Ognuno di noi vorrebbe che le cose andassero sempre per il verso
giusto e che la vita potesse riservarci solo momenti di gioia. Quando poi si è
genitori questo desiderio si ingigantisce e l’aspirazione diventa quella che i
nostri figli possano vivere in uno mondo senza dolore. Ma la vita non è così e
la storia lo dimostra.
Una delle pagine più nere e
tristi della storia è sicuramente la Shoah, l’Olocausto, cioè la persecuzione
ed il genocidio degli ebrei avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale ad
opera dei nazisti.
Come spiegare tutto questo ai
bambini? Qualcuno ritiene più corretto non dire nulla, non raccontare, ma noi
crediamo sia più corretto non nascondere la verità e cercare di trovare il modo
e le parole più adatte per far capire e trasmettere il giusto messaggio, senza
angosce e paure.
Il ciliegio di Isaac è uno
strumento per farlo. Narra la storia di Isaac, un bambino ebreo che viene
deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. E’ una storia dura da
raccontare, ma necessaria, per far sapere anche alle nuove generazioni l’atrocità
e la drammaticità dell’esperienza vissuta in quegli anni anche da tanti
bambini.
Lorenza Farina, l’autrice, ci
cala nell’atmosfera cupa e triste della deportazione, vista dagli occhi di un
bambino… la separazione dalla mamma, il fango, le urla dei soldati, la rasatura
dei capelli, la solitudine, la fame, le lacrime…
Attraverso la lettura si sente
quasi freddo, si percepisce la desolazione e l’angoscia; allo stesso modo, a
queste sensazioni ci riportano i colori volutamente freddi delle tavole illustrate
di Anna Pedron.
Ma in quella che sembra una
disperazione senza fine, c’è ancora un barlume di speranza, uno squarcio di
luce: Isaac, a cui piaceva molto guardare nel giardino di casa, insieme al
nonno, un ciliegio in fiore, conosce ad Auschwitz un ragazzo zingaro che
diventa per lui un altro “ciliegio”: Rasìm, che si prende cura di lui e non lo
abbandona mai, fino a salvargli la vita.
Il ciliegio di Isaac è un libro
dolce e delicato, che, pur affrontando un tema così difficile e cupo, apre alla
speranza e all’amore. Perché gli errori del passato siano da monito e guida per
un futuro migliore. Per non dimenticare, in occasione della ricorrenza del 27
gennaio, il Giorno della Memoria.
Illustrazioni di: Anna Pedron
Testo e immagini da
Filastrocche.it
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