Una Sconfitta Storica Ma Per La Sinistra
E’ Colpa Degli Elettori
E’pazzesco come la sconfitta clamorosa della sinistra, dopo aver dilapidato in due mesi qualcosa come dodici punti di vantaggio, non hanno innescato non diciamo un grande dibattito, ma neppure una modesta guerriglia interna alla nomenclatura. A distanza di un ventennio, la sinistra ha ripetuto uno per uno gli errori del ’93-’94.
Il terrore del voto, l’appoggio acritico a un governo tecnico, una campagna elettorale grigia e ambigua. L’incapacità di interpretare la voglia di novità del Paese e anzi la presunzione di presentarsi come la migliore eredità del vecchio regime. La scelta di un leader, Bersani, che come Occhetto è una figura rispettabile, ma incarna agli occhi della maggioranza degli italiani l’apparato post comunista. Non l’ideale per attirare voti.
Vent’anni fa, la nomenclatura della sinistra, aveva l’alibi di avere come avversario Berlusconi, con i suoi miliardi, la tv e il braccio destro Dell’Utri che gli procurava 61 collegi in Sicilia. Un’anomalia democratica gravissima, che abbiamo combattuto come tale, ma senza mai pensare che Berlusconi vincesse solo per le televisioni, i miliardi e i picciotti. Ma ora hanno perso contro Grillo, un ex comico che in pochi mesi ha allestito il secondo partito d’Italia a partire da un blog e dalle donazioni spontanee,
almeno così sostiene. Ora, se in due mesi un giornale creato dal nulla e con una redazione di sconosciuti arrivasse a vendere più di Repubblica, io due domande me le farei. E magari mi risponderei che non sono più capace di fare questo mestiere e me ne andrei in pensione. La nomenclatura della sinistra, invece, no. Loro hanno ragione e gli altri, gli elettori, perfino i loro elettori critici, semplicemente si sbagliano. Sono stupidi, infantili, irresponsabili.
I più arroganti, però sono quasi sempre i più mediocri. Da questo punto di vista, va detto, i Crimi e Lombardi portati dall’ultima piena in Parlamento non hanno nulla da invidiare ai vecchi.
Ma intanto occupiamoci dei nostri. Sono ancora tutti là, gli stessi di vent’anni fa, preoccupati solo di sopravvivere. Bersani li ha usati per vincere le primarie e loro hanno usato Bersani per rinviare la pensione. Oggi si travestono da grillini e scoprono un’agenda di riforme che se avessero annunciato in campagna elettorale non li avrebbe costretti ora a corteggiare un ex comico e il suo bizzarro guru. Ieri civettavano con le ricette ultra liberiste che hanno rovinato l’Italia e l’Europa. Domani, se conviene, saranno disposti a riconsiderare l’impresentabilità di Berlusconi. Pur di non ammettere d’aver fallito e andarsene a casa. Come noi, piccoli, stupidi, illusi e incalliti elettori di sinistra, seguitiamo a sperare.
Curzio Maltese- Venerdì di Repubblica – 5-4-14
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