Disattivato nelle biblioteche, perché il personale soffriva di vertigini e insonnia. Anche in Gran Bretagna è stato chiesto di abolire le reti in tutte le scuole: “E’ meglio il cavo”.
Senza fili, ma con il mal di testa. E insonnia, dolori muscolari, nausea. Questi i sintomi accusati da alcuni dipendenti delle biblioteche municipali parigine, soprattutto quelli che lavorano nei pressi delle centraline Wi-fi.
Il personale è sostenuto da due associazioni ecologiste che si battono contro le antenne della telefonia mobile e oggi se la prendono con il Wi-fi. “siamo sul terreno dell’invisibile (le onde) e dobbiamo raccogliere elementi razionali”. Commenta l’amministrazione parigina, che evoca “un malessere sociale” e la necessità d’ascoltare l’opinione pubblica. Così l’assemblea municipale ha deciso prima di interrompere il servizio in sei biblioteche, poi ha esteso in via precauzionale la moratoria alle altre. Ora Wireless pubblico è sospeso in tutti i locali chiusi della capitale francese, mentre è ancora disponibile all’aperto, dove si ritiene che i rischi siano minori.
La decisione della Francia arrivano dopo le raccomandazioni dell’Ufficio Federale per la difesa dalle radiazioni tedesco, che ha segnalato i possibili rischi di un’esposizione eccessiva alle onde WI-FI: “ Le prove fin qui raccolte indicano che questo tipo di emissioni, all’interno di certi limiti, non sono dannose – ha spiegato un portavoce del Bfs - . Non si può tuttavia escludere che vi siano degli effetti negativi”. La conclusione è semplice: meglio continuare con il collegamento via cavo.
Ad Aprile il sindacato inglese degli insegnanti aveva chiesto l’abolizione delle reti wireless nelle scuole: ad essere esposti sarebbero soprattutto i bambini, secondo la Health Protection Agency. Anche la Bbc aveva lanciato l’allarme, con un’inchiesta in cui spiegava che il campo magnetico in un’aula equipaggiata con Wi-Fi è tre volte più cui spiegava che il campo magnetico in un’aula equipaggiata con Wi-Fi è tre volte più potente di quello emesso da un ripetitore Gsm. E dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, il rettore dell’Università di Lakehead (Ontario) ha scelto il cablaggio con fibre ottiche: 8 mila punti d’accesso, con il wireless limitato all’indispensabile. Sul sito dell’Università si citano due risoluzioni adottate in Italia dalla Commissione internazionale per la sicurezza elettromagnetica, secondo cui lì esposizione prolungata a radiazioni determinerebbe un aumento dei casi di cancro e altre malattie.
Sempre in Italia, ad ottobre, l’onorevole Poretti (Rosa nel Pugno) ha rivolto un’interrogazione al ministero della Salute sul “rischio derivante dall’uso di infrastrutture Wi-Fi”. La risposta è stata tranquillizzante: secondo l’Oms, gli effetti nocivi non sarebbero provati e comunque il ministero ha avviato un progetto triennale (“Camelet”) per valutare i dati scientifici, la stima dei rischi sanitari e l’informazione ai cittadini.
(…)
(da Internet)
Nessun commento:
Posta un commento