Toscanini E’ Tornato: il 27 gennaio, nel “Giorno della
memoria” istituito per ricordare le vittime dell’Olocausto, Roma gli consacrerà
un evento. Ben diverso trattamento ebbe il Maestro negli anni Trenta. Il “Giudeo
onorario”: così la stampa fascista lo definiva sprezzantemente. Proprio lui,
l’indiscusso patriarca dei direttori d’orchestra italiani, punto di riferimento
per le bacchette del secolo scorso – e del nostro. Di che cosa fu considerato
colpevole dai fascisti? Di essere stato, nel 1933, il primo firmatario di un
telegramma indirizzato a Hitler per protestare contro il bando ai musicisti
ebrei che erano stati esclusi dalle orchestre tedesche. E nel 1936 di aver
accolto con entusiasmo l’invito a dirigere a Tel Aviv, il 26 dicembre in un ex
hangar del porto vecchio, il primo concerto della neonata Palestine Orchestra,
la prima interamente composta da strumentisti ebrei, voluta dal violinista
Bronislaw Huberman, allievo del grande Joseph Joachim, per salvare la vita ai
musicisti perseguitati dal regime nazista. Intendeva così dimostrare la sua
vicinanza ideale a quel popolo, manifestando la sua opposizione ai regimi
dittatoriali d’Italia e di Germania. Proprio quel concerto di Tel Aviv, il 27
gennaio in occasione della giornata della Memoria, si intende commemorare con
l’evento dell’Auditorium Parco della Musica. (..). Perché il successo di quella
fatale serata del 1936 fu straordinario. La presenza di Toscanini fu un
eccezionale lancio per la nuova orchestra. Molti musicisti che vi presero parte
ricordarono con riconoscenza il coinvolgimento del maestro italiano. Che, pure,
durante le prove, non mitigò il proverbiale caratteraccio: infatti alcuni di
loro in seguito raccontarono di un bastone brandito contro chi osava
contravvenire alle sue disposizioni interpretative. E l’ira terribile scatenata
contro l’oboe che si era portato dall’Italia, cacciato via urlando: “Mi
vergogno di essere italiano come lei”. Ma anche l’estatica, magica quiete che
dominò la prova generale.(..). Anche alla fine dell’esibizione, Toscanini non
attenuò la sua indole, inveendo ancora contro i fotografi per alcuni flash
inopportuni e non presentandosi al proscenio per raccogliere i consensi. Per la
sua performance non volle alcun compenso. Gli regalarono però un frutteto
d’aranci a Ramot Ha Shavim, vicino kfar Saba, dove il Maestro, in seguito,
tornò a raccogliere le arance. Nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi
razziali in Italia, Toscanini volle dare un nuovo segno di vicinanza al popolo
ebraico. E, nonostante da Tel Aviv avessero fatto di tutto per dissuaderlo,
perché le nascenti tensioni fra ebrei e arabi avrebbero potuto mettere a
rischio la sua incolumità, tornò a dirigere l’orchestra che aveva contribuito a
far nascere. In quell’occasione, per la prima e ultima volta, l’ensemble eseguì
Wagner, le cui musiche furono una triste presenza sonora nei campi di
concentramento nazisti. Protagonista strumentale dell’appuntamento capitolino
sarà dunque la Filarmonica Arturo Toscanini, che ha sede presso l’Auditorium
Paganini di Parma. Maturata sul piano artistico nella quarantennale esperienza
dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e nell’antica tradizione musicale
che affonda le proprie radici storiche nell’Orchestra Ducale riordinata a Parma
da Niccolò Paganini nel 1835. Insieme alla Filarmonica suoneranno tre solisti
della Israel Philharmonic
Orchestra.(..). Sul suo podio il sessantaseienne israeliano Yoel Levi,
già pullo e assistente di Lorin Maazel, protagonista di una brillante carriera
internazionale. Gli chiediamo che cosa rappresenti oggi la figura di Toscanini
per un direttore d’orchestra. “Stiamo parlando di un gigante, una leggenda”(..)
“ e cercare di descrivere in qualche modo quello che è stato non gli renderebbe
appieno giustizia. La disciplina che richiedeva ai suoi strumentisti, l’alto
livello di interpretazioni sia nel campo della musica sinfonica che in quella
operistica, erano unici”. E il suo coraggio civile in occasione del concerto
del 1936: “ Quando qualcuno gli chiese perché avesse accettato, lui rispose “
L’ho fatto per l’umanità”. Questa è una delle cose più nobili di Toscanini (..)Nel
terzo millennio ha ancora senso che ci sia un’orchestra dello Stato ebraico?
“E’ importante ieri come oggi. Non sto a ricordare qui quello che sta avvenendo
intorno a noi nel mondo, in Europa, a Parigi. Ritengo che stiamo vivendo in uno
dei periodi più tragici e difficili dai tempi della Seconda guerra mondiale. E’
un genere diverso di guerra ma siamo in guerra, e le persone che cercano di
ignorare tutto ciò vivono in una totale illusione. Ritengo, dunque, che il
valore simbolico della Israel Philharmonic Orchestra sia durevole, al di là
della orribile barbarie nazista e di tutte le cose orrende che sono accadute
negli anni Trenta e Quaranta. La creazione di questa orchestra, diretta dal
principale direttore di quel tempo, è uno dei più meravigliosi atti
dell’umanità. E la sua esistenza al giorno d’oggi perpetua il significato
simbolico di valori come la pace, l’armonia, il reciproco rispetto e la
comprensione fra persone appartenenti a culture e religioni diverse”.
Riccardo Lenzi – Giorno della memoria- L’Espresso 28 gennaio
2016
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