La Gloria Dell’Umiltà:
Il Grande Viaggio Di Un Papa Da Autobus
La Gloria dell’umiltà si misura dall’indifferenza con cui viene accolta dagli altri….Le piccole cose semplici non hanno bisogno di squilli di tromba, né di rullio di tamburi.
Ciò che di speciale passa davanti agli occhi giorno per giorno, nella sua mansueta normalità, ha soltanto bisogno di essere riconosciuto con il cuore. Ma di solito non avviene, o avviene dopo, o avviene troppo tardi, anche se per fortuna dinanzi allo splendore della modestia non si è mai in ritardo.
E davvero adesso si vorrebbe conoscere la storia dell’arcivescovo di Buenos Aires, futuro Francesco, romanus pontifex, che se ne sta seduto su una panca della metropolitana. Il credit si limita a dire che lo scatto risale al 2008, che il sardina Jorge Mario Bergoglio utilizzava normalmente quel mezzo di trasporto e che l’autore della foto, per Ap, si chiama Pablo Leguisamon.
E allora ci si mette sulla rete, su Google, tanto per cambiare, e scartato un Pablo Leguizamon che fa il calciatore in Paraguay e un altro Pablo Leguizamon che fa il veterinario a Mar del Plata, si approda un Pablo Leguisamon che fa effettivamente il fotografo. Ma la sorpresa è che per entrare nel suo sito (www.pabloleguizamon.com.ar), e comunque vale la pena perché le immagini sono piccole bombe artistiche di luce per lo più artificiale, occorre essere mayores de 18 anos. E qui, anche al netto di foto-omonimie, la faccenda si fa complicata, o forse no, si fa umile e semplice, perché dopo un bellissimo servizio sui giovani pugili, ce n’è un altro, a suo modo straordinario, su quello che assomiglia a un bordello, nella sua notturna, nella sua notturna e affollata e quotidiana umanità fatta di particolari accesi e sfocati, lenzuola, piedi, bocche, contratte, finestre, sessioni sadomaso, rossetti, brandelli di carne, stanze da bagno.
E poi, con tutto questo che vola e si posa dentro la testa, si torna a guardare dentro il vagone della metropolitana, e colpisce, ma non atterrisce,l’espressione intensa di quel vecchio, la mano sotto la giacca nera, sul petto, lo sguardo lievemente sorpreso dalla presenza del fotografo, appena un lampo di gioco quasi infantile sotto una coltre di pensieri, quelli animano la guida spirituale di una metropoli.
Di papa Francesco scrivono Filippo di Giacomo e Paolo Mattei. Ma nella foto il futuro pontefice è soltanto un uomo tra i tanti. Tutti più o meno guardano davanti a sé. Chi sale, chi scende, chi aspetta, chi si tiene, e il viaggio è la vita.
Filippo Ceccarelli- Venerdì di Repubblica – 29-3-13
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