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lunedì 14 marzo 2016

Lo Sapevate Che: Quando in politica regnava Don Giovanni...



Una Trentina D’Anni Fa Cesare Garboli, che amava molto Molière e ne ha tradotto quasi tutte le tragicommedie, cominciò un libro dedicato al “Dom Juan” del grande commediografo francese. Lo cominciò ma lo finì soltanto poco prima della  sua morte e infatti quel libro fu pubblicato postumo da Adelphi nel settembre 2005.(..). Quel personaggio dette luogo quasi tre secoli fa all’opera mozartiana, forse la più bella tra le sue tante. Tragedia e commedia messe insieme sia da Molière  si da Mozart, non solo attraverso le ironie del servo Sganarello-Leporello, ma dallo stesso protagonista il cui potere di seduzione è comico nella conquista delle donne di volta in volta concepita ma tragico nelle conseguenze, fino al gran finale con il Commendatore e le bocche dell’Inferno che inghiottiscono l’incorreggibile seduttore. Rileggendo il libro di Gerboli e rievocando dalla mia memoria l’opera mozartiana della quale ho visto varie edizioni alla Scala e all’Opera di Vienna, mi sono posto una domanda: che sorta di uomo (o anche di donna) è il seduttore? Qual è il vero fondamento di quell’arte che è insita in ciascuno di noi, sia in modo attivo sia in modo passivo delle persone che, invece di sottrarsi, sono sedotte? Seduttori e sedotti sono un binomio inscindibile che spesso va al di là delle differenze di sesso e che è sempre esistito ma non sempre – attraverso i secoli – con eguale intensità. Nella civiltà occidentale, che ha le sue radici nella civiltà greco-romana, le epoche nelle quali la seduzione ha avuto maggior rilievo sono state in Italia il Trecento e il Cinquecento. Nel resto d’Europa il Cinquecento e dovunque in tutto il nostro continente il Settecento. (..). Se Ci Poniamo La Domanda del perché il culmine della seduzione si verifichi tra il Cinquecento e il Settecento, la risposta è la politica. Sembrerà strana questa risposta, ma a me pare che colga l’essenza del fenomeno, il quale avveniva soprattutto nei castelli, nelle Corti reali e nei salotti gestiti soprattutto dalle donne di alta nobiltà. “Femmes galantes” aveva un doppio senso e quei salotti e quelle Corti fecero in gran parte la storia di Francia, di Spagna, d’Austria, d’Italia e d’Inghilterra. (..). La Seduzione è appannaggio dei sovrani da un lato, dei nobili dall’altro. Lorenzo il Magnifico è uno dei prototipi, ammantato di poesia. Ma il percorso più singolare e per certi aspetti più significativi fu quello che in Francia provocò la Fronda, cioè lo scontro tra i nobili “di toga” (guidati dal cardinale Retz) e i nobili “di spada” (guidati dal principe di Condé e dal duca di La Rochefoucauld) e il potere assoluto del Re, guidato dal cardinale Mazzarino. Nacque anch’esso dalla seduzione: la regina Anna d’Austria, reggente del figlio Luigi XIV allora in minore età, era dominata dal cardinale anche con un intreccio amoroso; Condé a sua volta sentiva l’influenza di sua sorella, duchessa di Longueville, che ebbe con lui anche un rapporto incestuoso. E il frondismo era di casa nel salotto della Chevreuse che si faceva sedurre da chi contava veramente tra i frondisti. Insomma un intreccio tra seduzione e politica che c’è sempre stato, dalle Signorie italiane alle Corti di Stato di tutta Europa. Del resto fu il libertino Mitabeau a promuovere nell’Ottantanove la ribellione del Terzo Stato con quello che ne seguì. La politica di allora fu dominata per quattro secoli dai Don Giovanni; sono stati l’affermarsi del femminismo  novecentesco e della moderna tecnologia a metterli definitivamente fuori uso.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it – L’Espresso – 10 marzo 2016

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