Renato
Guttuso muore a Roma nel 1987. Trent’anni dopo, due mostre, un libro e un film
documentario ricordano l’arte sociale e profondamente politica del maestro di
Bagheria.
Renato
Guttuso muore a Roma il 18 gennaio del 1987. Questo pittore “sfrenato”, come lo
aveva definito l'amico Marino Mazzacurati, è stato uno degli esponenti più
importanti della pittura neorealista italiana e, con le tematiche fortemente
sociali e politiche ha accompagnato l'Italia dalla fine della guerra fino agli
anni Ottanta. Nato a Bagheria, porterà sempre nel cuore e nella sua arte la sua
terra natale, tanto che Leonardo Sciascia scrisse su di lui che “qualunque
cosa volle dipingere dipinse sempre la Sicilia”.
L'arte sociale e la
politica: Crocifissione
L'arte di
Guttuso fu, per precisa definizione dello stesso, un'arte “sociale”. Ancor più
un'arte politica, che inizia con quadri come “Fucilazione in Campagna”, del
1937, “La Spiaggia”, del 1955, e “Carretti a Bagheria”, del '56. Un'arte di
denuncia, che negli anni della guerra racconterà l'orrore e la tragedia umana,
e successivamente si porrà come baluardo anche di un'esperienza politica
fortemente significativa.
Uno degli
esempi più famosi e importanti di cosa sia stata l'arte di Guttuso è
senz'altro “Crocifissione”: presentata nel 1942 in occasione del Premio
Bergamo, questa tela è forse la più rappresentativa dell'idea stessa di arte
che Guttuso sosteneva, che gli attira anche non poche critiche da parte della
Chiesa e del fascismo.
Un'arte
ovviamente non finalizzata a se stessa, ma che attraverso un soggetto
fortemente simbolico (in questo caso l'episodio biblico della Crocifissione di
Gesù) trasforma il messaggio in un messaggio universale. Nel quadro di Guttuso
è l'intera umanità che è appesa sulla croce, ci sono “tutti coloro che
subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee”, tutti quei soggetti
che non cesseranno mai di rivivere nei suoi quadri, anche quando (solo
allegoricamente) Guttuso dipingerà nature morte, le case della sua terra natale
o gli squarci del golfo di Palermo.
Trent'anni dopo: le mostre, un libro
e un film
È
soprattutto la Sicilia a rendere omaggio all'arte di Renato Guttuso. Il primo e
più importante omaggio è senz'altro quello della Villa Cattolica di Bagheria,
città natale dell'artista, che dopo un anno e mezzo ha riaperto le sale del
Museo Guttuso, fondato nel 1990.
Inoltre,
fino al 26 marzo 2017 anche Palermo ricorderà Guttuso con un'importante
esposizione, già ospitata a Pavia nelle Scuderie del Castello Visconteo lo
scorso inverno, dal titolo “La forza delle cose”. Nata da una speciale
collaborazione con gli Archivi Guttuso, che da anni lavora per tutelare e
promuovere l'arte del maestro di Bagheria, la mostra riporta in Sicilia ben 47
nature morte, che ripercorrono il suo intero percorso artistico, grazie ad
importanti prestiti da musei come il il MART di Trento e Rovereto,
la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo
Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune importanti collezioni
private.
Ma non
soltanto i musei e le gallerie d'arte dedicheranno il 2017 a Renato
Guttuso: il 18 gennaio, arriva in libreria "Ritratti d'artista.
Renato Guttuso raccontato da poeti e scrittori", dove sono riunite per la
prima volta in assoluto le voci di scrittori come Corrado Alvaro, Stefano
D'Arrigo, Carlo Levi, Elsa Morante e Pablo Neruda, solo per citarne alcuni, che
raccontano Guttuso come artista, come intellettuale ma anche e soprattutto come
uomo. Ma il filo rosso che collega il maestro di Bagheria alla scrittura è
doppio: il libro racconta anche la passione smisurata di Guttuso per la
letteratura, e il modo in cui essa è entrata nella sua arte. Molti sono
stati infatti i grandi capolavori illustrati dall'artista: "La Divina
Commedia", "I promessi sposi", "I malavoglia", ma
anche i "Poemi" di Majakòvskij e "Lianto por Ignacio" di
Federico Garcia Lorca.
Ritratti D’Artista
L'uscita del
libro sarà accompagnata dal film documentario "La vita è arte. Renato
Guttuso e il suo tempo": si tratta dell'ultima intervista che l'artista
rilasciò a Giancarlo Bocchi, pochi mesi prima di morire. Sequenze inedite,
pellicole mai viste prima in cui Guttuso compare al fianco di Pablo Picasso e
Karel Appel, o durante il suo viaggio in Russia per ricevere il Premio Lenin
per la pace.
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