Può succedere di fare un salto e
restare sospesi in aria, volteggiando.
“E’ un sogno” pensiamo, e decidiamo di trarre il massimo vantaggio da
questa nuova condizione volando in libertà. E’ il fenomeno dei sogni lucidi,
ossia quando si sogna e ci si rende conto di sognare: è uno stato mentale
antico quanto l’uomo, ma oggi è sotto la lente della scienza perché, una volta
e lo padroneggeremo, potrà cambiare in meglio le nostre vite. “La causa di
questo stato è una particolare
combinazione di centri cerebrali attivi (come il lobo occipitale, che
favorisce la percezione cosciente di immagini) e altri temporaneamente
disattivati: è un ibrido di sonno Rem e veglia” ci spiega uno dei maggiori saggisti
tedeschi, Stefan Klein, autore di I
sogni: aggio nella nostra realtà interiore (Bollati Boringhieri (…). “Poiché
si tratta di una realtà sfuggente, occasionale e quindi poco riproducibile in
laboratorio, è sempre stato difficile affrontare questo tema in modo
scientifico. Oggi lo fa la psicologa Ursula Voss della Goethe University di
Francoforte. Con i risultati straordinari: riesce a riprodurre questi stati a
piacimento”. Ursula Voss ha iniziato la sua ricerca tenendo in osservazione
soggetti dormienti, e notando che i sogni lucidi corrispondono a onde cerebrali
con frequenza di 40 Hertz. “Questo le ha suggerito che, applicando, tramite
elettrodi sulla fronte, una corrente con quella stessa frequenza, si può
indurre questo particolare stato della coscienza”. I suoi esperimenti riusciti,
oggi aprono la strada a una serie di applicazioni inedite. Tra queste, ci sono
perfino forme di allenamento fisico, che permettono di aumentare la scioltezza
in movimenti complessi, come quelli del tennis, stimolando la memoria muscolare
tramite la rievocazione – anche se solo mentale e onirica – del movimento. “I
recenti studi di Danel Erlacher, scienziato dello sport all’Università d Berna,
suggeriscono che esercizi fisici compiuti durante i sogni lucidi aumentano la destrezza
fisica” spiega Klein. “Erlacher ha anche trovato un sistema empirico per
riprodurre la giusta combinazione di attività cerebrale necessaria ai sogni
lucidi: dormire per sei ore esatte, rimanere svegli per un’ora, e poi
riaddormentarsi per tre ore. Facendo così, circa il 50 per cento delle persone
ha sogni lucidi”. Le prossime evoluzioni della scienza dei sogni sono
promettenti anche per il settore dell’intrattenimento (Klein prefigura quella
del regista/sceneggiatore di sogni come possibile professione del futuro) e,
più concretamente, per la psicoterapia: “Si potranno usare i sogni nella cura
del disturbo da stress post-traumatico: chi si rende conto di trovarsi in uno
dei suoi incubi potrebbe trasformarlo in un sogno lucido e assumerne il
controllo, neutralizzando l’ansia”.
Dedo Tortona – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 11 marzo
2016 -
Nessun commento:
Posta un commento