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mercoledì 31 agosto 2016

Lo Sapevate Che: "Unità nella diversità" Bel souvenur dalle vacanze in Indonesia...



“Dambakan damai tolak terorisme” (“I pacifisti rifiutano il terrorismo”) dice lo striscione sul ponte. Tra mille bandiere e drappi biancorossi che annunciano in ogni angolo dello Stato - arcipelago più grande del mondo l’imminente 71° anniversario dell’indipendenza indonesiana, il trafficoni Giacarta mi dà il benvenuto con un richiamo ai moniti di casa. Perché, in tempi di guerra mondiale sparpagliata, fare vacanza dall’altra parte del mondo, in terra d’Islam e di vulcani, porta amici e parenti a preoccuparsi oltremodo. Anche per questo, più si va lontano più si sente la responsabilità del racconto da fare. Al turista medio, che si tratti di Indonesia o San Marino, due settimane (o due giorni, o due ore) sembrano spesso più che sufficienti per potersi atteggiare al ritorno con l’ambizione di aver capito e vissuto il Paese visitato. Da turista medio, temo di non saper resistere alla tentazione. Forse partirò dal motto di questa repubblica democratica presidenziale: “Unità nella diversità”. Ecumeniche, spesso impopolari, ma che nei pochi giorni a seguire mi sembreranno parole tangibili. A Giacarta la più grande moschea del Sudest asiatico guarda negli occhi la cattedrale cattolica. A Yogyakarta e dintorni le due risorse turistiche più note sono un immenso tempio buddista (Borobuduri) e un maestoso tempio induista (Prambanan). Il giorno dell’orgoglio nazionale, feste e parate sono ovunque. Nei dintorni di Cangkringan, tra militari, scolaresche e marching band, anche un carro con altoparlanti: musica e trans al seguito come a un Gay Pride. Tentando di riparametrare tutto secondo canoni a me noti, immagino un 2 Giugno in una provincia italiana con carri Lgbt mischiati a scolaresche e militari. Quel che indignerebbe mezza Italia cattolica l’ho visto in uno sperduto villaggio del Paese più popoloso a maggioranza musulmana. E però ogni volta che pago o compro, provo imbarazzo. Troppa la sproporzione del costo della vita, tanta la povertà diffusa in un Paese incomprensibile agli indonesiani stessi. Qui gli equilibri mondiali hanno vacillato fino a provocare eccidi di massa contro il pericolo comunista. Qui alcune isole lottano ancora per l’indipendenza denunciando i soprusi del potere centrale. Qui il fondamentalismo religioso ha parzialmente attecchito, sfociando in attentati che ora preoccupano i parenti a casa. Rassegnato all’impossibilità della sintesi, mi rifugio nell’auspicio nazionale: “Unità nella diversità”. E’ il souvenir che resta, al netto di ogni ipocrisia. L’unico da raccontare in giro per il mondo. Che sia Indonesia o San Marino.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 26 agosto 2016 -

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