Il popolo è attualmente
sulla cresta dell’onda in tutto il mondo, e per un po’ ogni carriera politica
dovrà cominciare o ricominciare di lì. E’ l’equivalente del Grand Tour sei-settecentesco, il viaggio
che intraprendevano i giovani aristocratici come percorso di una maturità
culturale. Era fatto attraverso tutta l’Europa continentale e spesso per anni.
Oggi basta molto meno, il Tour si fa frequentando partiti e consigli comunali,
regionali e, dopo l’estinzione delle sezioni, le direzioni dei partiti e le
assemblee. O quello che ne resterà. I soggetti si tempreranno in grandi talk
televisivi, in sagaci interviste e in saune di folla. D’altronde la lingua è la
stessa, il pensiero comune, l’astuzia inesausta. Difficile che, trovata
finalmente una sintonia, non si riesca a scardinare il possibile.
Massimo Bucchi – maxbucchi@yahoo.it
– Il Venerdì di Repubblica – 11 marzo 2016 -
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