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mercoledì 13 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: "Quella cosa" scoperta su internet ovvero, Anita è diventata grande...



“Ma proprio su di me devi scrivere l’articolo”. “Sì, Anita, è tanto che non lo faccio. Non posso ancora scrivere ancora di Renzi e i gufetti nelle slide; la politica estera angoscia, un pò di leggerezza ci vuole, insomma, un aggiornamento sul rapporto padre-figlia tocca farlo”. “Ok, scrivi ma non di quella cosa”. “ Eh no, la censura no, mai”. Quella cosa è la vera novità del momento per mamma e papà. la minaccia del 2016 che arriva. “Tranquilla, non ti metterò in difficoltà, non io sangue del tuo sangue, scriverne ci aiuta a esorcizzare, fidati”. Ci fidiamo . Anita, 12 anni costretti in un fisico già utile a scambiare scarpe e vestiti con la madre, sa che il mio ruolo di padre mediamente assente prevede la condivisione delle sue punte gene razionalmente più frivole. Il mio cv vanta le medaglie dei concerti del Mondo di Patty, di Violetta e dell’indelebile trasferta di Goteborg per la sinfonia di ormoni e telefonini degli One Direction. Se Violetta è rimossa da tempo, per gli One Direction il cammino sembra lungo. Non c’è giorno senza cuori su Instragram messi da Anita sulle foto dei suoi boyband di riferimento. Mi feci insegnare Instagram da lei col fine dichiarato di poterla seguire nei suoi giri di minorenne alle prese col mondo infame che anche su internet  cova. Gli One Direction, alla fine, sono il minore dei mali. “Oggi non posso vedere la Roma. Vado ai Web Award con Laura e la madre” mi disse un di fondamentale per le sorti del campionato. Così, mentre il padre soffriva. Anita era alle prese con selfie, video e autografi dei suoi youtuber preferiti, in carne, lacca e ossa. Io, proprio io, youtuber senza sapere di esserlo, youtuber quando You Tube non c’era e i video si forgiavano nell’argilla scaldati con bastoncini di legno per esser caricati su esotici server in tempo utile a perdere svariate ciocche di capelli, mi son trovato a combattere la mia nemesi. Incasso, osservo le sopracciglia dell’esercito del male, lì studio  alla livorosa e vana ricerca di talento, scanso milioni di follone, abbozzo e vado avanti a cuore gonfio fino a quella cosa: il cuore in Instagram più temuto, quello lasciato da Anita sulle ali di gabbiano della porta accanto. “Chi è Ruzzy Gully” (nome di fantasia)?” ho chiesto a bruciapelo. “Uno di scuola” ha risposto Anita. “Questo non suona, non canta, non sta in tv, non sta su You Tube e nemmeno in classe tua, niente di niente. Allora ti piace!” abbiamo esclamato come detective rassegnati. “No!” continua a rispondere lei. Una nuova, impossibile battaglia è iniziata.
Buon 2016.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 8 gennaio 2016 -

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