Narcisisti, simpaticoni, vittimisti
Annalisa Bruni racconta errori e orrori del corteggiamento
“L’Idea è nata osservando le tante single che ci sono in giro”
Sì, vale la pena raccontarle, le storie dei tipi da non frequentare. Per chiarire una volta per tutte, il concetto: essere single a 40 anni non significa accogliere adoranti qualsiasi forma di uomo si materializzerà all’orizzonte. Insomma, narcisisti, egocentrici e pure bruttarelli fatevene una ragione le donne-sole non vi cadranno tra le braccia soltanto perché esistete. Lo racconta bene, con ritratti fulminanti e una buona dose di ironia Annalisa Bruni, scrittrice veneziana nel libro Tipi da non frequentare (Cleup editore, collana Vicoli, pagine 112, 14 euro).
Una carrellata di personaggi che a tutte è capitato di incontrare. E che molte hanno sperato di non rivedere mai più. Partendo dal “simpaticone”, che parla in continuazione. Se per sbaglio la malcapitata interloquisce, nemmeno se ne accorge. Al “giornalista” “non bello” che a mezzanotte manda sms del genere “sei telefonabile?”. E alla fine di una serata disastrosa, sulla porta di casa pronuncia la storica frase “sei corteggiabile?”
Fino a quel capolavoro descrittivo del “professore”, incontrato trent’anni dopo i tempi dell’Università, che pur essendo vicino ai settanta subito ci prova, all’insegna dell’evergreen “mia moglie non mi capisce “. E al momento dei saluti sfodera l’agghiacciante: “Oggi ho capito cosa mi manca nella vita” fino a trasformare le sdolcinatezze alla Liala in uno stalking rabbioso appena gli si fa gentilmente capire che non si è interessate. La lista dei tipi da non frequentare sembra infinita, l’acuta penna di Annalisa Bruni li immortala con la precisione di un’entomologa: c’è “il montanaro”, “il vigile”, “l’avvoltoio”, “il dirimpettaio”, il pericolosissimo “amico delle donne”. Che dire poi del “collega?” In quante, più per noia che per attrazione, cedono alle avance di qualche “collega”?. Di solito si rivelano esperienze da dimenticare. Poi ci sono gli incontri da cui si fugge a priori, gli unici che potrebbero rivelarsi vincenti. Ma si sa, noi ragazze siamo spesso sprovviste di autostima e quando capita quello apparentemente giusto, giovane, carino, sensibile, finiamo per pensare “è troppo per me, mi farà soffrire”. Facciamo le spavalde, lo teniamo a distanza. Preferiamo rimpiangerlo per sempre che rischiare il cuore infranto. E allora ci rivolgiamo a quelli mediocri. Almeno è più facile lasciarseli alle spalle senza rimpianti. Un libro divertente, che sintetizza bene i (molti) difetti maschili e l’(eterna) coazione a ripetere schemi amorosi fallimentari femminile. Annalisa Bruni riesce a trattare anche il delicato tema della violenza contro le donne, fisica e psicologica e a fare riflettere. L’idea del libro è nata osservando le tante donne single che ci sono in giro – spiega Annalisa Bruni -. Mi sono chiesta, ma perché non trovano un compagno? Cosa non funziona nelle relazioni? Non si sono maschi all’altezza delle loro aspettative? Insomma, ho voluto fare una specie di ricognizione sentimentale, ispirandomi anche al bellissimo romanzo di una delle miei scrittrici di riferimento Dorothy Parker “Uomini che non ho sposato”.
La conclusione è un monito, da tenere ben presente: ognuno di noi è artefice del proprio destino.
Francesca Visentin- Corriere della Sera- Corriere del Veneto-
- Cultura e Tempo libero.
Grazie, Carla!
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