Nascere a Cinisi, nell'estremo nord della
provincia palermitana, alla fine degli anni Quaranta significa prendere presto
coscienza che la libertà d'azione di un individuo è fortemente condizionata
dagli interessi di "cosa nostra". Giuseppe Impastato, Peppino per
familiari e amici, se ne accorge presto, fin dall'interno delle mura
domestiche. La sua famiglia vive in stretta contiguità con la mafia locale: suo
padre Luigi è amico del capomafia Gaetano Badalamenti ed è cognato del boss
Cesare Manzella.
Il brutale assassinio dello zio, fatto saltare
in aria con la sua "Giulietta", cui Peppino assiste all'età di 15
anni, fa esplodere nel giovane il rifiuto di quel modello di vita, da tempo
covato nell'animo. In questo percorso trova un prezioso riferimento nel pittore
comunista Stefano Venuti, che arriva a considerare il suo padre
morale in contrapposizione a quello biologico, da lui ripudiato.
Il rapporto con Venuti dà libero sfogo alla
geniale vivacità del giovane, che inizia un percorso politico e culturale di
lotta contro la "legge dei potenti" e di ribellione nell'ambito
familiare. A 17 anni lancia e dirige il giornalino L'idea socialista,
facendosi portavoce delle istanze del proletariato, portate avanti dalla
sinistra del Partito Socialista Italiano, confluita nel nuovo soggetto
del PSIUP. Ciò lo porta a sostenere le ragioni dei contadini, degli
edili e dei senza lavoro.
Nel 1976 la sua lotta alla mafia arriva a una
svolta. Insieme agli amici più stretti fonda Radio Aut che,
dal vicino comune di Terrasini, trasmette ogni venerdì la striscia Onda
Pazza a Mafiopoli. È una satira feroce di quei protagonisti noti della
quotidianità di Cinisi, come il boss Badalamenti e il sindaco Gero di Stefano,
facilmente riconoscibili nei personaggi Tano Seduto e Geronimo
Stefanini. Un modo innovativo di lotta alla mafia, che attraverso la satira
porta alla luce il traffico di droga e i giochi di potere tra politica e clan
del territorio.
Da quel momento viene visto come un personaggio
scomodo e non c'è più nemmeno il padre a difenderlo, nel frattempo defunto. Da
scomodo Peppino diventa "pericoloso" nel momento in cui decide di
candidarsi alle elezioni comunali del 14 maggio 1978, tra le fila
di Democrazia Proletaria. Cosa nostra è in una fase di espansione
dei propri traffici e il suo eventuale ingresso nella sfera decisionale
costituisce una minaccia. L'ordine è di assassinarlo e di cancellarne il
ricordo.
Nella notte tra l'8 e il 9 maggio avviene il
macabro ritrovamento dei suoi resti, lungo i binari della ferrovia
Palermo-Trapani. Una carica di tritolo l'ha reso praticamente non
identificabile se non dai documenti. I carabinieri giungono alla conclusione
che si tratti di un fallito attentato terroristico o in alternativa di suicidio
"esibizionista". Poche ore dopo i tg danno la notizia del
ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro, in via Caetani, a
Roma. Ciononostante 264 cittadini scrivono il suo nome sulla scheda elettorale,
eleggendolo simbolicamente al consiglio comunale di Cinisi.
Gli anni trascorrono ma il fratello Giovanni e
la madre Felicia, supportati dagli amici di Radio Aut e del Centro Siciliano di
Documentazione, non smettono di credere che prima o poi la verità verrà a
galla. Le loro speranze trovano una risposta nel 1984, grazie alla
ricostruzione del Consigliere Istruttore Rocco Chinnici (che
paga con la vita il suo impegno), in base alla quale il Giudice Antonino
Caponnetto accerta l'origine mafiosa dell'omicidio.
Si riesce, tuttavia, a risalire ai colpevoli
soltanto 10 anni più tardi, quando l'inchiesta viene riaperta. Le condanne
arrivano tra il 2001 e il 2002: trent'anni per Vito Palazzolo ed ergastolo per
Gaetano Badalamenti, entrambi riconosciuti come mandanti dell'omicidio. Peppino
Impastato è oggi una figura cardine del vasto movimento antimafia e
a lui si richiamano numerose associazioni ed iniziative culturali, sparse su
tutto il territorio nazionale.
La sua vicenda ha ispirato il film I
cento passi, uscito nel 2000 per la regia di Marco Tullio Giordana e il cui
titolo si riferisce alla distanza tra la casa di Impastato e quella del boss
Badalamenti.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/715002
Nessun commento:
Posta un commento