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI”

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;


e 'l viso di pietosi color farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di subito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale
ma d'angelica forma, e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale,
piaga per allentar d'arco non sana.


Francesco Petrarca: Chiare fresche e dolci acque

Chiare fresche e dolci acque 
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna; 
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra) 
a lei di fare al bel fianco colonna; 
erba e fior che la gonna 
leggiadra ricoverse con l'angelico seno; 
aere sacro sereno 
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: 
date udienza insieme 
a le dolenti mie parole estreme. 

S'egli è pur mio destino, 
e 'l cielo in ciò s'adopra, 
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, 
qualche grazia il meschino 
corpo fra voi ricopra, 
e torni l'alma al proprio albergo ignuda; 
la morte fia men cruda 
se questa spene porto 
a quel dubbioso passo, 
ché lo spirito lasso 
non poria mai più riposato porto 
né in più tranquilla fossa 
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse 
ch'a l'usato soggiorno 
torni la fera bella e mansueta, 
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno, 
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà! 
già terra infra le pietre 
vedendo, Amor l'inspiri 
in guisa che sospiri 
sì dolcemente che mercé m'impetre, 
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo. 

Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria) 
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea 
umile in tanta gloria, 
coverta già de l'amoroso nembo; 
qual fior cadea sul lembo, 
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle 
eran quel dì a vederle; 
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore 
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quante volte diss'io 
allor pien di spavento: 
"Costei per fermo nacque in paradiso!". 
Così carco d'oblio
il divin portamento 
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso 
da l'imagine vera, 
ch'i' dicea sospirando: 
"Qui come venn'io o quando?" 
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace 
quest'erba sì ch'altrove non ò pace. 

Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente 
uscir del bosco e gir infra la gente.

Dal trio Dante Alighieri-Petrarca-Boccaccio che gettò le fondamenta della nostra lingua agli artisti rinascimentali Leonardo da Vinci Michelangelo, dai grandi politici come Lorenzo il Magnifico ai geni del calibro di Galileoun intero libro non basterebbe a contenere tutti i toscani importanti! Qui di seguito troverete un po' di Storia, l’Arte, la Cultura, i Musei più importanti e parti caratteristiche della Regione.


I Soffioni Boraciferi

I soffioni Boraciferi di Larderello Il paesaggio di Larderello, piccolo centro delle Colline Metallifere nel centro della Toscana è avvolto nei vapori; grandi costruzioni di cemento di forma cilindrica, i refrigeratori, spiccano in lontananza, e poi si notano tubazioni che sbucano direttamente da sottoterra e grandi capannoni da cui si sente il ronzio di macchine elettriche.
A Larderello vi sono infatti centrali che producono energia elettrica geotermica utilizzando i "soffioni".
I soffioni sono getti di vapore acqueo provenienti dal sottosuolo e provocati dal calore interno della terra. In questa zona furono ottenuti attraverso le perforazioni artificiali effettuate alla fine dell'800.
Già nel 1777 un chimico tedesco aveva scoperto in uno stagno della zona la presenza di acque calde contenenti acido borico, una sostanza utile per la chimica. In seguito si iniziò a sfruttare i soffioni per ottenere tale prodotto.
Oggi la produzione chimica non c'è più e tutta la risorsa del calore sotterraneo è destinata alle centrali elettriche.

Un po' di storia:

In Toscana prosperò una delle più antiche civiltà: quella degli Etruschi o Tusci, da cui la regione deriva il nome. Gli Etruschi dominarono la regione tra l'Arno e il Tevere con una federazione di popoli o città stato, tra le quali Arezzo e Tarquinia; iniziarono anche l'estrazione del ferro dell'isola d'Elba e costruirono città cinte da mura in pietra squadrata. Essendo grandi commercianti e artigiani, influenzarono il primo sviluppo della civiltà di Roma che poi li assorbì.
A partire dal IV secolo a.C. si sviluppò il dominio dei Romani che fondarono numerose nuove colonie, ampliarono le città etrusche e tracciarono importanti strade come la via Cassia (da Roma verso Siena) e la via Aurelia (da Roma verso Pisa e la costa Tirrenica).
Nel Medioevo la Toscana era divisa in molti piccoli stati spesso in lotta tra loro; Pisa divenne un'importante repubblica marinara in lotta anche con Firenze per primeggiare nella regione. Dopo il 1200 migliorò l'agricoltura, si svilupparono le manifatture (stoffe, armi), i commerci, le prime banche e fiorirono la vita culturale e artistica.
Le città principali si organizzarono in liberi comuni.
Nel XV secolo dopo lunghe lotte tra città avvenne la trasformazione dei comuni in Signorie (forma di governo istauratasi in molte città italiane dalla seconda metà del sec. XIII con l'accentramento dei poteri comunali in una sola persona), e poi, nel periodo del Rinascimento, si formò il Granducato (stato che ha come sovrano un granduca.
In Toscana il titolo di granducato fu dato per la prima volta dal Papa Pio V ai Medici nel 1569) di Toscana ad opera della dinastia dei Medici.
Questo rimase per anni uno degli stati più importanti dell'Italia fino alla sua annessione al regno d'Italia nel 1859. Durante il periodo granducale la Toscana sviluppò la sua economia con i commerci internazionale e gli investimenti delle potenti banche di Siena e Firenze.
Un notevole sviluppo culturale fu raggiunto attraverso gli studiosi delle Accademie (associazione tra uomini di cultura per lo sviluppo delle scienze e delle arti o della letteratura) di Firenze nel campo della lingua italiana e delle arti.
Firenze fu anche capitale d'Italia dal 1865 al 1870. La capitale: Firenze è una delle più celebri città del mondo, patria di famosi poeti e artisti, di pontefici, di santi, di condottieri e uomini politici.
La città sorge in magnifica posizione, tra il Valdarno Superiore e il Valdarno Inferiore, in un'ampia conca ad anfiteatro circondata da tre lati da colline argillose coperte da uliveti e ha il clima salubre, di solito mite, che tuttavia può registrare forti escursioni termiche stagionali.
La situazione geografica, i ricordi storici, la bellezza dei monumenti e l'ineguagliabile patrimonio artistico delle sue gallerie e dei suoi musei, le numerose accademie, gli istituti e le iniziative culturali, tutto concorre a darle un'impronta particolare che richiama perennemente studiosi, artisti e turistica tutta Europa e da tutto il mondo.
Tra le città italiane Firenze è quella che ospita il maggior numero di residenti stranieri. Fu soprattutto nel periodo delle guerre mondiali che si svilupparono i quartieri industriali della Firenze moderna. Firenze è un centro commerciale, nodo ferroviario, stradale e autostradale, essa è sede d'attive industrie metallurgiche, chimiche-farmaceutiche, meccaniche, concerie, calzaturifici, guantifici, importanti industrie tipografico- editoriale, stabilimenti tessili. Fabbricazione di cappelli di paglia. D'antica tradizione e assai vario è l'artigianato fiorentino, che si avvale di maestranze altamente specializzate, dedite alla lavorazione di merletti, paglia, ferro, metallo, cuoio, legno, vetro e ceramica, oreficerie e bigiotterie. Notevole esportazione di articoli d'abbigliamento, biancheria e tovaglioli. Importanti manifestazioni commerciali sono annualmente dedicate alla moda, all'artigianato, all'antiquariato, all'arredamento, agli impermeabili, al cuoio e ai pellami, alla caccia. Risorsa notevole dell'economia fiorentina è infine il turismo. La città di Firenze fu fondata da Cesare con il nome di Florentina, alla confluenza del Mugnone con l'Arno.
La pianta a scacchiera, tipica romana, rimase invariata anche per tutto il periodo medioevale, fino alla costruzione della seconda cinta di mura, nel 1172, a seguito della quale Firenze si estese anche sulla riva sinistra dell'Arno, collegata alla parte vecchia da numerosi ponti tra cui il famoso Ponte Vecchio, con caratteristici negozi orafi.
Nel XV secolo Firenze passò sotto la Signoria dei Medici, ricchissimi banchieri, che divennero Granduchi di Toscana. Firenze e tutta la regione rimasero sotto il dominio dei Medici per tre secoli durante i quali la città raggiunse il suo massimo splendore dal punto di visto artistico, culturale, politico ed economico.
Al Granducato dei Medici successe, nel XVIII secolo, quello dei Lorena, fino al 1860, anno in cui la Toscana entrò a far parte del regno d'Italia, di cui Firenze fu capitale dal1865 al 1871.
La città è la patria di personaggi illustri come Dante, Machiavelli, Boccaccia, e Galileo Galilei e conserva le opere di grandi artisti come Michelangelo, Donatello, Brunelleschi, Botticelli e Giotto.
Nel centro storico ritrova il patrimonio artistico e culturale di Firenze, tra i maggiori del mondo.
Il cuore della città è Piazza del Duomo, dove si trovano il Campanile progettato da Giotto, il Battistero e Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, alla cui costruzione hanno contribuito vari artisti tra i quali Arnolfo di Cambio e Filippo Brunelleschi.

Arte e cultura in Toscana

L’arte e la cultura toscana sono celebri e apprezzate in tutto il mondo, così come la storia, la cucina e le tradizioni secolari. La Toscana, culla del Rinascimento, e vera fonte di ispirazione per migliaia di artisti e scrittori ha dato i natali a grandi personalità della storia. Basti pensare a poeti del calibro di Danti Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, a pittori come Gino Severini, Luca Signorelli, Piero della Francesca e Michelangelo, a musicisti come Giacomo Puccini, a scienziati come Galileo Galilei e Leonardo da Vinci.

Le più belle città d’arte della Toscana conservano ancora oggi capolavori dell’arte rinascimentale, imponenti palazzi medievali, unici borghi di origine etrusca avvolti da un’aura di storia e magia. Una visita per le strade di città come Firenze, Siena, Arezzo e Pisa alla scoperta della ricchezza artistica e culturale è assolutamente da non perdere durante il vostro viaggio in Toscana. Vale inoltre la pena soffermarsi in piccole cittadine e paesi di provincia dal carattere inimitabile e dai sapori antichi come Cortona, San Gimignano e Monteriggioni.

Lo stile toscano si manifesta anche nell’alta moda e nelle tendenze, nelle collezioni di grandi stilisti come Roberto Cavalli, Gucci e Prada, che hanno in Toscana centri di produzione, spacci aziendali e negozi dove potrete trovare ottimi articoli a prezzi convenienti. A questo si aggiungono le pregiate pelli e il cuoio fiorentino, le telerie e l’artigianato toscano, come gli unici manufatti in alabastro di Volterra.

Un buon motivo per venire in Toscana è anche la possibilità di fare un tour enogastronomico per le strade del vino alla scoperta di prodotti tipici toscani, come il pecorino di Pienza, i salumi di Cinta Senese o la bistecca di razza chianina, e degli ottimi vini toscani. Non perdetevi una visita alle cantine di Montepulciano, di Montalcino e del Chianti per degustazioni e assaggi.

Una vacanza in Toscana può essere anche orientata verso la natura e l’ambiente: i nostri paesaggi caratterizzati da campi sterminati di girasoli, meravigliose case coloniche con viali di cipressi, le rinomate crete senesi dalle mille sfumature, oliveti e vigne su dolci colline vi offriranno scorci mozzafiato e momenti di grande emozione. La Toscana offre tutto quello che cercate per tutte le stagioni: mare incontaminato, lunghe spiagge sabbiose, parchi naturali, stazioni sciistiche, città d’arte, divertimenti e centri sportivi.

Lo stile toscano, quindi, è sinonimo di buon gusto, di antiche tradizioni, di forti radici storiche, espresse in eventi di grande risonanza con il Palio di Siena, la Giostra del Saracino di Arezzo e la Giostra dell’Archidado di Cortona.


Principali musei in Toscana


Il museo degli Uffizi è uno dei più famosi del mondo per le sue straordinarie collezioni di dipinti e di statue antiche.
Le sue raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento contengono alcuni capolavori assoluti dell'arte di tutti i tempi. Basta rammentare i nomi di Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Mantegna, Botticelli, Correggio, Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio.
Importanti sono anche le raccolte di pittori olandesi, tedeschi e fiamminghi. Tra questi: Dürer, Rubens t, Rembrand.

Tra le opere più importanti sono da segnalare: la primavera e la nascita di Venere del Botticelli, madonna del Cardellino di Raffaello, la Medusa del Caravaggio, la Sacra famiglia di Michelangelo e tanti altri capolavori.
La Galleria è situata all'ultimo piano del grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari come luogo dei principali uffici amministrativi dello stato toscano.
Fu realizzata per volontà del granduca Francesco I e incrementata grazie al contributo di numerosi componenti della famiglia Medici, entusiasti collezionisti di dipinti, sculture e oggetti d'arte.
Fu riorganizzata e ampliata sotto la 
dinastia dei Lorena, succeduti ai Medici, e in seguito dallo Stato italiano.
Nel complesso vasariano sono ospitate altre importanti raccolte: la Collezione Contini Bonacossi e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Corridoio Vasariano: un corridoio sospeso creato dal Vasari nel 1565, collega l'edificio degli Uffizi con Palazzo Vecchio e con Palazzo Pitti (
Firenze). Vi sono in mostra importanti raccolte di dipinti del Seicento e la collezione degli Autoritratti.

Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali occupano l'intero piano nobile di Palazzo Pitti, già residenza dei Granduchi di
Toscana, prima i Medici e poi i Lorena, e successivamente dei Re d'Italia, dal 1860 al 1919.
La Galleria Palatina, collocata nell'ala sinistra del Palazzo, fu creata tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, dai Lorena che sistemarono nelle sale di rappresentanza i capolavori derivati soprattutto dalle collezioni dei Medici, sino ad allora divisi in vari ambienti.
Si tratta di una collezione eccezionale che comprende opere di Tiziano, Raffaello, Pietro da Cortona, Rubens, Caravaggioe di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento.
I quadri, con le loro sontuose cornici, rivestono tutte le pareti delle sale, secondo la tradizione delle quadrerie seicentesche. Questo allestimento, insieme alle ricche decorazioni in stucco e agli affreschi correnti nelle sei sale di facciata, assegna alla Galleria un fascino particolare.
Gli Appartamenti Reali occupano le quattordici magnifiche sale dell'ala destra del Palazzo, già abitazione privata delle famiglie regnanti, e sono predisposti con mobili, opere d'arte ed arredi dal Cinquecento all'Ottocento.
La Galleria fu ulteriormente ampliata quando i Savoia nel 1915 diedero in dono l'intero palazzo al demanio pubblico; fu possibile così raddoppiare il numero dei quadri esposti.

Tra i capolavori presenti si possono citare la Madonna col Bambino ed episodi della vita di sant'Anna di Filippo Lippi, databile intorno al 1450; la Madonna col bambino e san Giovannino di Raffaello (1516 circa) e, dello stesso artista, La Velata; il San Giovannino di Andrea del Sarto (1523); i celebri ritratti di Tiziano, di Veronese e di Tintoretto.
La Galleria d'arte moderna è uno dei musei ospitati nel Palazzo Pitti a Firenze.

Questa vasta collezione offre un panorama italiano completo del periodo artistico dalla fine del Settecento (epoca neoclassica) ai primi decenni del Novecento, fondata sulla pittura nostrana ma con qualche importante scultura e con importanti esempi di artisti stranieri.
È ospitata, in ordine cronologico, nell'ala nord del Palazzo al secondo piano in più di trenta stanze, una delle ultime aree del palazzo ad essere convertite in museo, dove fino agli anni '30 del Novecento qualche volta vivevano i rappresentanti di Casa Savoia in visita alla città e dove era ospitata la Biblioteca Palatina, confluita successivamente nella Biblioteca Magliabechiana

Il percorso espositivo inizia dal neoclassicismo, con opere di Napoleone di Pietro Benvenuti come Il giuramento dei Sassoni, di Giuseppe Bezzuoli come l’ imponente tela de L'entrata di Calo VIII, e di Francesco Hayez.
Le sculture più importanti nelle prime sale sono la Calliope di Antonio Canova, la Psiche di Pietro Tenerami e il notoAbele di Giovanni Duprè.

Fra le opere più conosciute vi sono quelle appartenenti alla scuola dei macchiaioli, l'anticipazione italiana dell'impressionismo, fra i capiscuola Giovanni Fattori, presente con una rilevante collezione di opere, sia carattere storico, sia i celebri paesaggi maremmani, fra le quali l'Autoritratto (1854), Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1862), La cugina Argia (1861), Lo staffato (1880), La rotonda palmieri e il Ritratto della figliastra (1889).
Silvestro Lega, fra le tele più importanti La visita alla balia (1873) e Telemaco Signorini, con l’opera la Leith del 1881.
Altri importanti pittori italiani qui presenti sono Giovanni Boldini, con i famosi ritratti dal rapidissimo ed elegante tratto, Federico Zandomeneghi Antonio Donghi, ecc.

L'Opificio delle Pietre Dure ha sede a Firenze in Via degli Alfani con attività di restauro delle opere d'arte e di ricerca scientifica. È uno degli istituti più importanti nel campo del restauro, non solo al livello nazionale, ma anche internazionale.
Il primo nome, Opificio delle Pietre Dure, risale direttamente ad una delle antiche manifatture artigianali di epoca granducale a Firenze, istituito nel 1588 nell'ex-convento di San Niccolò dal Granduca Ferdinando I de' Medici come manifattura di opere in pietre dure, con la quale si conseguono tutt'ora splendidi intarsi con pietre semipreziose. In particolare il granduca aveva bisogno di formare le maestranze necessarie per realizzare la grande cappella dei Principi in San Lorenzo, coperta di marmi intarsiati.

Alla fine del XIX secolo, con il tramonto della dinastia medicea prima e lorenese poi, cessò anche la richiesta di produzione di arredi in commesso di pietre dure e si passò dalla attività di manifattura a quella del restauro della produzione precedente.
Oggi il piccolo ma interessante museo raccoglie alcuni esempi di lavori in pietre dure, fra i quali, piani di tavolini, placche e targhette varie intarsiate, con un grande repertorio di decorazioni, per lo più con fiori, animali e frutta, ma anche con altre scene pittoriche, fra le quali una famosa veduta di Piazza della Signoria. 

Alcuni spazi sono dedicati a pietre particolari, come la pietra paesina, estratta vicino a Firenze, i cui strati di colori diversi, se separati opportunamente, danno l'illusione di un paesaggio roccioso dipinto.

Al primo piano sono esposti gli strumenti per l'intarsio ed un campionario completo delle pietre dure risalente all'epoca dei Medici.
Nell'ultima sala sono mostrati vasi e suppellettili decorate in stile liberty dei primi del Novecento, fra le quali il piano con fiori e uccelli di Niccolò Betti (1855).



Il Museo del Bargello conserva straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”.
E' collocato in un imponente edificio costruito intorno alla metà del Duecento per il Capitano del Popolo, che divenne in seguito sede del podestà e del Consiglio di Giustizia. 

A partire dal 1865, sono confluite nel palazzo, diventato Museo Nazionale, alcune delle più importanti sculture del Rinascimento, tra le quali capolavori di Donatello, di Luca della Robbia, del Verrocchio, di Michelangelo, del Cellini

In seguito il museo si è arricchito con prestigiose raccolte di bronzetti, cere, maioliche, smalti, medaglie, avori, ambre, arazzi, mobili, tessili e sigilli, provenienti in parte dalle collezioni medicee e in parte da donazioni di privati. 

La Sala di Michelangelo espone opere del grande artista del Rinascimento: il cosiddetto Bacco ebbro, scolpito a Roma tra il 1497 e il 1499; il tondo marmoreo della Madonna col bambino e san Giovannino, eseguito nel 1504 per Bartolomeo Pitti; il David-Apollo, statua marmorea, cominciato nel 1531; il Bruto, busto marmoreo eseguito intorno al 1540.
Inoltre, di Jacopo Sansovino, il Bacco, statua marmorea eseguita intorno al 1520; il busto di Cosimo I di Benvenuto Cellini, in bronzo; sempre per la scultura del Cinquecento, il celebre Mercurio, splendido bronzo del Giambologna del 1564. 

Nel 1886 il vasto salone che un tempo era la Sala del Maggior Consiglio fu destinato ad accogliere le opere di Donatello e di altri scultori del Rinascimento fiorentino.

La collezione di maioliche del Bargello deve molto al collezionismo dei Medici, in particolare a quello di Cosimo I, che amava particolarmente l'arte della ceramica e della porcellana.
Grazie ai numerosi contributi, anche di collezionisti moderni, la sala offre un panorama quasi completo della storia della maiolica italiana. 



La Sala del Verrocchio ospita sin dal 1873 opere toscane della seconda metà del Quattrocento; l'artista meglio raffigurato è ovviamente Andrea Verrocchio, che dà il nome alla sala. Tra le sue opere, molto noto è il David in bronzo, commissionatogli dalla famiglia dei Medici, che campeggia al centro della sala.

Storia del grossetano, della Maremma e i Soffioni Boraciferi, cenni storici e piccoli aneddoti, con un tocco di leggerezza…I Soffioni Boraciferi.
I soffioni Boraciferi di Larderello Il paesaggio di Larderello, piccolo centro delle Colline Metallifere nel centro della Toscana è avvolto nei vapori; grandi costruzioni di cemento di forma cilindrica, i refrigeratori, spiccano in lontananza, e poi si notano tubazioni che sbucano direttamente da sottoterra e grandi capannoni da cui si sente il ronzio di macchine elettriche. A Larderello vi sono infatti centrali che producono energia elettrica geotermica utilizzando i "soffioni". I soffioni sono getti di vapore acqueo provenienti dal sottosuolo e provocati dal calore interno della terra. In questa zona furono ottenuti attraverso le perforazioni artificiali effettuate alla fine dell'800. Già nel 1777 un chimico tedesco aveva scoperto in uno stagno della zona la presenza di acque calde contenenti acido borico, una sostanza utile per la chimica. In seguito si iniziò a sfruttare i soffioni per ottenere tale prodotto. Oggi la produzione chimica non c'è più e tutta la risorsa del calore sotterraneo è destinata alle centrali elettriche.

Sant’Anna e la Maremma

Per la maremma toscana il mito di Sant’Anna è vivo ed importante. Viene riconosciuta come protettrice degli agricoltori e del racconto e per molti borghi toscani è diventata la patrona del luogo. Tutt’oggi in varie parti della costa maremmana si festeggia il 26 Luglio la festa di Sant’Anna con conseguente riposo dai lavori nei campi.

Lago dell’Accesa a Massa Marittima

Questa leggenda molto famosa vuole che in origine al posto del lago dell’Accesa ci fosse un piccolo villaggio di contadini che coltivavano le terre del padrone della zona. Quest’ultimo attirato dal potenziale raccolto obbligò i suoi servi a continuare la trebbiatura anche il 26 luglio, giorno della Festa di Sant’Anna. Il giorno stesso all’ora di pranzo una calamità si abbattè su tutti i terreni fino a produrre una voragine dove adesso si trova il lago dell’Accesa a Massa.

Il drago di Buriano
La fonte nelle zone di Buriano fu minacciata da un immenso drago ma grazie all’intervento della spada del santo Guglielmo la fonte fu liberata dal pericoloso drago, restituendo santità alla fonte e conforto agli uomini che si sentirono al sicuro. Questa leggenda legata ai draghi e ai santi è un perfetto esempio di comunione tra leggende pagane e credo religioso, segno importante della Maremma, piena di storie e di luoghi ai culti e alla spiritualità.

La Cucina Toscana


La cucina toscana è costituita, principalmente, di piatti e dolci tradizionali che mantengono inalterata la loro preparazione da molti anni.

Il pane senza sale è un'usanza che poche altre regioni hanno adottato (come l’Umbria). Pare che l'usanza risalga al XII secolo quando, al culmine della rivalità fra Pisa e Firenze, i pisani misero in pratica prezzi elevatissimi al prezioso cloruro di sodio. Esiste poi anche un'ipotesi che dice fossero gli stessi signori di Firenze ad imporre tasse particolarmente esose per l'uso del sale.[1]

In Toscana, la sacralità del pane, ovvero l'importanza di non buttarlo via ma di utilizzarlo anche quando è raffermo, è testimoniata da una lunga serie di antiche ricette ancora molto diffuse: la panzanella, la panata, la ribollita, l'acquacotta, la pappa al pomodoro, la fettunta, la zuppa di verdura, la farinata la minestra di cavolo nero o il Pan co' santi.

Altra caratteristica della cucina toscana per eccellenza è l'uso di carni bianche e di selvaggina. I prodotti dell'aia del podere, dove pascolano liberamente polli, tacchini, oche, faraone e piccioni insieme coi conigli e la selvaggina come la lepre e il cinghiale, il fagiano e l'istrice costituiscono da sempre il menu delle grandi feste. Il maiale anch'esso è molto usato, basti pensare al famoso salame toscano, alla finocchiona, al prosciutto conservato sotto sale, al lardo di Colonnata alle salsicce e ai prodotti particolari come il buristo anch'esso frutto dell'ingegnosità della povera gente.
Tra i formaggi la tradizione si concentra sul pecorino toscano, come prodotto da conservare: i più famosi quello di Pienza e quello maremmano; mentre troviamo la ricotta e il raveggiolo tra i formaggi molli.
Infine grande spazio ai dolci, dove spiccano il panforte, i ricciarelli, i cavallucci, la zuppa del duca, la torta di cecco, i migliacci, i cantuccini di Prato.

Una Regione che con le sue meraviglie naturali, artistiche, culturali, non smetterà mai di stupirci!
Ringrazio chi ha voluto onorarmi della sua presenza. Vi prego di partecipare anche voi e farci conoscere ciò che sapete sulla Toscana. Ciao

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