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martedì 5 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Meglio un rap che un velo da sposa...



Urlo per rimediare a una vita di silenzio da parte delle donne. Urlo in nome delle ferite profonde sul mio corpo. Urlo in nome di un corpo sfinito nella sua gabbia. Un corpo distrutto dal prezzo che gli avete imposto…Così comincia “Spose in vendita”, il ritmo rap che ha permesso all’afgana Sonita Alizadeh di sfuggire al destino imposto a una buona parte delle donne africane e asiatiche: la vendita in matrimonio tra gli 8 e i 16 anni all’uomo che offre alla famiglia la dote maggiore. (..). Ignoranti e infelici Queste donne non avranno mai la possibilità di studiare oltre le elementari e rimarranno alla mercé  economica e psicologica di chi le ha comprate. Non sorprende che siano loro le vittime più probabili della violenza domestica rispetto alle coetanee che si sposano più tardi. Secondo uno studi del Centro internazionale di ricerca sulle donne (ICRW) condotto in India, tra le ragazze che si sposano prima dei 18 anni la probabilità di essere picchiate e maltrattate dal marito è doppia. E di parto è la causa più frequente di morte. o non muoiono dando la vita, lo stress del parto spesso provoca loro una fistola ostetrica, ovvero una lacerazione del tessuto tra il retto e la vagina che, se non operata, le porta ad essere ostracizzate dalla propria famiglia e dalla comunità. Infine, nell’Africa  sub-sahariana le ragazze tra i 15 e 19 anni hanno sei volte la probabilità statistica di contrarre l’Hiv rispetto ai ragazzi della loro età. “Nel mio Paese una donna deve rimanere zitta, ubbidire alla propria famiglia, soffrire di nascosto”, racconta Sonita, “come una bambola con cui  giocare”. In sottofondo sta per concludersi la andando ma nel caso in cui ti mancassi ti lascio la mia bambola. Non farla piangere come ho pianto io”.
Federica Bianchi – Sul corpo delle donne – L’Espresso – 7 gennaio 2016

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