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domenica 29 dicembre 2013

Lo Sapevate Che: Contromano...


Bossi, Berlusconi, Grillo:
i nemici della casta sono i suoi migliori amici

Per riformare le pensioni ci hanno messo una settimana. Il finanziamento
pubblico ai partiti, illegale da quindici anni secondo la Corte dei Conti, sparirà
 nel 2017. Vale a dire, vent’anni dopo il referendum che l’aveva abolito.
Forse. Perché da qui al 2017, con le elezioni di mezzo, tutto può accadere. Questa pagliacciata del taglio ai costi della politica, promessi da destra e sinistra e anche da quelli “né di destra né di sinistra” da un ventennio, prima o poi dovrà finire. E’ già imbarazzante che sia ormai da anni il principale argomento di dibattito in un Paese con problemi assai più seri. A riprova dell’estrema modestia del personale politico e giornalistico in circolazione.
I costi della politica italiana sono una barzelletta nel resto d’Europa. I 25 miliardi calcolati dalla ricerca della Uil, con una stima molto prudente, potrebbero essere ridotti di un terzo da domani senza intaccare minimamente l’efficienza della macchina statale, anzi. Non esiste davvero una ragione al mondo per cui il Quirinale debba avere il triplo dei dipendenti dell’Eliseo o di Buckingham Palace o perché gli stipendi dei parlamentari siano i più alti d’Europa e così pure i vitalizi, senza contare lo spreco delle province, l’incredibile montagna di soldi buttati in consulenze agli amici degli amici, eccetera. Detto questo, in un Paese con il terzo debito pubblico del Pianeta, la più alta pressione fiscale delle nazioni Ocse, la disoccupazione giovanile al 40 per cento e un terzo del territorio in mano alle mafie, discutere ogni giorno da anni di queste inerzie, senza peraltro cambiare di una virgola l’andazzo, è francamente da dementi.
Capisco che la (non) volontà della politica di riformare se stessa sia diventata per gli italiani una faccenda d’alto valore simbolico. Ma il livello di retorica e demagogia della discussione è un insulto all’intelligenza. Otto milioni d’italiani hanno votato un comico plagiato da un guru informatico quasi soltanto perché promette di costare meno degli altri partiti. Si tratta di un calcolo ridicolo e anche smemorato. Negli ultimi vent’anni molti hanno costruito le proprie fortune politiche e quindi personali sulla promessa di abolire i privilegi del palazzo, dai primi Bossi e Berlusconi fino all’ultimo Di Pietro. E’ finita che Berlusconi si è enormemente arricchito impoverendo il resto del Paese, con Bossi e il Trota come sappiamo e con Di Pietro ricco immobiliarista. Possiamo stare sicuri che anche Grillo e Casaleggio non ci rimetteranno.
Poche attività, nella crisi italiana, fanno guadagnare come la guerra alla “casta”. E fintanto che la risposta sarà di mettere in cantiere riforme per il 2017, continueranno a guadagnarci.

Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 27 dicembre 2014

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