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giovedì 10 marzo 2016

Lo Sapevate Che: Operai e omosessuali che lottano insieme. Oggi a Roma? No, a Londra nel 1985



“Sono amareggiato, poteva andare molto meglio. Avevamo un parlamento giovane, laico, ci sono state molte occasioni perdute. M5S e Pd  hanno dato il peggio di sé, hanno continuato a seguire la strada della politica e non la strada delle vite delle perone”. Andrea, giovane attivista Lgbt, commenta così la legge sulle unioni civili che si va profilando al Senato. E’ venuto qui a protestare insieme a ragazzi, ragazze e genitori di coppie gay venuti da diverse parti d’Italia. Volevano incontrare almeno la Cirinnà, chiederle di togliere la firma da un ddl monco della stepchild adoption, ma non è stato possibile. Nonostante il cambiamento sembri epocale per un Paese arretrato come l’Italia, l’amarezza per ciò che era stato promesso ma non è stato, è oggettivamente tanta: Per capire appieno le ragioni di un rammarico che a molti pare eccessivo, basta ascoltare Alfano dichiarare felice poco dopo. “Impedire ai gay di avere un figlio è un regalo all’Italia, è stata bloccata  un’operazione contro natura”. Parole e musica del ministro dell’Interno di un governo a guida Pd nell’Italia nel 2016. Rimanerci male, per etero e gay, dovrebbe essere una mera questione di contemporaneità. Andrea lo avevo già visto al Family Day battagliare a colpi di video e telefonino con Brunetta. Poi lo avevo intravisto mentre fotografava gli operai Alcoa sotto Montecitorio una settimana fa. Oggi protestare tocca a lui, in quanto gay. Le dinamiche della protesta nel centro di Roma sembrano seguire quelle dei campi di calcetto. Protesta chi prenota prima, si protesta a turno, qualche ora per uno, poi tutti a casa, fino alla prossima volta. Raramente, per non dire mai, le battaglie si mischiano, si permeano, si uniscono civilmente. “Abbiamo bisogno di intrecciare le lotte con tutti quelli che credono che il nostro paese possa cambiare”, mi dice Andrea mentre fa autocritica (“bisogna essere più compatti nel nostro movimento, non vendere i nostri diritti per qualche mancia”). E’ in quel momento che mi viene in mente Prode, un film inglese che racconta “l’intreccio”, appunto, tra le lotte per i diritti gay e quelle dei minatori nell’Inghilterra tatcheriana del 1984. E’ la storia vera di pochi gay e lesbiche di Londra capaci di supportare molti minatori di un paesino del Galles tra scetticismo, pregiudizi, tanta politica e solidarietà ricambiata al punto da portare migliaia di minatori a sfilare nel Pride di Londra dell’85. E’ un film, ma è stata storia, replicabile e d’insegnamento come solo la storia sa e può essere. Anche perché gli anni ’80 inglesi non sembrano molto diversi da questo decennio italiano.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 4 marzo 2016

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