Per Una Volta, questa rubrica è una cassetta delle
lettere. Ne ricevo a raffica, una pioggia elettronica che inonda la mia casella
email. Lettere di denunzia, per esempio circa la sorte dei dipendenti provinciali
dopo l’eutanasia delle Provincie; nel frattempo, a quanto pare, in quella
categoria di disgraziati s’impennano i suicidi, anche se non ne parla mai
nessuno. Oppure circa i privilegi dei parlamentar. C’è modo di ridurgli la
paghetta? Risposta: no, non si può. Serve una legge, e le leggi le scrive il
Parlamento. Che ha sforbiciato gli stipendi dei dirigenti pubblici e degli alti
magistrati, fissando un tetto a 240mila euro; ma per se stesso ha costruito una
casa senza tetto. Di conseguenza l’ultimo dei peones, qui e oggi, guadagna più
di un giudice costituzionale o del presidente dell’Antistrust. Dopo Di Che
c’è tutto un filone di richieste improbabili o bislacche. Ci sono abituato,
ormai da anni i giornalisti mi usano come un jukebox. Professore, che sa dirci
sulla nuova legge elettorale del Burundi? Come valuta la legittimità dei
terremoti? E il Trattato di Shengen vale anche per gli Ufo? Ma le domande più
enciclopediche provengono, talvolta dai lettori. Per esempio quanto è costato,
dal 2011 al 2014, l’aumento dello spread? Oppure: la Finanziaria 2008 consente
il riutilizzo dei medicinali non ancora scaduti per chi intenda donarli a
organizzazioni umanitarie. E se quei medicinali andavano conservati in
frigorifero, quale tipo di condotta giuridica si configura per il loro
detentore? (..). Ma Le Denunzie più frequenti girano attorno al
principio d’eguaglianza. Ancora in materia pensionistica. e però non solo. Per
esempio: la riforma Fornero usa la “speranza di vita” per determinare l’età
pensionabile. Tuttavia quella speranza è una media statistica, né più né meno;
c’è chi mangia un pollo, c’è chi resta a digiuno, tutti in media hanno mangiato
mezzo pollo. Scrive P.E.: sono affetto dalla sindrome di Muir Tolle, e questo
significa che ho un’alta probabilità di contrarre tumori. Colpa d’una
predisposizione genetica, che nella mia famiglia dimezza la durata della vita.
Sennonchè andrò in pensione alla stessa età degli altri lavoratori. E’
incostituzionale questa disparità di trattamento? In realtà stavolta è
incostituzionale la parità di trattamento: come diceva Platone (Repubblica,
VIII, 558c), l’eguaglianza s’applica agli uguali, non ai disuguali. (..).
Scrive G.S.: vivo in una casa popolare da decenni, ma una legge dell’Emilia
Romagna ha abbassato in modo draconiano la soglia di reddito per mantenere il
diritto a rimanervi. Sicchè adesso dovrò preparare le valigie, insieme ad altri
2792 nuclei familiari. Noi, però, facevamo affidamento sulla stabilità
abitativa della nostra condizione abitativa:c‘è un giudice che possa riparare
l’ingiustizia?. Francamente Non Lo So, dove si sia nascosto questo giudice. Se
uscisse dalla tana, avrebbe il suo bel daffare: gli italiani lamentano tante
piccole ingiustizie, e soprattutto lamentano l’assenza di un’autorità che sappia
interpretarle. Sicchè scrivono a me, o ad altri come me. Scrivono ai giornali,
nei forum, interpellano le associazioni civiche. Non però i politici, o almeno
non più. Chissà mai perché.
Michele Ainis Legge e libertà www.lespresso.it michele.ainis@uniroma3.it – 13
gennaio 2016
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