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domenica 28 marzo 2021

Lo Sapevate Che: GUIDO CARLI: Economista e politico, fu una figura centrale della vita istituzionale ed economica dell’Italia del secondo Novecento


Guido Carli (Brescia28 marzo 1914 – Spoleto23 aprile 1993) è stato un economistabanchiere e politico italianogovernatore della Banca d'Italia dal 1960 al 1975 e Ministro del tesoro dal 1989 al 1992.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Filippo Carli[1] (1876-1938), che era professore universitario di Sociologia e di Economia politica, nonché sindacalista e membro del Partito Nazionale Fascista sin dalle origini, e scrisse un allora famoso saggio sulle basi teoriche dello stato fascista (stato corporativo)[2]. Questo fatto portò Guido Carli a scrivere su alcune riviste fasciste[3][4].

Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova, inizia la sua carriera nel 1937 come funzionario dell'IRI[5][6].

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un'esperienza al Fondo monetario internazionale[7], diventa Presidente del Mediocredito dal 1953 al 1956.

Il 20 maggio 1957 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi come ministro del commercio con l'estero[8] nel governo Zoli, assumendo un ruolo di importante rassicurazione[9] dei mercati internazionali[10]. Termina il mandato il 2 luglio 1958.[5]

Quindi è Presidente del Crediop[11] (gennaio 1959 - agosto 1960)[5].

In Bankitalia

 

Successivamente, Viene nominato direttore generale della Banca d'Italia nell'ottobre 1959.[5]

Diventa governatore della Banca d'Italia nell'agosto 1960[12], sostituendo Donato Menichella, assumendo al contempo la carica di Presidente dell'Ufficio italiano dei cambi. Sollecita sin da subito una maggiore concertazione tra le banche centrali[13] e - dopo l'altalenante andamento della lira[14] durante il decennio del boom economico[15] - si trova a gestire gli effetti delle tensioni valutarie[16] provenienti dagli USA[17], culminate con l'abbandono della parità oro-dollaro e con lo Smithsonian Agreement[18].

Resta in carica per 15 anni, fino al 18 agosto 1975[5], quando rassegna le dimissioni. A sostituirlo è chiamato Paolo Baffi, suo principale collaboratore - benché non sempre le vedute fossero coincidenti - in quanto direttore generale dell'istituto di emissione dal 1960. I motivi per cui Carli si dimette da governatore non sono mai stati completamente chiariti.

È stato quindi eletto presidente di Confindustria dal 1976 al 1980[5]. Dal 1º novembre 1978 fino alla morte è stato anche presidente dell'Università LUISS di Roma.

Senatore della Repubblica

È eletto senatore come indipendente della Democrazia Cristiana nel 1983[5] e riconfermato nel 1987[6]. È stato presidente dell'Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni) dal 1989 al 1991.

 

È stato nominato Ministro del tesoro nel sesto e nel settimo governo Andreotti, dal 22 luglio 1989 al 24 aprile 1992[5]. In tale veste è uno dei firmatari per l'Italia del trattato di Maastricht. Candidato in Liguria nella lista DC, non è rieletto a Palazzo Madama nelle Elezioni politiche italiane del 1992.

Tra gli aneddoti della politica italiana, si ricorda il grido di Giulio Andreotti nel corso della seduta della direzione DC del febbraio 1992 con cui si dovevano assegnare i collegi senatoriali. Una volta chiusi i lavori, Andreotti lanciò un urlo: "Abbiamo dimenticato Carli!". Fu così che i maggiorenti democristiani dovettero riaprire il tavolo di discussione e attribuire a Carli un collegio senatoriale, che tuttavia alla prova elettorale si rivelò perdente.[senza fonte]

Nel 1994, ad un anno dalla sua morte, l'Università LUISS cambiò il nome in LUISS Guido Carli.

 

Autore di numerose pubblicazioni di carattere economico, nella metà degli anni settanta collaborò con il settimanale L'espresso sotto lo pseudonimo di Bancor. È autore dell'autobiografia Cinquant'anni di vita italiana (Laterza, 1993), redatta con la collaborazione di Paolo Peluffo.

Il giornalista Ferruccio Pinotti ha attribuito più volte allo storico della massoneria Aldo Alessandro Mola l'informazione secondo cui Guido Carli sarebbe stato affiliato alla loggia "coperta" Giustizia e Libertà[19][20][21]. Mola, in realtà, nel suo libro "Storia della Massoneria italiana dalle origini ai giorni nostri", fa riferimento a quanto raccontatogli da un non meglio precisato "altissimo e ottimamente informato dignitario giustinianeo", definendo, però, tale informazione, "labile" e comunque non probatoria[22].

In suo onore è stato istituito nel 2009 il Premio Guido Carli, promosso dalla Fondazione omonima di cui è presidente la nipote Romana Liuzzo.[23]

https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Carli#


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