Il tè e la nascita degli Stati Uniti d’America: la storia del Tea Party
Il tè non è soltanto
una delle bevande più amate e consumate a livello mondiale, ma è stato anche un
grande protagonista della storia economica e politica. Se non
esistesse il tè, infatti, forse non esisterebbe il mondo come lo conosciamo
oggi. È proprio a causa di un carico di tè importato dalle Indie che, alla fine
del Settecento, scoppiò la Guerra di Indipendenza Americana.
Ecco cos’è successo a
Boston giovedì 16 dicembre 1773, giorno passato alla storia per il Tea
Party, la ribellione degli indipendentisti americani contro l’Impero
Britannico e la Compagnia delle Indie Orientali.
Cosa era la Compagnia britannica delle Indie Orientali
Prima di scoprire
perché il Tea Party ha segnato una tappa tanto importante nella storia degli
Stati Uniti e dell’Impero Britannico, è doveroso fare un passo indietro per
raccontare la storia della Compagnia britannica delle Indie Orientali. Grazie a
questa società, fondata nel 1600 dalla Regina Elisabetta I, l’Impero
Britannico mantenne per quasi tre secoli il controllo totale di tutto
il commercio proveniente dall’Oceano Indiano. Naturalmente, tra i
prodotti di maggiore pregio, c’erano i preziosi carichi di tè e caffè diretti
in Europa e in America. La Compagnia influenzò a lungo gli affari mondiali,
condizionando pesantemente anche la vita commerciale delle colonie del Nuovo
Mondo.
Il Tea Act
Nel 1773, il
Parlamento Britannico emise il Tea Act, che autorizzava la Compagnia britannica
delle Indie Orientali a vendere direttamente il tè proveniente
dalle acque dell’Oceano Indiano nelle sue colonie americane, senza nessun intermediario
locale. Lo scopo del Tea Act era quello di vendere con più semplicità e a
costi inferiori le immense quantità di tè conservate nei magazzini di Londra, e
di combattere il problema del contrabbando del tè nelle colonie.
Il Tea Party: la
distruzione del tè a Boston
Il monopolio della
Compagnia e l’innalzamento dei dazi destava molto scontento tra i cittadini del
Nuovo Mondo: erano numerosi, infatti, i gruppi organizzati, più o meno
clandestini, che si battevano perché le cose cambiassero. Una di queste società
segrete indipendentiste, la Sons of Liberty (“I figli della
libertà”), fu la protagonista del Boston Tea Party. Il 16 dicembre del
1773 i suoi membri organizzarono uno dei loro tipici atti di protesta
contro il Governo britannico.
All’arrivo delle navi
britanniche nel porto, i ribelli chiesero di non scaricare il tè, ma il
governatore del Massachusetts chiuse il porto, ordinando di compiere
normalmente le operazioni di scarico. Così nella notte, travestiti da
pellerossa, i membri dei Sons of Liberty assaltarono una delle navi,
gettando tutte le 342 casse di tè in mare e rovinando l’intero
carico. Per questo il Tea Party è anche chiamato “The Destruction of Tea in
Boston” (la distruzione del tè a Boston). Si dice che alla fine della giornata
nelle acque di Boston galleggiassero 45 tonnellate di tè, per un valore di
10.000 dollari dell’epoca, e che “l’infuso” sia rimasto nelle acque di Boston
per settimane.
Le conseguenze del
Boston Tea Party
In risposta
all’assalto del Tea Party, l’Impero Britannico emanò una serie di leggi
contro i territori coloniali dell’area di Boston, passate alla storia
come “leggi intollerabili”. Da lì, il passo verso le armi fu piuttosto
breve: dopo un anno, infatti, iniziò la Guerra di
Indipendenza Americana. Ancora oggi il “bagno di tè” del 16 dicembre viene
considerato l’evento che l’ha innescata. Conoscevate la storia del Boston Tea
Party?
https://laboratorioespresso.it/tea-party-storia-tea-act/
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