Nato a Milano il 25
gennaio 1939 e morto la notte di capodanno del 2003, Gaber è stato uno dei più
importanti cantautori italiani. Con il suo teatro - canzone ha cambiato il modo
di fare musica negli anni Settanta
Oggi il signor G. avrebbe 80 anni. Giorgio Gaberscik,
questo il suo vero nome, è nato a Milano il 25 gennaio 1939 in una famiglia della
piccola borghesia. Da ragazzo aveva imparato a suonare la chitarra sul modello
dei jazzisti che amava, si era fatto le ossa nei club e nelle balere milanesi
con Celentano, Jannacci, Tenco. Nel 1957 era stato persino in tournée con
Celentano in Germania, prima di diplomarsi ragioniere e poi iscriversi
all'Università Bocconi, nel mezzo un'estate in giro per l'Italia con un trio
basso-chitarra-pianoforte con Tenco, sperimentando per la prima volta le sue
doti di cantante.
Nel '59 Gaber forma con Enzo Jannacci un duo, I Due Corsari, che debutta con il 45 giri 24 ore/Ehi! Stella e l'anno dopo Una fetta di limone. Il successo arriva negli anni
Sessanta, quando inizia il sodalizio con lo scrittore Umberto Simonetta, Gaber
scrive la musica, Simonetta le parole. In questo decennio partecipa quattro
volte al festival di Sanremo con Benzina e cerini
in coppia con Maria Monti da cui nascerà la figlia Dalia, Così felice, nel '66 con uno dei suoi successi più
grandi, Mai, mai, mai, ... E allora dài!; in
coppia con Remo Germani. Alla fine di quel decennio
avviene la rivoluzione perché come raccontava: "Andavo alla televisione,
cantavo una canzone, facevo un bell'inchino. Poi mi guardavo e mi facevo
schifo".
Il 6 ottobre 1970 convoca amici e giornalisti negli studi Regson
di Milano ed esegue dal vivo la prima stesura di uno spettacolo
intitolato Il signor G.: è
nato il teatro - canzone grazie anche all'incontro con Sandro Luporini, che
diventa il suo alter ego. Seguono altri spettacoli, Dialogo tra un impegnato e un non so, Far finta di essere sani, e brani
diventati classici come Lo
shampoo e La
libertà. Negli anni il pubblico per il suo teatro - canzone cresce.
A metà degli anni Settanta una nuova sterzata. "Fino al 1976 ho trovato
molti stimoli - racconterà lo stesso "cantattore" - poi il resto mi è
sembrato una ripetizione". La reazione è del 1980: Io se fossi Dio, un'invettiva di
14 minuti scritta dopo l'uccisione di Aldo Moro ma che le case discografiche
avevano avuto paura di pubblicare.
Con Guccini e Battiato nell'81 partecipa a un concerto di
raccolta fondi per Lotta
continua, ma nel corso degli anni Ottanta la distanza con la
politica si fa sempre più grande e lo fa giungere alla dichiarazione di Qualcuno era comunista. "Sì,
qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come, più
di sé stesso. Era come due persone in una. Da una parte la personale fatica
quotidiana e dall'altra, il senso di appartenenza a una razza, che voleva
spiccare il volo, per cambiare veramente la vita. No, niente rimpianti. Forse
anche allora molti avevano aperto le ali, senza essere capaci di volare, come
dei gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora, ci si sente come in due. Da una parte
l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza
quotidiana e dall'altra, il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo,
perché ormai il sogno si è rattrappito. Due miserie in un corpo solo".
È una canzone che lo libera e gli permette di sganciarsi da
qualunque affiliazione politica dandogli nuova spinta creativa, negli ultimi
anni della sua carriera scrive quindi gli ultimi capolavori, canzoni come Destra - sinistra, Canzone della non
appartenenza, Il conformista. Gaber muore la notte di capodanno del
2003, dopo una lunga malattia, lascia la moglie Ombretta Colli e la figlia
Dalia. Quello stesso anno esce il suo ultimo album Io non mi sento italiano, una
sorta di testamento in cui in qualche modo si ribalta la tesi del titolo e che
testimonia il suo valore di artista nella storia della musica e canzone
italiana. "Io non mi sento italiano. Ma per fortuna o purtroppo lo
sono". https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2019/01/25/news/gli_80_anni_di_mister_g_quanto_ci_manca_giorgio_gaber-217420775/
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