LA TOSCANA
« Nel mezzo del cammin di nostra
vita
mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. » |
Nel mezzo del cammin di nostra vita è il primo verso
della prima terzina della Divina Commedia di Dante Alighieri; costituisce l'incipit del primo canto dell'Inferno.
Considerata come la culla della cultura italiana, la Toscana è una
regione ricca di risorse e bellezze, sia artistiche che naturali.
Caratteristiche
fisiche
Il paesaggio toscano non solo è tra i più
suggestivi del Paese, ma anche uno dei
più vari.
La
conformazione geo-fisica della Toscana infatti comprende i rilievi dell'Appennino Tosco-Emiliano, dell'Antiappenno
Toscano e dell'ultimo scorcio di Alpi Apuane (dove
si trova il monte Prato, 2054m d'altezza), le dolci colline famose
in tutto il mondo per la loro bellezza (Colline
Livornesi, Colline Pisane, Chianti, Montalbano ecc...) e le ampie
pianure della Maremma e
della Versilia.
Tra
i fiumi, il più importante è senza dubbio l'Arno,
il quale lungo il suo corso attraversa le province di Arezzo, Firenze e Pisa. I laghi (Montepulciano
e Chiusi) invece sono di modeste dimensioni.
A completare
il rigoglioso assortimento paesaggistico vi sono le coste,
perlopiù basse e sabbiose, ma che in certi punti (Piombino, Punta Ala e
sull'Argentario) si innalzano in veri promotori
rocciosi e ricoperti da pinete.
Il clima della
regione è marittimo lungo
le coste e sulle isole e continentale nell'entroterra.
Collocata nella zona centro-occidentale dello Stivale, questa regione
confina a Nord con l'Emilia Romagna, a Sud con il Lazio, a Est con l'Umbria e Marche e
ad Ovest è bagnata dal Mar Tirreno.
Risorse
La vegetazione della Toscana assomma specie
tipiche dell'area montana e specie spiccatamente mediterranee. Tutta la fascia
retrostante la costa, caratterizzata da colline che raggiungono un'altitudine
di 300-400 mt è occupata da specie
mediterranee: tipica formazione vegetale è la macchia sempreverde, sia con
arbusti (mirto, rosmarino, lavanda ecc.) sia con alberi (leccio, pino domestico
e marittimo).
Le zone che non superano i 1000 metri hanno come vegetazione boschi di castagni e di querce che rivestono l'Appennino; al di sopra,
sino ai 1700m si estendono le foreste di faggi e abeti. Complessivamente i
boschi occupano 9000 Km e stanno aumentando in modo spontaneo a causa
dell'abbandono da parte dei contadini di vaste aree coltivate.
La Toscana è la regione d'Italia con la più estesa
superficie di territorio tenuto a bosco tuttavia si tratta per lo più di boschi
che non consentono un abbondante produzione di legname. La fauna, un tempo ricca e varia, è stata decimata dai cacciatori.
Il parco della Maremma (parco dell'Uccellina) ospita il cinghiale e pochi esemplari di caprioli e cervi, più numerosi
sono soprattutto nelle aree montane i tassi, le lepri e le volpi. Tra gli
uccelli di passo o stanziali ci sono le starne, le beccacce e le tortore; la
fauna della laguna di Orbetello che comprende varie specie di trampolieri e
altri uccelli acquatici (folaghe, germani ecc.).
Aspetto economico Fin dal tempo degli Etruschi la Toscana è stata una regione a
economia essenzialmente agricola, ma, a partire dalla fine della seconda guerra
mondiale lo sviluppo dell'industria ha portato notevoli trasformazioni tanto
che oggi solo una piccola percentuale della popolazione è impiegata in questo
settore.
L'elemento base della produzione agricola è costituito
dai cereali soprattutto grano e mais; in aumento, nelle zone di
pianura la produzione di barbabietole da
zucchero; coltura tipica della regione è quella della vite, conosciuti in
tutto il mondo i suoi celebri vini quali
il Chianti e il Brunello di Montalcino. Nelle zone collinari oltre alla
vite è assai diffusa la coltivazione degli olivi.
Intensa è anche la coltivazione di ortaggi
soprattutto nelle zone pianeggianti.Nella zona del pistoiese è sviluppata la
floricoltura e nelle vallate montane si coltiva il tabacco (Val di Chiana,
aretino).
Recentemente si è introdotta anche la
coltivazione dei girasoli da olio. Sviluppato è l'allevamento di bovini e ovini
soprattutto nella Maremma. L'estrazione mineraria oggi non ha più l'importanza
che aveva nel passato. Tra i vari giacimenti, alcuni dei quali esauriti o
abbandonati perché troppo costosi, (ad esempio quelli di minerali di ferro
nell'Isola d'Elba e di mercurio del monte Amiata), ce ne sono ancora alcuni di
minerali di rame e di piombo, e di piriti da cui si ottiene il ferro.
Hanno grande importanza i marmi delle Alpi
Apuane, assai pregiati e costosi (marmo bianco di Carrara) e l'alabastro
estratto nei pressi di Volterra.
La Toscana ha inoltre una particolare
fonte di energia geotermica: i soffioni boraciferi di Larderello che emettono
grandi quantità di vapore impiegato per alimentare centrali elettriche.
Fra le industrie prevalgono quelle
tessili, chimiche, alimentari, siderurgiche, metalliche, meccaniche, del vetro,
del legno, farmaceutiche, del tabacco e dell'abbigliamento. Fra le attività
artigianali notevoli quelle che lavorano
Amministrazione
La Toscana è divisa in 10 province e aree
metropolitane.
Firenze (capoluogo
di regione), Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca,
Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena
La grande ricchezza della Toscana però è
il turismo, grazie all'immenso patrimonio artistico,
oltre che naturale.
Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, ad esempio, sono città colme d'arte e di storia,
conosciute davvero in tutto il mondo.
In questi luoghi operarono i più grandi
personaggi del Medioevo e del Rinascimento Italiano (come Leonardo), il cui passaggio ha lasciato in eredità monumenti e opere d'arte mozzafiato (segue dettaglio
delle opere)
A queste vanno aggiunte poi le attrattive
dei paesaggi dell'entroterra (agriturismi,
cascine e paesini collinari) e delle rinomate stazioni balneari affacciate
sul mare: Viareggio, Forte dei Marmi e Punta Ala (ma anche
le isole dell'Arcipelago Toscano) sono ogni anno meta di centinaia di migliaia
di amanti del mare e della vita da spiaggia
Personaggi Famosi
In Toscana le personalità illustri si
sprecano.
Il Decameron di Boccaccio
Data di
composizione
Il
Decameron è composto fra 1349 e 1353 ma le
prime tre giornate circolano prima della conclusione dell’opera
L'argomento
Dieci ragazzi
si rifugiano in campagna durante la peste e si raccontano a vicenda dieci
novelle per dieci giorni.
La fortuna
L’opera ha
avuto un successo vastissimo ed è stata presa come modello della prosa letteraria
durante la questione della lingua nel Cinquecento.
Dante Alighieri – Inferno - Canto
trentratreesimo -
La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto.
Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli
disperato dolor che ’l cor mi preme
già pur pensando, pria ch’io ne favelli.
Ma se le mie parole esser dien seme
che frutti infamia al traditor ch’i’ rodo,
parlar e lagrimar vedrai insieme.
Io non so chi tu se’ né per che modo
venuto se’ qua giù; ma fiorentino
mi sembri veramente quand’io t’odo.
Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.
Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;
però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’e’ m’ha offeso.
Breve pertugio dentro da la Muda
la qual per me ha ’l titol de la fame,
e che conviene ancor ch’altrui si chiuda,
m’avea mostrato per lo suo forame
più lune già, quand’io feci ’l mal sonno
che del futuro mi squarciò ’l velame… ….
quel peccator, forbendola a’capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto.
Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli
disperato dolor che ’l cor mi preme
già pur pensando, pria ch’io ne favelli.
Ma se le mie parole esser dien seme
che frutti infamia al traditor ch’i’ rodo,
parlar e lagrimar vedrai insieme.
Io non so chi tu se’ né per che modo
venuto se’ qua giù; ma fiorentino
mi sembri veramente quand’io t’odo.
Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.
Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;
però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’e’ m’ha offeso.
Breve pertugio dentro da la Muda
la qual per me ha ’l titol de la fame,
e che conviene ancor ch’altrui si chiuda,
m’avea mostrato per lo suo forame
più lune già, quand’io feci ’l mal sonno
che del futuro mi squarciò ’l velame… ….
GIACOMO LEOPARDI: XII – L’INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. |
Francesco Petrarca: “ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI”
Erano i capei d'oro a
l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;
e
'l viso di pietosi color farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di subito arsi?
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di subito arsi?
Non
era l'andar suo cosa mortale
ma d'angelica forma, e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale,
piaga per allentar d'arco non sana.
ma d'angelica forma, e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale,
piaga per allentar d'arco non sana.
Francesco Petrarca: Chiare
fresche e dolci acque
Chiare
fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.
Dal trio Dante
Alighieri-Petrarca-Boccaccio che gettò le fondamenta della
nostra lingua agli artisti rinascimentali Leonardo da Vinci e Michelangelo, dai
grandi politici come Lorenzo il
Magnifico ai geni del calibro di Galileo: un intero libro non basterebbe
a contenere tutti i toscani importanti! Qui di seguito troverete un po' di
Storia, l’Arte, la Cultura, i Musei più importanti e parti caratteristiche
della Regione.
I Soffioni Boraciferi
I soffioni Boraciferi di Larderello
Il paesaggio di Larderello, piccolo centro delle Colline Metallifere nel centro
della Toscana è avvolto nei vapori; grandi costruzioni di cemento di forma
cilindrica, i refrigeratori, spiccano in lontananza, e poi si notano tubazioni
che sbucano direttamente da sottoterra e grandi capannoni da cui si sente il
ronzio di macchine elettriche.
A Larderello vi sono infatti
centrali che producono energia elettrica geotermica utilizzando i
"soffioni".
I soffioni sono getti di vapore
acqueo provenienti dal sottosuolo e provocati dal calore interno della terra.
In questa zona furono ottenuti attraverso le perforazioni artificiali
effettuate alla fine dell'800.
Già nel 1777 un chimico tedesco
aveva scoperto in uno stagno della zona la presenza di acque calde contenenti
acido borico, una sostanza utile per la chimica. In seguito si iniziò a
sfruttare i soffioni per ottenere tale prodotto.
Oggi la produzione chimica non c'è
più e tutta la risorsa del calore sotterraneo è destinata alle centrali
elettriche.
Un po' di storia:
In Toscana prosperò una delle più
antiche civiltà: quella degli Etruschi o Tusci, da cui la regione deriva il
nome. Gli Etruschi dominarono la regione tra l'Arno e il Tevere con una
federazione di popoli o città stato, tra le quali Arezzo e Tarquinia; iniziarono
anche l'estrazione del ferro dell'isola d'Elba e costruirono città cinte da
mura in pietra squadrata. Essendo grandi commercianti e artigiani,
influenzarono il primo sviluppo della civiltà di Roma che poi li assorbì.
A partire dal IV secolo a.C. si
sviluppò il dominio dei Romani che fondarono numerose nuove colonie, ampliarono
le città etrusche e tracciarono importanti strade come la via Cassia (da Roma
verso Siena) e la via Aurelia (da Roma verso Pisa e la costa Tirrenica).
Nel Medioevo la Toscana era divisa
in molti piccoli stati spesso in lotta tra loro; Pisa divenne un'importante
repubblica marinara in lotta anche con Firenze per primeggiare nella regione.
Dopo il 1200 migliorò l'agricoltura, si svilupparono le manifatture (stoffe,
armi), i commerci, le prime banche e fiorirono la vita culturale e artistica.
Le città principali si organizzarono
in liberi comuni.
Nel XV secolo dopo lunghe lotte tra
città avvenne la trasformazione dei comuni in Signorie (forma di governo
istauratasi in molte città italiane dalla seconda metà del sec. XIII con
l'accentramento dei poteri comunali in una sola persona), e poi, nel periodo
del Rinascimento, si formò il Granducato (stato che ha come sovrano un
granduca.
In Toscana il titolo di granducato
fu dato per la prima volta dal Papa Pio V ai Medici nel 1569) di Toscana ad
opera della dinastia dei Medici.
Questo rimase per anni uno degli
stati più importanti dell'Italia fino alla sua annessione al regno d'Italia nel
1859. Durante il periodo granducale la Toscana sviluppò la sua economia con i
commerci internazionale e gli investimenti delle potenti banche di Siena e
Firenze.
Un notevole sviluppo culturale fu
raggiunto attraverso gli studiosi delle Accademie (associazione tra uomini di
cultura per lo sviluppo delle scienze e delle arti o della letteratura) di
Firenze nel campo della lingua italiana e delle arti.
Firenze fu anche capitale d'Italia
dal 1865 al 1870. La capitale: Firenze è una delle più celebri città del mondo,
patria di famosi poeti e artisti, di pontefici, di santi, di condottieri e
uomini politici.
La città sorge in magnifica
posizione, tra il Valdarno Superiore e il Valdarno Inferiore, in un'ampia conca
ad anfiteatro circondata da tre lati da colline argillose coperte da uliveti e
ha il clima salubre, di solito mite, che tuttavia può registrare forti
escursioni termiche stagionali.
La situazione geografica, i ricordi
storici, la bellezza dei monumenti e l'ineguagliabile patrimonio artistico
delle sue gallerie e dei suoi musei, le numerose accademie, gli istituti e le
iniziative culturali, tutto concorre a darle un'impronta particolare che
richiama perennemente studiosi, artisti e turistica tutta Europa e da tutto il
mondo.
Tra le città italiane Firenze è
quella che ospita il maggior numero di residenti stranieri. Fu soprattutto nel
periodo delle guerre mondiali che si svilupparono i quartieri industriali della
Firenze moderna. Firenze è un centro commerciale, nodo ferroviario, stradale e
autostradale, essa è sede d'attive industrie metallurgiche,
chimiche-farmaceutiche, meccaniche, concerie, calzaturifici, guantifici,
importanti industrie tipografico- editoriale, stabilimenti tessili.
Fabbricazione di cappelli di paglia. D'antica tradizione e assai vario è
l'artigianato fiorentino, che si avvale di maestranze altamente specializzate,
dedite alla lavorazione di merletti, paglia, ferro, metallo, cuoio, legno,
vetro e ceramica, oreficerie e bigiotterie. Notevole esportazione di articoli
d'abbigliamento, biancheria e tovaglioli. Importanti manifestazioni commerciali
sono annualmente dedicate alla moda, all'artigianato, all'antiquariato,
all'arredamento, agli impermeabili, al cuoio e ai pellami, alla caccia. Risorsa
notevole dell'economia fiorentina è infine il turismo. La città di Firenze fu
fondata da Cesare con il nome di Florentina, alla confluenza del Mugnone con
l'Arno.
La pianta a scacchiera, tipica
romana, rimase invariata anche per tutto il periodo medioevale, fino alla
costruzione della seconda cinta di mura, nel 1172, a seguito della quale Firenze
si estese anche sulla riva sinistra dell'Arno, collegata alla parte vecchia da
numerosi ponti tra cui il famoso Ponte Vecchio, con caratteristici negozi
orafi.
Nel XV secolo Firenze passò sotto la
Signoria dei Medici, ricchissimi banchieri, che divennero Granduchi di Toscana.
Firenze e tutta la regione rimasero sotto il dominio dei Medici per tre secoli
durante i quali la città raggiunse il suo massimo splendore dal punto di visto
artistico, culturale, politico ed economico.
Al Granducato dei Medici successe,
nel XVIII secolo, quello dei Lorena, fino al 1860, anno in cui la Toscana entrò
a far parte del regno d'Italia, di cui Firenze fu capitale dal1865 al 1871.
La città è la patria di personaggi
illustri come Dante, Machiavelli, Boccaccia, e Galileo Galilei e conserva le
opere di grandi artisti come Michelangelo, Donatello, Brunelleschi, Botticelli
e Giotto.
Nel centro storico ritrova il
patrimonio artistico e culturale di Firenze, tra i maggiori del mondo.
Il cuore della città è Piazza del Duomo,
dove si trovano il Campanile progettato da Giotto, il Battistero e Santa Maria
del Fiore, il Duomo di Firenze, alla cui costruzione hanno contribuito vari
artisti tra i quali Arnolfo di Cambio e Filippo Brunelleschi.
Arte e cultura
in Toscana
L’arte e la
cultura toscana sono celebri e apprezzate in tutto il mondo, così come la
storia, la cucina e le tradizioni secolari. La Toscana, culla del Rinascimento,
e vera fonte di ispirazione per migliaia di artisti e scrittori ha dato i
natali a grandi personalità della storia. Basti pensare a poeti del calibro di
Danti Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, a pittori come Gino
Severini, Luca Signorelli, Piero della Francesca e Michelangelo, a musicisti
come Giacomo Puccini, a scienziati come Galileo Galilei e Leonardo da Vinci.
Le più belle
città d’arte della Toscana conservano ancora oggi capolavori dell’arte
rinascimentale, imponenti palazzi medievali, unici borghi di origine etrusca
avvolti da un’aura di storia e magia. Una visita per le strade di città come
Firenze, Siena, Arezzo e Pisa alla scoperta della ricchezza artistica e
culturale è assolutamente da non perdere durante il vostro viaggio in Toscana.
Vale inoltre la pena soffermarsi in piccole cittadine e paesi di provincia dal
carattere inimitabile e dai sapori antichi come Cortona, San Gimignano e
Monteriggioni.
Lo stile
toscano si manifesta anche nell’alta moda e nelle tendenze, nelle collezioni di
grandi stilisti come Roberto Cavalli, Gucci e Prada, che hanno in Toscana
centri di produzione, spacci aziendali e negozi dove potrete trovare ottimi
articoli a prezzi convenienti. A questo si aggiungono le pregiate pelli e il
cuoio fiorentino, le telerie e l’artigianato toscano, come gli unici manufatti
in alabastro di Volterra.
Un buon motivo
per venire in Toscana è anche la possibilità di fare un tour enogastronomico
per le strade del vino alla scoperta di prodotti tipici toscani, come il
pecorino di Pienza, i salumi di Cinta Senese o la bistecca di razza chianina, e
degli ottimi vini toscani. Non perdetevi una visita alle cantine di
Montepulciano, di Montalcino e del Chianti per degustazioni e assaggi.
Una vacanza
in Toscana può essere anche orientata verso la natura e l’ambiente: i nostri
paesaggi caratterizzati da campi sterminati di girasoli, meravigliose case
coloniche con viali di cipressi, le rinomate crete senesi dalle mille
sfumature, oliveti e vigne su dolci colline vi offriranno scorci mozzafiato e
momenti di grande emozione. La Toscana offre tutto quello che cercate per tutte
le stagioni: mare incontaminato, lunghe spiagge sabbiose, parchi naturali,
stazioni sciistiche, città d’arte, divertimenti e centri sportivi.
Lo stile
toscano, quindi, è sinonimo di buon gusto, di antiche tradizioni, di forti
radici storiche, espresse in eventi di
grande risonanza con il Palio di Siena, la Giostra del Saracino di Arezzo e la
Giostra dell’Archidado di Cortona.
Principali musei in
Toscana
Il museo degli Uffizi è uno dei più
famosi del mondo per le sue straordinarie collezioni di dipinti e di statue
antiche.
Le sue raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento contengono alcuni capolavori assoluti dell'arte di tutti i tempi. Basta rammentare i nomi di Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Mantegna, Botticelli, Correggio, Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio.
Importanti sono anche le raccolte di pittori olandesi, tedeschi e fiamminghi. Tra questi: Dürer, Rubens t, Rembrand.
Le sue raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento contengono alcuni capolavori assoluti dell'arte di tutti i tempi. Basta rammentare i nomi di Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Mantegna, Botticelli, Correggio, Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio.
Importanti sono anche le raccolte di pittori olandesi, tedeschi e fiamminghi. Tra questi: Dürer, Rubens t, Rembrand.
Tra le opere più importanti sono da segnalare: la primavera e la nascita di Venere del Botticelli, madonna del
Cardellino di Raffaello, la Medusa del Caravaggio, la Sacra
famiglia di Michelangelo e tanti altri capolavori.
La Galleria è situata all'ultimo piano del grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari come luogo dei principali uffici amministrativi dello stato toscano.
Fu realizzata per volontà del granduca Francesco I e incrementata grazie al contributo di numerosi componenti della famiglia Medici, entusiasti collezionisti di dipinti, sculture e oggetti d'arte.
Fu riorganizzata e ampliata sotto la dinastia dei Lorena, succeduti ai Medici, e in seguito dallo Stato italiano.
Nel complesso vasariano sono ospitate altre importanti raccolte: la Collezione Contini Bonacossi e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Corridoio Vasariano: un corridoio sospeso creato dal Vasari nel 1565, collega l'edificio degli Uffizi con Palazzo Vecchio e con Palazzo Pitti (Firenze). Vi sono in mostra importanti raccolte di dipinti del Seicento e la collezione degli Autoritratti.
Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali occupano l'intero piano nobile di Palazzo Pitti, già residenza dei Granduchi diToscana, prima i Medici e poi i Lorena, e successivamente dei Re d'Italia, dal 1860 al 1919.
La Galleria Palatina, collocata nell'ala sinistra del Palazzo, fu creata tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, dai Lorena che sistemarono nelle sale di rappresentanza i capolavori derivati soprattutto dalle collezioni dei Medici, sino ad allora divisi in vari ambienti.
Si tratta di una collezione eccezionale che comprende opere di Tiziano, Raffaello, Pietro da Cortona, Rubens, Caravaggioe di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento.
I quadri, con le loro sontuose cornici, rivestono tutte le pareti delle sale, secondo la tradizione delle quadrerie seicentesche. Questo allestimento, insieme alle ricche decorazioni in stucco e agli affreschi correnti nelle sei sale di facciata, assegna alla Galleria un fascino particolare.
Gli Appartamenti Reali occupano le quattordici magnifiche sale dell'ala destra del Palazzo, già abitazione privata delle famiglie regnanti, e sono predisposti con mobili, opere d'arte ed arredi dal Cinquecento all'Ottocento.
La Galleria fu ulteriormente ampliata quando i Savoia nel 1915 diedero in dono l'intero palazzo al demanio pubblico; fu possibile così raddoppiare il numero dei quadri esposti.
La Galleria è situata all'ultimo piano del grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari come luogo dei principali uffici amministrativi dello stato toscano.
Fu realizzata per volontà del granduca Francesco I e incrementata grazie al contributo di numerosi componenti della famiglia Medici, entusiasti collezionisti di dipinti, sculture e oggetti d'arte.
Fu riorganizzata e ampliata sotto la dinastia dei Lorena, succeduti ai Medici, e in seguito dallo Stato italiano.
Nel complesso vasariano sono ospitate altre importanti raccolte: la Collezione Contini Bonacossi e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Corridoio Vasariano: un corridoio sospeso creato dal Vasari nel 1565, collega l'edificio degli Uffizi con Palazzo Vecchio e con Palazzo Pitti (Firenze). Vi sono in mostra importanti raccolte di dipinti del Seicento e la collezione degli Autoritratti.
Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali occupano l'intero piano nobile di Palazzo Pitti, già residenza dei Granduchi diToscana, prima i Medici e poi i Lorena, e successivamente dei Re d'Italia, dal 1860 al 1919.
La Galleria Palatina, collocata nell'ala sinistra del Palazzo, fu creata tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, dai Lorena che sistemarono nelle sale di rappresentanza i capolavori derivati soprattutto dalle collezioni dei Medici, sino ad allora divisi in vari ambienti.
Si tratta di una collezione eccezionale che comprende opere di Tiziano, Raffaello, Pietro da Cortona, Rubens, Caravaggioe di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento.
I quadri, con le loro sontuose cornici, rivestono tutte le pareti delle sale, secondo la tradizione delle quadrerie seicentesche. Questo allestimento, insieme alle ricche decorazioni in stucco e agli affreschi correnti nelle sei sale di facciata, assegna alla Galleria un fascino particolare.
Gli Appartamenti Reali occupano le quattordici magnifiche sale dell'ala destra del Palazzo, già abitazione privata delle famiglie regnanti, e sono predisposti con mobili, opere d'arte ed arredi dal Cinquecento all'Ottocento.
La Galleria fu ulteriormente ampliata quando i Savoia nel 1915 diedero in dono l'intero palazzo al demanio pubblico; fu possibile così raddoppiare il numero dei quadri esposti.
Tra i capolavori presenti si possono citare la Madonna col Bambino ed episodi della vita di sant'Anna di Filippo Lippi,
databile intorno al 1450; la Madonna col bambino e san
Giovannino di Raffaello (1516 circa) e, dello stesso artista, La Velata; il San Giovannino di Andrea del Sarto (1523); i celebri
ritratti di Tiziano, di Veronese e di Tintoretto.
La Galleria d'arte moderna è uno dei musei
ospitati nel Palazzo Pitti a Firenze.
Questa vasta collezione offre un panorama italiano completo del periodo
artistico dalla fine del Settecento (epoca neoclassica) ai primi decenni del
Novecento, fondata sulla pittura nostrana ma con qualche importante scultura e
con importanti esempi di artisti stranieri.
È ospitata, in ordine cronologico, nell'ala nord del Palazzo al secondo piano in più di trenta stanze, una delle ultime aree del palazzo ad essere convertite in museo, dove fino agli anni '30 del Novecento qualche volta vivevano i rappresentanti di Casa Savoia in visita alla città e dove era ospitata la Biblioteca Palatina, confluita successivamente nella Biblioteca Magliabechiana.
È ospitata, in ordine cronologico, nell'ala nord del Palazzo al secondo piano in più di trenta stanze, una delle ultime aree del palazzo ad essere convertite in museo, dove fino agli anni '30 del Novecento qualche volta vivevano i rappresentanti di Casa Savoia in visita alla città e dove era ospitata la Biblioteca Palatina, confluita successivamente nella Biblioteca Magliabechiana.
Il percorso espositivo inizia dal neoclassicismo, con opere di Napoleone di
Pietro Benvenuti come Il giuramento dei Sassoni, di Giuseppe Bezzuoli come l’
imponente tela de L'entrata di Calo VIII, e di Francesco Hayez.
Le sculture più importanti nelle prime sale sono la Calliope di Antonio Canova, la Psiche di Pietro Tenerami e il notoAbele di Giovanni Duprè.
Le sculture più importanti nelle prime sale sono la Calliope di Antonio Canova, la Psiche di Pietro Tenerami e il notoAbele di Giovanni Duprè.
Fra le opere più conosciute vi sono quelle appartenenti alla scuola dei
macchiaioli, l'anticipazione italiana dell'impressionismo, fra i
capiscuola Giovanni Fattori, presente con una
rilevante collezione di opere, sia carattere storico, sia i celebri paesaggi
maremmani, fra le quali l'Autoritratto (1854), Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1862), La cugina Argia (1861), Lo staffato (1880), La rotonda palmieri e il Ritratto della figliastra (1889).
Silvestro Lega, fra le tele più importanti La visita alla balia (1873) e Telemaco Signorini, con l’opera la Leith del 1881.
Altri importanti pittori italiani qui presenti sono Giovanni Boldini, con i famosi ritratti dal rapidissimo ed elegante tratto, Federico Zandomeneghi Antonio Donghi, ecc.
L'Opificio delle Pietre Dure ha sede a Firenze in Via degli Alfani con attività di restauro delle opere d'arte e di ricerca scientifica. È uno degli istituti più importanti nel campo del restauro, non solo al livello nazionale, ma anche internazionale.
Il primo nome, Opificio delle Pietre Dure, risale direttamente ad una delle antiche manifatture artigianali di epoca granducale a Firenze, istituito nel 1588 nell'ex-convento di San Niccolò dal Granduca Ferdinando I de' Medici come manifattura di opere in pietre dure, con la quale si conseguono tutt'ora splendidi intarsi con pietre semipreziose. In particolare il granduca aveva bisogno di formare le maestranze necessarie per realizzare la grande cappella dei Principi in San Lorenzo, coperta di marmi intarsiati.
Silvestro Lega, fra le tele più importanti La visita alla balia (1873) e Telemaco Signorini, con l’opera la Leith del 1881.
Altri importanti pittori italiani qui presenti sono Giovanni Boldini, con i famosi ritratti dal rapidissimo ed elegante tratto, Federico Zandomeneghi Antonio Donghi, ecc.
L'Opificio delle Pietre Dure ha sede a Firenze in Via degli Alfani con attività di restauro delle opere d'arte e di ricerca scientifica. È uno degli istituti più importanti nel campo del restauro, non solo al livello nazionale, ma anche internazionale.
Il primo nome, Opificio delle Pietre Dure, risale direttamente ad una delle antiche manifatture artigianali di epoca granducale a Firenze, istituito nel 1588 nell'ex-convento di San Niccolò dal Granduca Ferdinando I de' Medici come manifattura di opere in pietre dure, con la quale si conseguono tutt'ora splendidi intarsi con pietre semipreziose. In particolare il granduca aveva bisogno di formare le maestranze necessarie per realizzare la grande cappella dei Principi in San Lorenzo, coperta di marmi intarsiati.
Alla fine del XIX secolo, con il tramonto della dinastia medicea prima e
lorenese poi, cessò anche la richiesta di produzione di arredi in commesso di
pietre dure e si passò dalla attività di manifattura a quella del restauro
della produzione precedente.
Oggi il piccolo ma interessante museo raccoglie alcuni esempi di lavori in pietre dure, fra i quali, piani di tavolini, placche e targhette varie intarsiate, con un grande repertorio di decorazioni, per lo più con fiori, animali e frutta, ma anche con altre scene pittoriche, fra le quali una famosa veduta di Piazza della Signoria.
Oggi il piccolo ma interessante museo raccoglie alcuni esempi di lavori in pietre dure, fra i quali, piani di tavolini, placche e targhette varie intarsiate, con un grande repertorio di decorazioni, per lo più con fiori, animali e frutta, ma anche con altre scene pittoriche, fra le quali una famosa veduta di Piazza della Signoria.
Alcuni spazi sono dedicati a pietre particolari, come la pietra paesina, estratta vicino a Firenze, i cui
strati di colori diversi, se separati opportunamente, danno l'illusione di un
paesaggio roccioso dipinto.
Al primo piano sono esposti gli strumenti per l'intarsio ed un campionario
completo delle pietre dure risalente all'epoca dei Medici.
Nell'ultima sala sono mostrati vasi e suppellettili decorate in stile liberty dei primi del Novecento, fra le quali il piano con fiori e uccelli di Niccolò Betti (1855).
Nell'ultima sala sono mostrati vasi e suppellettili decorate in stile liberty dei primi del Novecento, fra le quali il piano con fiori e uccelli di Niccolò Betti (1855).
Il Museo del Bargello conserva
straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”.
E' collocato in un imponente edificio costruito intorno alla metà del Duecento per il Capitano del Popolo, che divenne in seguito sede del podestà e del Consiglio di Giustizia.
E' collocato in un imponente edificio costruito intorno alla metà del Duecento per il Capitano del Popolo, che divenne in seguito sede del podestà e del Consiglio di Giustizia.
A partire dal 1865, sono confluite nel palazzo, diventato Museo Nazionale,
alcune delle più importanti sculture del Rinascimento, tra le quali capolavori
di Donatello, di Luca della Robbia, del Verrocchio, di
Michelangelo, del Cellini.
In seguito il museo si è arricchito con prestigiose raccolte di bronzetti,
cere, maioliche, smalti, medaglie, avori, ambre, arazzi, mobili, tessili e
sigilli, provenienti in parte dalle collezioni medicee e in parte da donazioni
di privati.
La Sala di Michelangelo espone opere del grande artista del Rinascimento:
il cosiddetto Bacco ebbro, scolpito a Roma tra il 1497 e il 1499; il tondo
marmoreo della Madonna col bambino e san Giovannino, eseguito nel 1504
per Bartolomeo Pitti; il David-Apollo, statua marmorea,
cominciato nel 1531; il Bruto, busto marmoreo eseguito intorno al 1540.
Inoltre, di Jacopo Sansovino, il Bacco, statua marmorea eseguita intorno al 1520; il busto di Cosimo I di Benvenuto Cellini, in bronzo; sempre per la scultura del Cinquecento, il celebre Mercurio, splendido bronzo del Giambologna del 1564.
Inoltre, di Jacopo Sansovino, il Bacco, statua marmorea eseguita intorno al 1520; il busto di Cosimo I di Benvenuto Cellini, in bronzo; sempre per la scultura del Cinquecento, il celebre Mercurio, splendido bronzo del Giambologna del 1564.
Nel 1886 il vasto salone che un tempo era la Sala del Maggior Consiglio fu
destinato ad accogliere le opere di Donatello e di altri scultori del
Rinascimento fiorentino.
La collezione di maioliche del Bargello deve
molto al collezionismo dei Medici, in particolare a quello di Cosimo I, che
amava particolarmente l'arte della ceramica e della porcellana.
Grazie ai numerosi contributi, anche di collezionisti moderni, la sala offre un panorama quasi completo della storia della maiolica italiana.
Grazie ai numerosi contributi, anche di collezionisti moderni, la sala offre un panorama quasi completo della storia della maiolica italiana.
La Sala del Verrocchio ospita sin dal 1873
opere toscane della seconda metà del Quattrocento; l'artista meglio raffigurato
è ovviamente Andrea Verrocchio, che dà il nome alla sala. Tra le sue opere,
molto noto è il David in bronzo, commissionatogli dalla famiglia dei Medici,
che campeggia al centro della sala.
Storia del grossetano,
della Maremma e i Soffioni Boraciferi, cenni storici e piccoli aneddoti, con un
tocco di leggerezza…I Soffioni Boraciferi.
I soffioni Boraciferi di Larderello Il
paesaggio di Larderello, piccolo centro delle Colline Metallifere nel centro
della Toscana è avvolto nei vapori; grandi costruzioni di cemento di forma
cilindrica, i refrigeratori, spiccano in lontananza, e poi si notano tubazioni
che sbucano direttamente da sottoterra e grandi capannoni da cui si sente il
ronzio di macchine elettriche. A Larderello vi sono infatti centrali che
producono energia elettrica geotermica utilizzando i "soffioni". I
soffioni sono getti di vapore acqueo provenienti dal sottosuolo e provocati dal
calore interno della terra. In questa zona furono ottenuti attraverso le
perforazioni artificiali effettuate alla fine dell'800. Già nel 1777 un chimico
tedesco aveva scoperto in uno stagno della zona la presenza di acque calde
contenenti acido borico, una sostanza utile per la chimica. In seguito si
iniziò a sfruttare i soffioni per ottenere tale prodotto. Oggi la produzione
chimica non c'è più e tutta la risorsa del calore sotterraneo è destinata alle
centrali elettriche.
Sant’Anna e la Maremma
Per la maremma toscana il mito di Sant’Anna è vivo ed importante. Viene
riconosciuta come protettrice degli agricoltori e del racconto e per molti
borghi toscani è diventata la patrona del luogo. Tutt’oggi in varie parti della
costa maremmana si festeggia il 26 Luglio la festa di Sant’Anna con conseguente
riposo dai lavori nei campi.
Lago dell’Accesa a Massa Marittima
Questa leggenda molto famosa vuole che in origine al posto del lago
dell’Accesa ci fosse un piccolo villaggio di contadini che coltivavano le terre
del padrone della zona. Quest’ultimo attirato dal potenziale raccolto obbligò i
suoi servi a continuare la trebbiatura anche il 26 luglio, giorno della Festa
di Sant’Anna. Il giorno stesso all’ora di pranzo una calamità si abbattè su
tutti i terreni fino a produrre una voragine dove adesso si trova il lago
dell’Accesa a Massa.
Il drago di Buriano
La fonte nelle zone di Buriano fu minacciata da un immenso drago ma grazie
all’intervento della spada del santo Guglielmo la fonte fu liberata dal
pericoloso drago, restituendo santità alla fonte e conforto agli uomini che si
sentirono al sicuro. Questa leggenda legata ai draghi e ai santi è un perfetto
esempio di comunione tra leggende pagane e credo religioso, segno importante
della Maremma, piena di storie e di luoghi ai culti e alla spiritualità.
La Cucina Toscana
La cucina toscana è
costituita, principalmente, di piatti e dolci tradizionali che mantengono
inalterata la loro preparazione da molti anni.
Il pane senza sale è un'usanza
che poche altre regioni hanno adottato (come l’Umbria). Pare che l'usanza
risalga al XII secolo quando,
al culmine della rivalità fra Pisa e Firenze, i pisani misero in pratica prezzi
elevatissimi al prezioso cloruro di sodio. Esiste poi anche un'ipotesi che dice
fossero gli stessi signori di Firenze ad imporre tasse particolarmente esose
per l'uso del sale.[1]
In Toscana, la sacralità del
pane, ovvero l'importanza di non buttarlo via ma di utilizzarlo anche quando è
raffermo, è testimoniata da una lunga serie di antiche ricette ancora molto
diffuse: la panzanella,
la panata,
la ribollita,
l'acquacotta,
la pappa al
pomodoro, la fettunta, la zuppa di verdura,
la farinata la minestra di cavolo nero o il Pan co' santi.
Altra caratteristica della cucina
toscana per eccellenza è l'uso di carni bianche e di selvaggina. I prodotti
dell'aia del podere, dove pascolano liberamente polli, tacchini, oche, faraone
e piccioni insieme coi conigli e la selvaggina come la lepre e il cinghiale, il
fagiano e l'istrice costituiscono da sempre il menu delle grandi feste. Il
maiale anch'esso è molto usato, basti pensare al famoso salame toscano, alla finocchiona,
al prosciutto conservato sotto sale, al lardo di
Colonnata alle salsicce e ai prodotti particolari come
il buristo anch'esso
frutto dell'ingegnosità della povera gente.
Tra i formaggi la tradizione si
concentra sul pecorino toscano,
come prodotto da conservare: i più famosi quello di Pienza e quello maremmano;
mentre troviamo la ricotta e
il raveggiolo tra i formaggi
molli.
Infine grande spazio ai dolci,
dove spiccano il panforte,
i ricciarelli, i cavallucci,
la zuppa del duca, la torta di cecco, i migliacci, i cantuccini di Prato.
Una Regione che con le sue meraviglie naturali,
artistiche, culturali, non smetterà mai di stupirci!
Ringrazio chi ha voluto onorarmi della sua presenza.
Vi prego di partecipare anche voi e farci conoscere ciò che sapete sulla
Toscana. Ciao ♥
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