Nato a Trieste e morto a Gorizia nell'agosto del
1957, Umberto Poli (il vero nome) ebbe una vita tormentata, segnata da un lato
dall'assenza di una figura paterna, dall'altro dalla persecuzione nazista in
quanto ebreo. Molto legato alla balia Peppa Sabaz, da cui fu allevato, in suo
onore scelse lo pseudonimo "Saba" (un'altra versione lo fa risalire all'ebraico saba,
ossia "nonno") per l'attività poetica.
Dopo aver tentato invano la strada della musica, nel 1911 diede alle stampe il
primo libro, "Poesie", seguito dalla raccolta "Coi miei
occhi". Passato attraverso vari impieghi (tra cui quelli di dattilografo e
direttore di cinematografo), nel 1929 si rivolse allo psicoanalista Edoardo
Weiss, allievo di Freud, che aveva già in cura lo scrittore Italo
Svevo.
L'esperienza segnò una definitiva maturazione della sua poesia, incentrata
principalmente sul suo rapporto con Trieste, sul senso della quotidianità e sul
rapporto con la natura. Le liriche, raccolte nel 1945 nell'edizione completa
del Canzoniere, gli fecero conquistare diversi riconoscimenti, tra
cui il "Premio Viareggio" e il "Premio Taormina".
http://www.mondi.it/almanacco/voce/254018
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