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martedì 12 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: I dinosauri? Stecchiti da un misterioso disco di materia oscura....



La fine dei dinosauri era scritta nelle stelle. Non è una questione di astrologia, bensì di astrofisica. Perché è proprio una delle più celebri esperte di questa materia – Lisa Randall, docente di cosmologia all’Università di Harvald, eletta da Time nel 2007 tra i 100 personaggi più importanti al mondo – a proporre oggi l’identikit del killer dei rettili giganti: un disco di invisibile materia oscura che 66 milioni di anni fa deviò verso la terra una cometa. La teoria è esposta nel nuovo saggio Dark matter and the dinosaurs: the astounding interconnectedness of the universe (La materia oscura e i dinosauri, la sorprendente interconnessione dell’Universp. Il Saggiatore lo pubblicherà in Italia a metà 2016) . “L’ipotesi ad oggi più accettata era quella di un asteroide che impattò sulla Terra nell’attuale Yucatàn (Messico), lasciando un cratere largo 200 chilometri. Era largo almeno 14 chilometri e spazzò via il 75 per cento delle specie terrestri” spiega Lisa Randall al Venerdì. “Si pensava ad un evento unico e del tutto casuale. Oggi invece abbiamo indizi che impatti di corpi di quelle dimensioni si ripetono ogni 32 milioni di anni. E’ la stessa regolarità con cui il nostro sistema solare, oscillando in su e in giù lungo la sua orbita nella Via Lattea, interseca il piano della sua orbita. Se su questo piano giacesse un enorme disco di materia oscura, ogni volta che il sistema solare, nelle sue oscillazioni, lo attraversa, la gravità potrebbe deviare verso la Terra qualche cometa della Nube di Oort”. Con effetti apocalittici, “Quando una grande cometa impatta sul pianeta a 60 chilometri  al secondo può sprigionare energie pari a un miliardo di bombe atomiche, incendiare l’atmosfera e causare nubi che interrompono per mesi la fotosintesi clorofilliana” osserva Randall. “Sessantasei milioni di anni fa sopravvissero, tra gli animali terrestri solo quelli sotto i 25 chilogrammi – e quindi soprattutto i mammiferi – perché non avevano bisogno di grandi quantità di cibo, molto più rare in un ambiente sconquassato”. Tutta colpa del disco di materia oscura, quindi. Ma perché nessuno prima della Randall ci aveva pensato? “Perché la materia oscura, così come la conosciamo oggi, si trova soprattutto in bolle attorno alle galassie, mentre quella capace di appiattirsi e condensarsi in un disco – ossia comportarsi proprio come la materia tradizionale, che perdendo energia dopo il Big Bang ha formato i dischi della Via Lattea e delle altre galassie a spirale – è un tipo di materia oscura che stiamo ancora cercando : satelliti come Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea potrebbero darci più indizi”. Questa sostanza elusiva, rimane a tutti gli effetti una…materia oscura. Sarebbe meglio chiamarla materia trasparente, perché le cose scure assorbono la luce, mentre la materia oscura non la assorbe né emette” osserva Randall. “Pur costituendo l’85 per cento dell’universo, possiamo coglierne la presenza solo osservandone gli effetti sulla gravità”. E anche, almeno in teoria, sui dinosauri.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 8 gennaio 2016 -

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