La quarta rivoluzione industriale è
alle porte e ridisegnerà i modelli di business e di trasporto dei beni. Lo
sostiene Klaus Schwab, presidente del
World Economic Forum di Davos, nel saggio The fourth industrial devolution
(W.E.F.. pp198. euro 8.99). A rendere unica la quarta rivoluzione industriale
- Schwab ci ricorda che le prime tre
hanno riguardato vapore e
meccanizzazione, elettricità e in ultimo informatica – è la fusione tra la
fisica, la biotecnologia e il digitale. Qualche esempio? L’uso di robot
agricoli di precisione per eliminare le piante infestanti, così, così da
azzardare l’uso (e i danni) degli erbicidi chimici. Oppure produrre organi di
ricambio per il nostro corpo grazie alla stampa in 3D, che permette gradi di
personalizzazione impensabili per l’industria tradizionale. Seguendo un
paradigma ultra ecologico e rimpiazzando la vecchia manifattura “sottrattiva”
- tagliare via i pezzi da un materiale
fino a ottenere l’oggetto desiderato –con la nuova manifattura “additiva”,
aggiungere uno strato dopo l’altro per creare l’oggetto da zero, senza produrre
scarti. Più in generale il salto è da un sistema produttivo che richiede grandi
quantità di risorse per realizzare prodotti usa e getta, ad un modello dove
materie prime. energia, lavoro e big data interagiscono per azzerare le
inefficienze. L’esempio migliore è l’Internet delle Cose. In futuro ogni cosa
che si sposta avrà un chip e sarà connessa in Rete, e ciò consentirà alle
aziende di risparmiare 2.700 miliardi dollari grazie all’ottimizzazione della
logistica, e al contempo di ridurre, entro il 2020, di 9,1 miliardi di
tonnellate le emissioni di gas serra. Il cambio di paradigma, però, richiederà
nuovi sistemi sociali che facciano fronte all’eclissi del lavoro. Da decenni,
infatti, le imprese che nascono richiedono sempre meno lavoratori. Come in
America dove solo lo 0,5 per cento dei lavoratori è occupato in aziende nate
dal 2000 in poi.
Giuliano Aluffi – Economie – Il Venerdì di Repubblica - 19
febbraio 2016 -
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