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martedì 15 marzo 2016

Lo Sapevate Che: Le nuove guerre occidentali schiacciate tra opinione pubblica e doppia morale...



Alla vigilia di una possibile guerra in Libia, l’opinione pubblica s’interroga sugli aspetti morali e legali e sui rischi di rappresaglia di un’azione militare contro l’Is. I talk show si animano del dibattito ormai decennale fra interventisti e pacifisti, con corredo d’insulti reciproci fra il falco Luttwak, ormai una parodia, e l’avversario di turno. Ma nessuno di loro, favorevoli o contrari all’intervento, come prima dell’Iraq o dell’Afganistan, sembra porsi la domanda più brutale ma anche essenziale quando si parte per una guerra: possiamo vincere? Sembra una domanda assurda, perché gli uni e gli altri, interventisti e pacifisti, danno per scontata la superiorità militare sul nemico. Si tratta soltanto di credere o non di credere nell’uso delle armi per risolvere la nuova minaccia. Peccato che la storia dica il contrario. Dal Vietnam in poi, nonostante la crescente superiorità militare e tecnologica, l’Occidente ha perso tutte le guerre. Con una sola eccezione, nel 1983, l’invasione americana di Grenada: un’isola di centomila anime. Per il resto, le guerre occidentali si sono rivelate catastrofi umanitarie, economiche e militari risolte con ritirate rovinose che hanno lasciato la situazione peggiore di come l’avevano trovata, in Somalia, Iraq, Afghanistan. Contro l’Is l’unica grande vittoria è stata finora Kobane,  combattuta sul campo dai curdi. La nostra opinione pubblica non regge il peso dei morti che una guerra sempre comporta. Giusto (io credo di sì) o sbagliato, questo è il dato di fatto. Un grande esperto di guerriglia come Gérard Chaliand ha dedicato a questi temi studi fondamentali, purtroppo ancora non tradotti in italiano. Se l’Occidente prendesse coscienza di questa incapacità di vincere una guerra, nonostante gli spaventosi bugdet, i droni e le altre tecnologie, riuscirebbe a concentrarsi su soluzioni politiche più efficaci. Forse la smetteranno anche di finanziare finti alleati, come la Turchia e l’Arabia Saudita. che fanno il doppio gioco. Ora per esempio garanzie , quali garanzie abbiamo da Erdogan che utilizzerà i tre miliardi dell’Europa per accogliere i rifugiati? Nessuna. Perché l’Arabia Saudita, un Paese dove le donne non possono neppure guidare l’auto, dovrebbe davvero combattere il fanatismo islamista (che in realtà mantiene)? Altre domande che nessuno pone. Nell’illusione che alla fine, se fallisce la politica, rimanga sempre  l’ultima ratio della guerra. Da perdere.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 11 marzo 2016 -

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