In quel momento incerto all’inizio di
un nuovo anno, quando alcuni di noi hanno appena finito di annegare la paura di
quel che potrà accadere in strazianti veglioni e in secchi di bevande inutilmente
costose, piovono dalla galassia i meteoriti delle previsioni. C’è chi riapre il
libro dell’immancabile Nostradamus, chi si aggrappa al vecchio e caro oroscopo,
chi riscopre le sibille balcaniche o gli annuari di frati, sperando di trovare
ragioni per sperare. O per avere paura. Qui preferiamo un altri metodo. Non
cercare di prevedere il futuro il quale, non esistendo, non può essere
previsto, ma al contrario tornare al passato e vedere quali delle profezie
fatte da scienziati, filosofi, esperti si sono rivelate miseramente false, come
esercizio per non prendere sul serio nessun pronostico. Cominciamo da un
classico, la “minaccia del treno”. Appartiene a uno scrittore irlandese
dell’800, Dionysius Lardner avvertì il popolo che treni capaci di viaggiare oltre
i 60 chilometri orari sarebbero stati impossibili, perché a quella velocità
l’aria sarebbe stata risucchiata dai vagoni.(..). Albert Einstein, che pure
qualche brillante idea nuova in materia di fisica aveva avuto, era certo che
nel 1932 che l’atomo “non sarebbe mai stato sfruttabile come fonte di energia”
e ancora più netto nelle previsioni sarebbe stato il titano di Hollywood Darryl
Zanuck, guardando il suo primo televisore, nel 1939: “Una moda passeggera della
quale il pubblico si stancherà presto”, sbuffò. E se i banchieri sono divenuti
oggi tristemente famosi per la loro spregiudicatezza nel consigliare acquisti
sbagliati, la storia ricorda anche banchieri divenuti celebri per avere
invitato i clienti a non fare gli investimenti giusti: “Il cavallo è qui per
restare, le automobili scompariranno presto, mi creda”, disse il presidente
della Michigan Saving Bank all’avvocato di Henry Ford, sconsigliandogli di
comprare azioni della casa automobilistica. (..) Tomas Watson, calcolò che nel
mondo ci sarebbe stato un mercato “per quattro o cinque computer al massimo”. A
sua giustificazione va detto che nel 1943, quando si espresse così, un
calcolatore elettronico a valvole con una potenza infinitamente inferiore a
quella dello smartphone che portiamo in tasca o in borsa, aveva le dimensioni
di una palazzina, Non c’è campo della vita e della società che sia stato
risparmiato dai profeti ciechi. La Decca, colosso della discografia, respinse i
Beatles, perché “il loro suono era banale e le chitarre avevano stancato”,
pochi anni dopo che Variety, il
periodico letto come un vangelo dal mondo dello spettacolo, aveva sentenziato,
all’inizio del 1955, che “il rock ‘n roll è destinato a tramontare prima della
fine dell’anno”. Dunque, passate le feste e i brindisi, continuiamo a sperare
senza darci troppa cura di previsioni. Anche in materia di economia, è inutile
arrovellarci troppo, visto che nelle fabbriche del futuro lavoreranno solo un
uomo e un cane, disse il futurologo americano Warren Bennis: “L’uomo per dar da
mangiare al cane, il cane per impedire all’uomo di toccar erse le macchine”. Forse sbagliava anche lui, ma
per prudenza, auguri a tutti e soprattutto al cane.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 9 gennaio 2016
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