Il Disgelo Nei Rapporti
fra jean-Claude
Juncker e Matteo Renzi è cosa buona. Apre al governo italiano la prospettiva di
superare senza seri danni le verifiche europee sulla manovra finanziaria di
quest’anno. Potrebbe perfino offrire spazi inattesi di flessibilità anche sui
conti del 2017; ci sta lavorando il ministro Pier Carl Padovan avendo come
interlocutore il commissario Pierre Moscovici, che non è proprio un alfiere del
rigore a qualsiasi costo.(..). Se si
spingono gli occhi un po’ più avanti, però, lo scenario risulta meno
rassicurante. La recente riunione del G20 a Shangai ha appena certificato, con
giustificato allarme, che il commercio mondiale è in frenata per cui appare
alquanto difficile contare sulla domanda globale per rilanciare le economie.
(..). Torna Così Prepotentemente in primo piano il nodo irrisolto di
una politica economica europea strangolata dal primato dell’austerità che la
Germania continua a voler imporre a dispetto degli evidenti insuccessi ottenuti.
(..). Con Il Risultato drammatico che i due fattori fondamentali per il
rilancio della produzione e quindi dell’occupazione deperiscono di anno in anno. Gli investimenti
privati sono da tempo in netto calo un po’ dappertutto in Europa e segnatamente
nei paesi industrialmente più forti: Francia, Italia e perfino Germania. Quelli
pubblici poi languono anche peggio perché gli austeri obblighi di bilancio
ostacolano il reperimento delle risorse necessarie. Quanto all’altro fattore –
la domanda per consumi – anch’esso risulta conseguentemente depresso dal
combinato disposto di una politica
fiscale restrittiva e da una diffusa disoccupazione che, riducendo il monte
salari, spegne la propensione agli acquisti. Insomma, la classica spirale che
si avvita verso il basso. (..). Quella Che L’Europa e l’Italia hanno subito non è
un’austerità sciocca, ma soprattutto dannosa e prevaricatrice. Ora Roma ha
inviato a Bruxelles un documento ricco di proposte utili per uscire da questa
stretta esiziale. La parte più interessante è quella che sollecita l’avvio di
un grande piano di investimenti finanziato attraverso l’emissione di bond
europei. E su questo terreno che si dovrà misurare senso e portata del disgelo
fra Renzi e Junker. Quelle sui decimali di bilancio sono soltanto battaglie di
retroguardia. L’Europa (e con lei l’Italia) si salva soltanto se si decide al
più presto di investire, investire, investire…
Massimo Riva – Avviso ai naviganti www.lespresso.it – L’Espresso – 10 marzo
2016
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