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mercoledì 24 agosto 2016

Lo Sapevate Che: Vedi Napoli poi suona...



Almeno A Livello musicale, Napoli infligge una severa sconfitta a Torino, con lo scambio di cittadinanza professionale fra il direttore d’orchestra Juraj Valcuha e il calciatore Gonsalo Higuain, soprannominato “El Pipita” finito alla Juventus. Infatti il quarantenne direttore d’orchestra musicale dell’Orchestra Rai di stanza nella città della Mole Antonelliana, ricoprirà la stessa carica  al Teatro San Carlo. Sarà inoltre affiancato dall’esperto e prestigioso Zubin Mehta, con l’incarico di direttore onorario, che dunque si dividerà fra Napoli e Firenze, oltre che fra le grandi orchestre regolarmente, a incominciare dalla Filarmonica d’Israele. Anche Valcuha, grande appassionatato di calcio, ha commentato la nomina riferendosi alla vicenda Higuain. “C’è chi da Napoli va a Torino e chi da Torino viene a Napoli: un amore con quest’ultima scattato dalla prima volta che vi ho diretto”. E a proposito della futura collaborazione con Mehta: “Il maestro indiano è una presenza spirituale di grande prestigio, molto importante per la vita musicale della città e sono molto contento di questo cammino che ci vedrà lavorare insieme”. Sul  rapporto con gli orchestrali, ha dichiarato: “L’incontro con un’orchestra è come quello con una persona: un legame in costante evoluzione che gioca sul piano delle emozioni”. Spesso questo diventa più personale, com’è avvenuto in precedenza, a Torino: “Con i professori ci trovavamo a parlare di musica e a confrontarci che gioca sul piano delle emozioni”. Spesso questo diventa più personale, com’è avvenuto in precedenza, a Torino: “Con i professori ci trovavamo a parlare di musica e a confrontarci sulle scelte musicali anche fuori dall’orario di prova: fu per me una fonte di grande arricchimento”. Valcuha è un affermato direttore sinfonico: ha esercitato un po’ con tutte le grandi orchestre dell’antico e del nuovo mondo (ultimamente è stato in tournée con la New York Philonic). Sul versante operistico predilige autori che si situano fra l’ultimo Ottocento e il Novecento: Janacek, Prokofiev, Puccini (avendo come frecce nell’arco “Boheme”, Madama Butterfly” e “Turandot”). Recente la sua direzione del “Parsifal” wagneriano all’Opera di Budapest. Prima dell’incarico di direttore musicale, al San Carlo per l’anno a venire era già in programma la sua presenza sul podio di “Elettra” di Strauss a marzo e “Carmen” di Bizet a l uglio. La prossima stagione inoltre affronterà “La Dama di picche” di Ciaikovskij a Firenze e “Peter Grimes” di Britten al Comunale di Bologna. Sicuramente i melomani più tradizionalisti del San Carlo lo aspettano al varco con la Scuola napoletana e con Bellini, Donizetti, Rossini e Verdi. Per quel che si sa da qualche ben informato del Massimo partenopeo, non era affatto scontata la sua nomna. E molto impegnativo il percorso per l’individuazione delle due figure di primo piano, con un parterre de rois di bacchette prese in considerazione formato da una mezza dozzina di artisti, fra i cui nomi spiccavano quelli di Fabio Luisi e Pinchas Steinberg. Ma alla fine il “consiglio di indirizzo” del San Carlo, su proposta della sovraintendente Rosanna Purchia e del direttore artistico Paolo Pinamonti, ha nominato due direttori assolutamente complementari tra loro, per formazione, repertorio, vivacità intellettuale, dialogo generazionale, appunto Mehta e Valcuha. La “socvraintendessa”Purchia ringrazia in particolare Mehta: “Per la vicinanza che ha sempre dimostrato al nostro teatro e me in questi anni. E poi il maestro Valcuha, perché sono sicura che con le sue competenze e le sue capacità la nostra magnifica orchestra e il nostro straordinario coro troveranno un nuovo proficuo dialogo artistico”. E Pinamonti: “Queste  due nomine sono un elemento importante di ulteriore crescita artistica e musicale del nostro teatro. Generazionalmente e artisticamente i due maestri non sono solo perfettamente complementari, ma sono una certezza per ciò che costituisce la ricerca dell’eccellenza, in quella inquieta curiosità per un ampiamento dei repertori”.
Riccardo Lenzi – Bacchette – L’Espresso – 14 agosto 2016 -

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