Sarda di Nuoro, Maria Grazia Cosima Deledda
nacque da famiglia benestante e dopo la seconda elementare studiò letteratura
da autodidatta, esordendo come autrice di prose sulla rivista L'Ultima
Moda. Trasferitasi a Roma, si consacrò come romanziera con "Elias
Portolu" del 1903, offrendo la massima espressione della sua poetica nel
capolavoro Canne al vento (1913).
Ricordata anche per "L'Edera" (1906) e "Il Dio dei venti"
(1922), nel 1926 fu insignita del Nobel per la Letteratura (secondo
italiano a riceverlo dopo Carducci) «per la sua ispirazione
idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della
sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi». Dieci
anni dopo scomparve nella sua abitazione romana e solo dopo la morte la critica
ufficiale ne riconobbe l'originalità dello stile, attribuendole quei meriti che
in vita le erano stati negati e che il solo Pirandello aveva intravisto.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/15108001
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